L’Eurogruppo si riunirà martedì 7 aprile “per agire sul mandato dei leader e formulare proposte per rafforzare la nostra risposta a livello Ue alla Covid-19″. E tutte le strade sono ancora aperte, anche quella che prevede l’utilizzo dei fondi a disposizione del Mes. A metterlo nero su bianco è il presidente Mario Centeno, nella lettera inviata ai ministri delle Finanze dell’Eurozona convocati per mettere a punto una nuova proposta dopo che il Consiglio Ue si è spaccato per l’opposizione del Nord Europa ai coronabond e il no di Italia e Spagna alle “condizionalità” del fondo salva Stati, non citato nella dichiarazione finale.
La notizia arriva alla fine di una giornata di botta e risposta a distanza, con il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni che avverte: “Rischia di tramontare il progetto europeo, non solo quello della grande Europa federale“. E il portavoce del ministero delle Finanze tedesco che ribadisce: “La questione è come sostenere il credito e per questo c’è il Mes“. Mentre il portavoce della Commissione ricorda che “alcuni Stati membri hanno sottolineato i vincoli specifici che hanno davanti quando si tratta di eurobond o coronabond”. Le trattative comunque sono in corso: domani pomeriggio il presidente del Consiglio europeo Charles Michel avrà una videoconferenza con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, la presidente della Bce Christine Lagarde e Centeno.
Centeno: “Esplorare modi per usare strumenti esistenti ma anche alternative” – “Propongo di accelerare il lavoro che abbiamo iniziato su un possibile utilizzo del Mes e della Bei”, scrive Centeno nella lettera ai membri dell’Eurogruppo, che doveva riunirsi questa settimana e invece si vedrà solo martedì prossimo. “Siamo anche pronti a discutere nuove proposte della Commissione. Infine, sono pronto a discutere proposte concrete, ben giustificate, efficienti che possano aiutarci a rafforzare la risposta”. La premessa è che, come previsto anche da Mario Draghi, “inevitabilmente, usciremo dalla crisi con livelli di debito molto più alti. Ma questo effetto e le sue conseguenze non devono diventare fonte di frammentazione“. Dunque servono proposte. “Il modo in cui gestiremo questo fardello comune determinerà la nostra capacità di contenere la malattia, di dare forma alla ripresa e di mantenere la coesione della zona euro“, scrive Centeno nella lettera riportata dall’Ansa. “Per trovare terreno comune dobbiamo condividere la diagnosi della situazione e mettere a confronto con senso critico le diverse opzioni. Dobbiamo esplorare i modi per usare gli strumenti esistenti ma dobbiamo essere aperti a considerare alternative, laddove i primi si rivelassero inadeguati. Si dovrebbe anche valutare una combinazione di diverse proposte”, spiega il presidente.
Gentiloni: “Emissione di bond per mutualizzare il debito non sarà mai accettata” -“Se questa crisi diventa un fattore di aumento delle differenze, sarà molto difficile tenere insieme il progetto europeo. Ma sono fiducioso che una via di condivisione alla fine si possa trovare, e si deve fare con il dialogo con la Germania“, aveva detto in mattinata Paolo Gentiloni a Circo Massimo su Radio Capital. La discussione tra gli Stati Ue, è il pensiero dell’ex presidente del Consiglio, “è legittima ma non è adeguata alla fase che viviamo perché non dà soluzioni. Penso che si debba fare tutti gli sforzi perché lo stallo sia superato, con l’accortezza di non sottovalutare le decisioni che ha preso la Bce“. Secondo Gentiloni bisogna “scommettere ancora che alla fine, soprattutto da parte della Germania, si arrivi a una comprensione della nuova situazione“.
