Il quotidiano cinese Caixin ipotizza che i decessi da Covid-19 siano stati molti di più: a supporto della tesi le migliaia di urne trasportate e depositate nelle funeral house della città, mentre sono 3500 sono quelle che ogni giorno vengono consegnate ai parenti - che attendono in fila per ore i resti dei loro cari. Vietate le cerimonie funebri fino al 30 aprile
Fin dallo scoppio dell’epidemia il governo cinese è stato accusato di nascondere informazioni alla comunità scientifica internazionale e le vere cifre dell’epidemia, visto anche il cambio in corsa dei criteri per contare il numero di vittime. E ora, mentre la Cina torna alla normalità e registra quasi esclusivamente casi di contagio “di ritorno”, un’inchiesta del quotidiano cinese Caixin – ripreso in inglese da Shanghaiist – ritiene che i morti a Wuhan possano essere stati molti di più rispetto a quanto dicono le cifre ufficiali, che parlano di 2535 vittime e 50mila casi. La stima è di 42mila morti.
L’ipotesi, documentata da numerose foto, nasce dall’enorme quantità di urne arrivate nelle onoranze funebri e della lunghe file dei parenti che si sono formate da questa settimana per ritirare i resti dei loro cari. Ci sono testimonianze che parlano di cinque ore di attesa. A innescare il dubbio anche la testimonianza di un camionista che ha riferito di avere portato alla pompa funebre di Hankou un carico di 2500 urne per due giorni consecutivi, quindi 5mila in 48 ore. Altre immagini mostrano poi altre pile di urne all’interno della funeral home in blocchi da 500, per un totale di 3.500 pezzi. In ognuna delle otto onoranze funebri della città vengono distribuite fino a 500 urne al giorno fino al 4 aprile e Caixin scrive che se quello che accade ad Hankou stesse accadendo anche nelle altre sette funeral home, allora si arriverebbe a oltre 40mila urne distribuite in città nei prossimi 10 giorni. Per la precisione, scrive Radio Free Asia, 42mila. Il calcolo è questo: dal 23 marzo le pompe funebri hanno iniziato le consegne dei resti (in totale 3500 urne al giorno) per terminare il 3 aprile, in modo da consentire la celebrazione del giorno dei morti (Qingming) il giorno successivo. Una procedura che ripetuta per 12 giorni dà la cifra di 42mila urne consegnate.
Alla luce dei dati, i giornalisti del Time hanno provato a cercare riscontri chiamando le onoranze funebri della città, senza però ottenere risposta. Hanno infatti comunicato che o non erano a conoscenza dei dati delle vittime oppure non erano autorizzate a divulgarli.
Caixin aggiunge inoltre che alla maggioranza delle persone che sono morte con i sintomi del coronavirus non è stato fatto il tampone e sono state così escluse dal conteggio delle vittime. E ci sono stati anche casi di pazienti deceduti a causa di patologie pregresse per la mancanza di cure visto che gli ospedali erano travolti dall’emergenza.
Negli ultimi 4 mesi del 2019, secondo dati ufficiali, a Wuhan ci sono state 56,007 cremazioni, 1,583 in più dello stesso trimestre del 2018 e 2,231 in più rispetto allo stesso periodo del 2017. Secondo quanto scrive il Time, sui social cinesi diverse testimonianze di persone che avevano perso i propri cari riferiscono di essere state accompagnate a ritirare le urne da funzionari di quartiere o di essere state “rimproverate” per avere manifestato il proprio dolore via social. Fino al 30 aprile a Wuhan sono vietate le cerimonie funebri.