Uno dei modi in cui scienziati e ricercatori stanno cercando di trovare una soluzione per il Coronavirus è attraverso l’impiego dell’Intelligenza Artificiale per la realizzazione di modelli che consentano di comprendere tanto il funzionamento del virus quanto i composti farmaceutici migliori per inibirne le funzioni e impedirne la replicazione all’interno delle cellule. Per favorire questi sforzi, Google Cloud ha deciso di mettere gratuitamente a disposizione dei ricercatori i propri dati, dando così il via al COVID-19 Public Dataset Program.

Ieri sera, il colosso di Mountain View ha infatti reso pubblico e accessibile gratuitamente un archivio di database relativi al Coronavirus, inclusi quelli del Johns Hopkins Center for Systems Science and Engineering (JHU CSSE), del Global Health Data della World Bank e di OpenStreetMap. Tutti questi database gratuiti avranno un’etichetta COVID-19 per rendere più semplice la catalogazione, l’identificazione e l’accesso, che sarà mantenuto gratuito fino al prossimo 15 settembre.

I ricercatori possono anche utilizzare BigQuery ML per costruire modelli di intelligenza artificiale avanzati per la ricerca COVID-19. BigQuery ML è il servizio di Google che consente ai programmatori di creare ed eseguire modelli di machine learning attraverso semplici query SQL nel data warehouse basato su cloud dell’azienda.

Google non è comunque il primo colosso dell’hi-tech ad unirsi nella lotta contro il Coronavirus. L’attuale pandemia ha infatti spinto i ricercatori e le aziende specializzate in Intelligenza Artificiale ad agire per aiutare a sviluppare più rapidamente una cura o un vaccino. Il mese scorso, ad esempio, i giganti della tecnologia cinese Baidu e Alibaba hanno fornito ai ricercatori diversi modelli di IA per accelerare il processo di studi relativi al Coronavirus.

All’inizio di questo mese, inoltre, l’Allen Institute of AI ha collaborato con diversi gruppi di ricerca per formare un set di dati aperto CORD-19, rendendo disponibili gratuitamente migliaia di articoli di ricerca sulla malattia. Bisogna poi ricordare anche gli sforzi recenti messi in campo da colossi come la NASA e l’Oak Ridge National Laboratory del Dipartimento dell’Energia, che hanno messo a disposizione i propri supercomputer per effettuare le simulazioni necessarie ai ricercatori.

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