Pietro Mascagna : "Siamo vigili ma sappiamo che può succedere qualcosa da un momento all’altro”.
Il telefono squilla a vuoto più volte nello stesso pomeriggio. Nessuno può rispondere, perché è già tanto se alla Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) Galli Bonaventuri di Pontremoli (7mila abitanti al confine tra Toscana e Liguria) è rimasto qualcuno ad accudire la trentina di ospiti rimasti, tra anziani e disabili. Nell’ultima settimana il coronavirus ne ha portati via sei, uno ad uno, tutti anziani con patologie pregresse.
“Da giorni in medicheria lavoro accanto alle bare”, racconta Marco Lenzoni, infermiere dell’Asl di Massa che ormai da una settimana viene qui a prestare servizio perché le colleghe della Rsa sono tutte positive al tampone: tre infermiere e una caposala, in quarantena da una settimana. Poi c’è il personale tecnico che fornisce aiuto agli ospiti, anch’esso decimato dal Covid-19: i dipendenti erano quindici due settimane fa, oggi sono rimasti in nove. Tutti gli altri contagiati in isolamento.
Dei 36 ospiti rimasti tra la Rsa e la “casa per ferie”, almeno una decina ha la febbre e gli altri sintomi del virus, ma il timore è che ormai il contagio riguardi tutti. Forse un focolaio, com’è avvenuto a Mediglia, nel milanese: “Siamo molto preoccupati – dice con un filo di voce il direttore della Rsa Pietro Mascagna – qui abbiamo avuto tutti questi casi e non sappiamo come fare: siamo vigili ma sappiamo che può succedere qualcosa da un momento all’altro”.
Il caso Lunigiana – In Toscana la provincia di Massa Carrara è la terza più colpita con 470 contagi, dopo Firenze (855) e Lucca (617) ma la prima in rapporto alla popolazione: due casi e mezzo ogni cento abitanti, contro l’1% di Lucca e lo 0,8% di Firenze. A preoccupare la Regione c’è soprattutto quello che ormai è stato ribattezzato il “caso-Lunigiana”, quel fazzoletto di terra di confine che dalla costa nord scavalca gli appennini fino a lambire la Liguria. Qui, secondo l’ultimo bollettino della Protezione Civile di venerdì, sono stati registrati 30 delle 45 vittime di tutta la provincia (tre solo sabato), di cui ben 10 solo nella piccola Pontremoli.
Un dato agghiacciante, per la Asl Toscana Nord-Ovest da giorni alle prese con l’emergenza e per il sindaco Lucia Baracchini che ha appena perso la madre: “È un momento drammatico – dice lei a ilfattoquotidiano.it – stiamo facendo tutto il possibile”. L’ultimo caso risale a sabato quando a perdere la vita è stato un uomo di 76 anni con patologie pregresse, mentre solo due giorni fa i cittadini di Pontremoli sono stati colpiti dal lutto di don Ennio Zani, ex parroco di 76 anni, che ormai era un’istituzione in paese e conosciuto da tutti come “don Mattonella” per la sua mania di farsi regalare le piastrelle per rinnovare il pavimento delle canoniche.
Gli ospiti abbandonati e la crisi sanitaria – Quando il direttore della Rsa, Mascagna, si è trovato senza più infermieri per curare gli ospiti della struttura, prima ne ha cercati altri attraverso un’agenzia interinale e poi ha chiesto alla Asl una disponibilità immediata: niente da fare, non c’erano infermieri disponibili in zona. E allora ha chiesto aiuto sia all’ospedale di Massa che alla Croce rossa: tutti i giorni due infermieri della Asl a rotazione vanno nella Rsa Galli per somministrare i medicinali, dalle 7.30 alle 9.30 e dalle 18 alle 20.
Nel resto della giornata gli ospiti vengono accuditi dai nove restanti oss rimasti che Mascagna non ha timore a definire “eroi”. Mascagna sta nella struttura tutto il giorno prima di lasciarla solo la sera dopo cena. L’infermiere della Asl di Massa Lenzoni, che ogni giorno va a prestare aiuto a Pontremoli, però denuncia “lo stato di abbandono” in cui sono lasciati gli ospiti e in quanto rappresentante della Uil ha inviato una lettera a Regione e Asl per chiedere più mezzi e più infermieri per provare a risolvere una situazione disperata.
La Asl Toscana Nord-Ovest, che comprende le province di Massa, Lucca, Pisa e Livorno, contattata da ilfattoquotidiano.it, ha spiegato che “l’Azienda, tramite la Zona ed il Dipartimento Infermieristico, ha ritenuto doveroso garantire la continuità terapeutica agli anziani ospiti della struttura. Questo impegno cesserà nel momento in cui la direzione della RSA tornerà ad avere a disposizione (per rientro in servizio o per nuovo ingresso) il personale necessario”.
Le Rsa in Toscana – Quella di Pontremoli non è l’unica Rsa a preoccupare la Regione Toscana: in settimana si sono registrati i casi di Firenze (7 positivi), Comeana (10 positivi e 4 decessi) e Bucine (33 positivi) mentre sabato si è aperto un altro fronte nella residenza Paolo Puccetti di Gallicano, nelle montagne della lucchesia. Sui 31 tra ospiti e dipendenti della struttura, i positivi sono 14: 11 anziani e 3 tra infermieri e personale tecnico. Adesso l’idea è di isolarli in una struttura apposita per evitare altri contagi.