L’economia canaglia, quella inaugurata dalla globalizzazione e celebrata dal neo-liberismo degli anni Novanta, come previsto fa stragi. Quei lavoratori senza assistenza, senza contratto però liberi di inventarsi un’occupazione, la nebulosa della gig economy, sono le prime vittime della natura canaglia dell’economia.

Tristezza e rabbia si mescolano, diventano un nuovo sentimento ma non hanno voce. Non ci sono sindacati che proteggono chi guida le macchine di Uber o di Lift, gente che per anni ha fornito a tutti noi un servizio importante a prezzi ragionevoli, né per chi portava le cene ai millennial, ma anche quei pochi economisti che questa catastrofe l’avevano preannunciata sono vittima dello stesso sentimento.

E’ negli Stati Uniti che la gig economy, la culla della nuova forma di occupazione, letteralmente è crollata. Ed è qui dove il governo promette aiuti alla popolazione, ma chi un contratto di lavoro non l’ha mai avuto si trova letteralmente senza risorse. Torna con prepotenza inaudita il discorso classico del lavoratore garantito, ma non ci sono canali ufficiali per poter portare avanti una lotta operaia.

Stiamo scivolando nel moderno Medioevo: chi lavorava per le imprese ha un minimo di garanzia, tutti gli altri sono fuori del recinto del villaggio del barone e lì moriranno, come i nostri antenati. Lì la nuova peste li contaminerà.

Discorso analogo vale per gli stati membri dell’Unione Europea, quell’istituzione neo-liberista che doveva prevenire una nuova guerra e che doveva assicurarci la stabilità e la sicurezza. Sotto la scure del Covid-19 anche quelle garanzie evaporano e noi italiani nelle trincee della pandemia rimaniamo a bocca asciutta. Gli americani stampano carta moneta, gli inglesi fanno lo stesso ma noi, noi no, non possiamo farlo.

Una ragnatela di accordi, di codici, di proibizioni fa sì che l’emergenza monetaria non venga gestita da noi ma da altri. Noi siamo come i lavoratori della gig economy, lasciati in balia di eventi straordinari che richiedono decisioni straordinarie che non possiamo prendere.

Anche di questo si è parlato a lungo nel lontano 2011. Ma ogni discussione è stata messa a tacere dall’immagine idilliaca dell’Europa Unita. Mi domando quanti italiani oggi hanno il coraggio di difendere l’euro, dove sono finiti gli economisti e i politici che hanno attaccato su tutti i media le previsioni di economisti come me? Rileggetevi Democrazia Vendesi, è tutto scritto in quel libro. E per chi ha voglia di rinfrescarsi la memoria sull’assurdità del dibattito guardate questo bel video che preannuncia la nostra lunga agonia.

Ma vendicarsi non serve a nulla: sarà la storia, se ancora esisterà un futuro, a giudicare tutti noi. Intanto bisogna agire, bisogna rimediare agli errori fatti e salvare il salvabile. Non sarà facile ma almeno dobbiamo provarci.

Il mio è un appello al popolo, dimentichiamoci i politici, anche se le intenzioni di alcuni di loro sono buone e giuste non potranno inventarsi una nuova moneta. Pensiamo a come aiutarci a vicenda. A chi non può pagare l’affitto perché lavorava nella gig economy concediamo di continuare a vivere nelle abitazioni di nostra proprietà gratis; facciamo la spesa a chi non ha risparmi e non ha abbastanza per mangiare; a chi ha bisogno di conforto offriamo la nostra solidarietà. Non trattiamo i nuovi poveri come appestati economici.

Il vero pericolo dell’implosione dell’Economia Canaglia è la de-umanizzazione della società. Sono tre decenni che i sintomi di questa malattia sono evidenti ma solo oggi tutti li manifestano e solo oggi è impossibile nasconderli. Abbiamo tagliato i servizi essenziali dello stato in nome della magia del mercato e adesso il mercato ci ripaga con l’unica moneta che conosce: chi ha contante sopravvive, chi vive con quel poco che guadagna giorno dopo giorno perisce.

Per il mercato non esistono le persone, siamo tutti merci e servizi, oggetti e azioni inanimate. Anche chi non mastica di economia queste cose le conosce bene. E senza produzione e consumo, quantificato monetariamente, il mercato non funziona, la società non funziona e l’individuo scompare.

Nel mondo c’è ricchezza a volontà, certo il crollo di piazza Affari l’ha ridotta, ma è sempre sufficiente per farci superare anche questa nuova guerra. E se il sistema fiscale e monetario non è in grado di redistribuirla perché intasato dalle leggi del neo-liberismo allora facciamolo noi.

Chi ha e non dà deve essere messo alla gogna sociale, deve essere emarginato socialmente, guardato come un criminale. E questo vale anche e soprattutto per quell’Europa Unita della moneta unica che alcuni politici italiani, che non ho neppure più voglia di nominare, ci hanno imposto. Che siano loro oggi i primi a mettere le mani nei loro forzieri pieni di soldi accumulati durante questa impresa suicida, che siano loro i primi oggi a dare l’esempio e a distribuire la loro ricchezza privata a chi non ce la fa, a sovvenzionare l’acquisto delle mascherine per medici ed infermieri, a pagare la cremazione delle vittime, a fare la spesa a chi non ha i soldi per farlo.

Un sogno? E’ stato grazie ad un sogno, quello della vittoria sul nazismo, che Churchill ha salvato l’Europa e il mondo dal suo flagello. Si può fare, si deve fare ed è l’unica strada da prendere per sopravvivere.

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