Dopo una seduta molto nervosa e con perdite anche consistenti, Piazza Affari chiude la prima giornata della settimana a +0,30%. Madrid unica negativa nel Vecchio continente. Molto male i bancari, dopo l'invito a fermare la distribuzione di dividendi
Borse europee in altalena dopo la proroga delle misure di contenimento del coronavirus negli Usa e la chiusura negative delle piazze asiatiche. Dopo una seduta molto nervosa e con perdite anche consistenti, Piazza Affari però chiude la prima giornata della settimana in marginale crescita: l’indice Ftse Mib ha segnato un rialzo finale dello 0,30% a 16.872 punti. Il ritorno degli acquisti sul finale di seduta, anche in parallelo al miglioramento di Wall street, ha riguardato tutta Europa: Londra ha chiuso in aumento dell’1,1%, Parigi dello 0,6% e Francoforte con un rialzo dell’1,9%. L’unica Borsa europea negativa tra le maggiori è stata Madrid, che ha accusato un calo dell’1,1%.
Molto male i titoli bancari, dopo l’invito della Bce a fermare la distribuzione di dividendi e il riacquisto di azioni. Unicredit ha ceduto il 7% finale e Intesa il 6%. Male anche Atlantia (-7%), mentre buoni acquisti sono arrivati sui farmaceutici Diasorin e Recordati, in aumento finale di sette punti.
I mercati guardano alle difficilissime trattative tra i Paesi dell’Eurozona su eurobond e utilizzo dei fondi del Mes. Anche lo spread ne risente, con nuovi picchi dopo le parole del commissario Ue agli Affari economiciPaolo Gentiloni secondo cui “rischia di tramontare il progetto europeo“. Alla fine il differenziale tra Btp e Bund ha chiuso a 198 punti base , con il rendimento del decennale italiano all’1,48% sul mercato secondario, dall’1,33% dell’ultima chiusura.
Molto negativi, come da attese, gli indicatori diffusi lunedì sulla fiducia nell’economia dell’Eurozona in marzo. L’indicatore del sentiment economico dell’area euro calcolato dalla Commissione Europea è calato di ben 8,9 punti rispetto a febbraio, a 94,5, il peggior tonfo dal 1985, quando inizia la serie storica dell’indice. Il crollo è comunque inferiore alla media delle previsioni degli analisti, che pronosticavano un calo di 10 punti. Pesano in particolare la caduta della fiducia tra i consumatori e in tutti i settori dell’imprenditoria. Nell’Ue l’Economic Sentiment Indicator in marzo è calato di 8,2 punti, a 94,8. In fortissimo decremento anche l’indicatore delle aspettative sull’occupazione, caduto di 10,9 punti a 94,1 in marzo nell’area euro, e di 9,7 punti a 94,8 nell’Ue.