Le scuole paritarie chiedono che nei mesi di chiusura imposta dal coronavirus sia prevista “la detraibilità integrale del costo delle rette versate” tenendo conto del “costo standard di sostenibilità per allievo”. La proposta arriva da suor Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche e legale rappresentante dell’Istituto di cultura e di lingue delle Marcelline.
La religiosa si è resa conto di essere di fronte a un’emergenza: le famiglie che hanno figli – specialmente alle scuole dell’infanzia e ai nidi – di fronte alla mancata erogazione del servizio, non sono più disposte a pagare le rette. Molti hanno perso il lavoro o l’hanno ridotto drasticamente, perciò ora più che mai è un sacrificio pagare la scuola che non c’è. Ma, senza le rette, gli istituti paritari non sono in grado di sostenere gli stipendi degli insegnanti. “In questa emergenza – scrive suor Anna nella petizione che ha già raggiunto oltre 40mila adesioni – è importante che anche alle famiglie che frequentano le scuole paritarie, debbono essere riconosciuti appropriati ammortizzatori sociali. È doveroso che ricevano almeno il rimborso della retta i genitori che hanno pagato le tasse, hanno pagato la seconda volta con la retta, ora la terza per la baby sitter, sussidi tecnologici e logistici per le lezioni a distanza, senza contare il rischio per tanti della perdita del lavoro”.
Una posizione condivisa da tante famiglie, come spiega Giovanni De Marchi, papà di uno studente di un liceo paritario: “Il problema economico si fa sentire soprattutto per quelle famiglie che hanno i bambini al nido o alla scuola dell’infanzia. Stanno ottenendo in piccola parte un servizio, ma non c’è l’accudimento. A questo punto è come un cane che si morde la coda: se una famiglia non percepisce il servizio e non vuole pagare la retta deve sapere che poi non ci sono i soldi per pagare i docenti. Presto ci sarà una crisi spaventosa di tutte le scuole paritarie. Siamo di fronte a genitori che magari hanno perso lo stipendio o sono in cassa integrazione e non riescono più a far fronte alla retta. D’altra parte la scuola non ha i soldi per pagare gli insegnanti. La detraibilità aiuterebbe molte famiglie. L’ipotesi di suor Anna Monia Alfieri è la più valida: il Governo in questo momento dovrebbe tenerla in considerazione”.
Però suor Anna Monia Alfieri chiarisce: “La scuola paritaria, che in questo frangente rischia la chiusura, privando dell’istruzione decine di migliaia di alunni, non vuole soldi per sé: chiede che le famiglie possano continuare a scegliere senza vincoli dove far studiare i propri figli, consapevoli che la libertà dell’istruzione di oggi migliora il domani di tutti”. Un appello accompagnato da un atto di accusa: “Oggi noi – dice suor Alfieri – stiamo raccogliendo anni di irresponsabilità da tutte le parti. Nessuno si senta assolto: dalla politica, al mondo associativo ed ecclesiale. È stato impedito alla famiglia di scegliere dove educare i propri figli. In tempi di coronavirus sono emerse tutte le falle: la scuola statale non regge la didattica a distanza perché un bambino su cinque non ha la strumentazione, i docenti non sono preparati e ancora una volta questa situazione ha fatto emergere i poveri sempre più poveri. Le scuole dove prendono i soldi per gli stipendi? Con che coraggio oggi un gestore di scuole paritarie sollecita la retta alle famiglie quando questi non riescono nemmeno a fare la spesa al mercato?”.