La descrizione che l’ex premier italiano fa delle trattative di Bruxelles è semplice: “C’è una visione antica, purtroppo la conosciamo a memoria: ci sono Paesi che insistono molto sulla necessità di eliminare i rischi e mettono l’accento solo sul debito pubblico e Paesi come l’Italia che mettono l’accento sul condividere questi rischi”. Per Gentiloni l’emissione di coronabond, proposta da Giuseppe Conte, “genericamente per mutualizzare il debito non verrà mai accettata“, quindi bisogna finalizzarla ad una “missione“, che può essere quella di finanziare gli obiettivi comuni come “affrontare l’emergenza sanitaria“, creare “un nuovo strumento di garanzia per la disoccupazione e un piano per il sostegno alle imprese”. In un’intervista a una radio spagnola, il vicepresidente della Bce Luis de Guindos ha detto di essere a favore dei coronabond: “Penso che siano una dimostrazione di solidarietà. Ma non sono l’unico strumento che possiamo usare per difendere” le economie europee dagli effetti del coronavirus “e non sono certamente il più potente. Il più potente è senza dubbio la Banca centrale europea”.
“Il Mes non è la Spectre. Ma capovolgiamo la discussione sugli obiettivi e come arrivarci” -Sulle trattative in corso sul cosiddetto fondo Salva Stati il commissario Ue non è meno pessimista: “Il Mes non è la Spectre, è uno strumento condiviso, la discussione è sulle condizionalità”, e si parla di alleggerirle ma “non sono molto ottimista nemmeno su questa, perciò meglio spostare la discussione su quali obiettivi finanziare e poi decidere come”. Ma “se capovolgiamo la discussione dal Mes ai Coronabond sugli obiettivi e come finanziarli sono positivo che la strada per trovare un’intesa si può trovare”, ha aggiunto Gentiloni. Ci sono anche altre strade: “Si deve aumentare e flessibilizzare il bilancio Ue“, e poi “possiamo ricapitalizzare la Bei che può avere un ruolo fondamentale soprattutto nel sostegno alle imprese”.
Tra i Paesi più determinati a opporsi alle richieste di Roma, c’è soprattutto l’Olanda. Un paese che il commissario di Bruxelles non definirebbe “un paradiso fiscale ma certamente è un Paese che fa una una politica fiscale aggressiva nei confronti del resto dei Paesi Ue e non è l’unico, ma sulle politiche fiscali le regole prevedono l’unanimità”, dice Gentiloni. “Delle due l’una – aggiunge – o si capisce, anche da questa crisi, che bisogna fare passi in avanti nell’integrazione europea, o trovo bizzarro che le stesse persone che in questi anni hanno fatto le barricate ogni volta che c’era la possibilità di avere un maggior livello di integrazione oggi lamentano la mancanza dell’Europa”, ha aggiunto.
“Fare da soli non possiamo permettercelo” – E se dovessero fallire le trattative con Bruxelles, l’Italia come affronterebbe la crisi economica scatenata dal coronavirus? “Fare da soli non possiamo permettercelo, così come nessun Paese può – risponde Gentiloni – Paesi più forti e più deboli sono accomunati dal fatto che il livello di integrazione ha dato una dimensione delle garanzie ma anche una capacità di export al nostro sistema di imprese che nessuno può permettersi di perdere”. L’esponente del Pd promuove poi la gestione dell’emergenza da parte del nostro Paese: “Penso che di quello che fa l’Italia dobbiamo essere orgogliosi. Non ci dimentichiamo che siamo stati costretti a fare da apripista non solo in campo sanitario ma economico e che abbiamo preso decisioni poi seguite dalla maggioranza degli Stati occidentali. Abbiamo reagito in modo esemplare“.
Berlino: “Per sostenere il credito c’è il Mes” – “Abbiamo già preso misure notevoli. Ora la questione è come sostenere il credito e per questo c’è il Mes”, ha ribadito dal canto suo il portavoce del ministero delle Finanze tedesco, Dennis Kolberg, in conferenza stampa a Berlino, rispondendo a chi domandava se il governo tedesco non intenda fare delle aperture e prendere in esame altri strumenti oltre il Mes nel prossimo futuro. Il portavoce della cancelliera Steffen Seibert ha confermato quanto precisato dal collega delle Finanze e ha aggiunto che le proposte saranno rese note alla fine della prossima settimana, ma non ha dato adito ad aperture. Rispetto alla scorsa settimana è aumentata invece la pressione della stampa tedesca su questo argomento: numerose sono state le domande in conferenza stampa sulla disponibilità della Germania di venire incontro agli altri paesi europei.