“Mafia nell’emergenza coronavirus? Non solo le fasce sociali più povere sono maggiormente esposte, ma anche le imprese“. Sono le parole pronunciate nella trasmissione “24 Mattino”, su Radio24, dal procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, che spiega: “Immaginiamo fra qualche mese, quando le imprese dovranno tornare sul mercato. Se lo Stato non interviene con forti sostegni, cioè coi cosiddetti ‘bazooka’ economici, bombe che riescono a sostenere l’economia e a portarla avanti investendo tanto, saranno moltissime le imprese in difficoltà. E se lo Stato non interviene con la forza economica che restituirà impulso a queste imprese, è certo che vi sarà una grave esposizione alle crisi delle imprese. E tutto questo agevolerà ancora una volta le mafie che sono pronte a investire il loro denaro“.
E aggiunge: “Le mafie hanno una sola difficoltà: dove immettere il denaro. Ne hanno tanto, quindi, devono ingegnarsi a trovare i canali finanziari attraverso i quali inserire queste grandissime ricchezze, che provengono dal traffico di sostanze stupefacenti. Quindi, sono questi i fronti sui quali stiamo ponendo un’altissima attenzione, proprio per anticipare quelli che saranno gli investimenti delle mafie e per cercare di capire quale sarà il quadro su cui le mafie faranno maggiore affidamento. Basti pensare all’emergenza rifiuti in cui le imprese di camorra, di ‘ndrangheta e di mafia si sono inserite con forza. Il ciclo dei rifiuti – prosegue – rappresenta una filiera nella quale vi sono grandi possibilità. Pensiamo anche alle emergenze successive dei terremoti, dove le imprese di camorra sono intervenute. Il quadro, insomma, è molto ampio, ma laddove ci sono emergenza, povertà e una esigenza di liquidità, lì intervengono le mafie. A volte sono esse stesse banca, cioè danno danaro anche in modo informale, perché non hanno bisogno di documenti. Quindi, per evitare che la nostra economia venga ulteriormente infiltrata dalle mafie bisogna prevenire questi investimenti ai quali le mafie già stanno guardando“.
De Raho puntualizza: “E’ evidente che ovunque ci sia un disagio sociale e una difficoltà pensano di inserirsi mafia, camorra e ‘ndrangheta. Le mafie mirano soprattutto a un consenso sociale, a volte anche organizzando forme di protesta e manifestazioni pubbliche, ma il più delle volte offrendo servizi e dando ciò di cui la parte più povera della società ha bisogno. Si pongono come un’alternativa allo Stato, dando benefici per poi richiederli con gli interessi. Certamente in momenti di emergenza come quello attuale è altissimo il livello di attenzione su queste forme di apparenti benefici che la camorra e le mafie tentano di offrire alle fasce più povere”.
Il magistrato continua: “Rivolte sociali? Non vi sono elementi che, di per sé, dimostrino la riconducibilità delle manifestazioni finora registrate a disegni di camorra o mafie. Sembrano sorte all’interno del disagio sociale autonomamente, senza un disegno mafioso. Si mantiene comunque la massima attenzione. Si è notato, invece, che in Campania vi siano messaggi e video di camorristi che offrono pasta e generi alimentari per dimostrare la capacità di sostenere le fasce deboli. La diminuzione dei reati? – spiega – E’ evidente che la microcriminalità, che si presenta con visibilità sul territorio, di fronte ai controlli ferrei ha difficoltà a proseguire l’attività criminosa: si sta a casa e non ci si può muovere. Allora laddove c’era un’organizzazione come le piazze di spaccio, in questo momento non possono continuare. Abbiamo, quindi, la fornitura di droga a domicilio, la mimetizzazione nei punti in cui vi sono file di acquirenti ai supermercati e alle farmacie. Dove, cioè, ci si può nascondere facilmente, si continua l’attività”.
E sottolinea: “La criminalità del trasporto dei grandi quantitativi di stupefacenti in questo momento ha maggiore facilità a muoversi. Laddove l’attenzione è tutta rivolta a contrastare i traffici di mascherine e materiale di protezione, c’è probabilmente un allentamento sugli altri fronti. Su questo bisogna prestare molta attenzione: se fino al mese scorso venivano sequestrate tonnellate di cocaina e oggi non vengono sequestrate evidentemente c’è qualcosa che non va. La criminalità ha continuato a importare e esportare sostanze stupefacenti e bisogna mantenere il controllo altissimo. Ad alto livello, le mafie continuano a muoversi sui porti della fasci tirrenica nazionale, su quelli spagnoli o quelli del nord Europa, come Anversa o Rotterdam. In quei porti le mafie continuano a mantenere la loro struttura: continuano ad arrivare i container con tonnellate di cocaina che vengono poi immesse nel mercato”.
De Raho, infine, si sofferma sul traffico delle mascherine e dei dispositivi di protezione: “Non abbiamo indicazioni positive, però la consuetudine è che le mafie si inseriscano come mediatori in tutti i momenti emergenziali laddove c’è esigenza, anche perché hanno uno strumento che utilizzano sistematicamente: la corruzione. E quindi hanno la possibilità di entrare nelle pubbliche amministrazioni e superare i controlli. Ecco perché è importante che, in momenti come questi, vengano eseguiti controlli con rigore”.