In momenti come quello che stiamo vivendo bisogna alimentare la capacità di sognare e come diceva Soichiro Honda – fondatore di una delle più grandi realtà automobiliste mondiali – “alcuni sognano per fuggire dalla realtà mentre altri sognano di cambiarla per sempre”.
Il libro di cui voglio parlarvi oggi è certamente molto utile ai sognatori che vogliono immaginare un mondo, o meglio, una realtà diversa, è stato scritto da un vero e proprio “visionario” (ahimè non ne abbiamo più molti!) che è diventato famosissimo per le sue teorie. Parliamo di Gunter Pauli (cercate le sue interviste sul web!) il quale una decina d’anni fa ha pubblicato Blue Economy 2.0 con il sottotitolo esplicativo: 200 progetti implementati, quattro miliardi di dollari investiti, tre milioni di posti di lavoro creati.
Oggi il volume pubblicato con le Edizioni Ambiente è stato tradotto anche in italiano e può divenire davvero una fonte di ispirazione, non certo per suggerire un percorso, ma per adottare una nuova consapevolezza e stimolare un percorso creativo in ciascuno di noi. Se il percorso deve essere nuovo, qualcuno deve pure inventarlo!
Non è utopia, ma, come si legge nella prefazione, bisogna esser pronti ad abbandonare le “certezze” dell’attuale sistema di vita ed economico e ad abbracciarne di nuove, incentrate sulla saggezza della natura: dobbiamo semplicemente imparare dalla natura e imitarla. Il mondo della natura in tutto il suo splendore e nella sua diversità ha già risolto in maniere ingegnose, impreviste, e persino illogiche molti dei problemi di sostenibilità che l’umanità deve affrontare.
E’ sorprendente, scrive Gunter Pauli, quanta poca “logica naturale” ci sia nella società moderna. Per raffreddare un edificio i sistemi di condizionamento pompano aria fredda verso l’alto. Per depurare l’acqua immettiamo sostanze chimiche che annientano tutte le forme di vita. Le serre riscaldano l’aria, non le radici. Paghiamo oltre 100 dollari per chilowattora di elettricità fornita da un accumulatore che inquina l’ambiente. Quando beviamo una tazza di caffè diamo valore a solo lo 0,2% della biomassa, mentre il resto lo lasciamo marcire generando gas metano o destabilizzando i lombrichi, che soffrono tanto quanto noi a causa della neurotossina chiamata caffeina.
Si gettano nelle discariche centinaia di migliaia di tonnellate di titanio estratto e lavorato a temperature elevate quando ci sbarazziamo dei nostri rasoi usa e getta. Tagliamo milioni di alberi per soddisfare il nostro appetito di carta e poi la ricicliamo consumando un sacco di acqua. L’umanità è energivora più che mai: emette gas serra oltre ogni comprensione, mettendo in crisi l’ambiente. Ciascuno di questi gap può, invece, trasformarsi in una opportunità.
Blue Economy 2.0 dimostra che possiamo trovare modi per utilizzare la fisica, la chimica e la biologia con materiali rinnovabili e pratiche sostenibili proprio come fa l’ecosistema. E fornisce decine di casi concreti che stanno generando davvero un cambiamento profondo, raggiungendo i principi di “sostenibilità” che coniugano ambiente e sviluppo.
Vi lascio con una bella dedica a tutti i genitori che Pauli scrive nella prefazione: “Col passare del tempo e con la comparsa di nuove rughe che tradiscono profonde preoccupazioni, non si può rimanere semplici cittadini preoccupati per il futuro rimpiangendo ogni singolo errore. Dovremmo invece unirci trovando modi per gettare le basi a partire dalle quali la prossima generazione possa ottenere migliori risultati dei nostri. Forse il dono più prezioso che possiamo fare ai nostri figli è di offrire loro la libertà di pensare e, ancor più, di agire fuori dal coro”.