La prima settimana di lockdown nel Regno Unito si conclude con l’inizio della messa in pratica di alcune misure di sicurezza e un bombardamento di messaggi e mail da parte di enti pubblici e privati contenenti tutti lo stesso imperativo categorico: “You must stay home”. E dunque, il governo è riuscito in soli dieci giorni (13-23 marzo) a sconfessare drasticamente la propria linea politica; dalla fatidica teoria dell’“immunità di gregge” fino al totale lockdown dell’intera nazione.
Durante questa prima settimana sono risultati positivi al Covid-19 tre membri del Gabinetto del governo: Boris Johnson, lo Scottish Secretary Alister Jack e l’Health Secretary Matt Hancock. E’ stato annunciato inoltre che il consigliere del primo ministro Dominic Cummings è in auto-isolamento con lievi sintomi da lunedì 30 marzo. Insomma, molte delle posizioni chiave del governo britannico, le quali dovrebbero guidare il Regno Unito durante questo periodo difficile, si sono ammalate. Probabilmente nemmeno gli autori di una serie TV come Black Mirror avrebbero mai potuto immaginare un susseguirsi degli avvenimenti così tragicomico.
Se dovessimo fare un paragone con l’Italia, nella capitale inglese c’è un’atmosfera piuttosto rilassata. Da una parte si indossano più mascherine e ci sono meno persone in strada, mentre dall’altra molti si dedicano all’attività fisica e alle passeggiate nei parchi con tranquillità. I supermercati non sono più oggetto di “rappresaglie” da parte della clientela: viene rispettata la fila distanziata e l’acquisto dei prodotti è stato regolamentato con precise prescrizioni (come per esempio da Tesco, non si possono comprare più di tre prodotti dello stesso tipo a persona). Anche se non c’è più l’abbondanza cui eravamo abituati, i prodotti essenziali rimangono disponibili.
Tuttavia, nei grossi supermercati come Tesco, Lidl, Morrison e Sainsbury’s il costo di alcuni alimenti è aumentato. Invece, negli alimentari “Off License” i prezzi di tutti i prodotti – essenziali e non – sono letteralmente triplicati. Tuttalpiù, proprio in questi alimentari spesso è disponibile il servizio di “ricarica” per l’elettricità e il gas. Ieri è stato comunicato alla mia coinquilina che a causa delle conseguenze legate alla pandemia il servizio di ricarica non può più essere garantito in maniera continuativa. Per questa ragione ci è stato consigliato di metterci in contatto direttamente con l’azienda fornitrice di gas ed elettricità per trovare una soluzione, nell’eventualità in cui dovessimo rischiare di rimanere senza gas e luce.
Da oramai parecchie settimane i giornali britannici riportano che gli ospedali non hanno apparecchiature e numero di personale adeguato per affrontare la crisi. Il 30 marzo il Telegraph ha pubblicato l’appello dell’Health Secretary Matt Hancock per la creazione di un “NHS Coronavirus Volunteer Army”. Questa è una misura emergenziale che può essere vista come un modo per cercare di colmare il vuoto dei tagli al personale ospedaliero degli ultimi anni. Sfortunatamente si sono già verificate le prime morti sotto i sessant’anni: per esempio, il Guardian racconta di Kayla Williams, 36 anni, madre di tre figli, la quale aveva chiamato il numero di emergenza per ricevere assistenza. Gli addetti del centralino hanno valutato la sua situazione come “non grave” ma nel giro di ventiquattr’ore la donna è si è spenta nella sua abitazione a Sud di Londra.
Data la situazione ci dobbiamo preparare psicologicamente a diverse settimane di quarantena per cercare di salvare più vite possibili. Per questo ripeto l’appello degli ultimi due post che ho scritto su questo sito sullo stesso tema: se ne abbiamo la possibilità, continuiamo a stare a casa.