La bozza del provvedimento firmato da Nunzia Catalfo e Roberto Gualtieri - non ancora in Gazzetta - stabilisce che l’indennità sarà versata ai lavoratori che nel 2018 hanno registrato un reddito inferiore a 35mila euro e sono in regola con i contributi alla loro cassa. Di conseguenza "paiono irragionevolmente esclusi i professionisti iscritti alle casse professionali private (e quindi agli albi professionali) nell'anno 2019 e in questo scorcio del 2020"
I giovani professionisti che si sono iscritti all’ordine della loro categoria nel 2019 rischiano di essere esclusi dal contributo di 600 euro previsto dal decreto Cura Italia a carico del Fondo di ultima istanza. A lanciare l’allarme è l‘Ordine degli Avvocati di Napoli, che chiede al governo di intervenire rapidamente emendando il decreto interministeriale di Lavoro ed Economia – firmato sabato ma non ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale – in cui sono contenuti requisiti e modalità di accesso al beneficio. Il sostegno va esteso “a tutti i professionisti ordinistici indipendentemente da limiti reddituali, anzianità di iscrizione e sussistenza di ulteriori surrettizie condizioni”, è l’appello. Intanto su change.org è stata lanciata una raccolta firme per chiedere che sia chiarita l’estensione della platea a tutti i professionisti, indipendentemente dalla data di iscrizione all’Ordine.
La bozza del provvedimento firmato da Nunzia Catalfo e Roberto Gualtieri stabilisce che l’indennità sarà versata ai lavoratori che nel 2018 hanno registrato un reddito di meno di 35mila euro e la cui attività “sia stata limitata dai provvedimenti restrittivi emanati in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19″. Di conseguenza, scrive l’Ordine in una delibera datata 29 marzo, “paiono irragionevolmente esclusi i giovani professionisti iscritti alle casse professionali private (e quindi agli albi professionali) nell’anno 2019 e in questo scorcio dell’anno 2020″. L’interpretazione del Consiglio dell’Ordine è che “abbiano il diritto al contributo anche gli iscritti alla Cassa per la prima volta negli anni 2019 e 2020, che non abbiano avuto reddito superiore a 35mila euro nell’anno 2018”. Ma questo andrebbe esplicitato.
E’ poi richiesta la regolarità contributiva, cosa che l’Ordine contesta perché “inibirebbe l’erogazione in favore di coloro i quali, versando già in condizioni di difficoltà, non sono riusciti ad adempiere al pagamento dei contributi per l’anno 2019”. Infine c’è il problema delle risorse limitate – 200 milioni – per cui, di fatto, chi prima arriva sarà sicuro di vedere accolta la domanda mentre una volta esauriti i fondi il rubinetto si chiuderà fino al reperimento di altre coperture. Di qui l’appello al governo perché emendi il decreto ministeriale, vari provvedimenti urgenti per garantire coperture a tutti i professionisti, aumenti le risorse a disposizione e preveda strumenti anche di natura fiscale per sostenere il reddito.