Il Covid-19 è uno choc esterno che “colpisce l’economia come un meteorite” e affonda il pil italiano, che a fine 2020 registrerà un -6% a patto che entro fine maggio riprenda almeno il 90% delle attività economiche. Altrimenti, le previsioni “andranno riviste al ribasso”. Sono le previsioni del Centro Studi di Confindustria, che come è noto è stata fino all’ultimo contraria alla chiusura delle attività non essenziali. L’epidemia ha “colpito al cuore l’economia italiana”, si legge nel report di primavera, superando anche il crollo del 2009. Nei primi due trimestri la caduta cumulata è stimata in un 10%. Gli economisti di viale dell’Astronomia si attendono comunque per il 2021 un rimbalzo con un parziale recupero al +3,5%. Ma tutto è basato sull’ipotesi di una graduale ripresa delle imprese attive: dal 40% di inizio aprile al 70% di inizio maggio fino al 100% a fine giugno.
“Non lesinare risorse, evitare depressione prolungata” – Confindustria coglie l’occasione per fare appello al governo: “Occorre tutelare il tessuto produttivo e sociale della nazione, lavoratori, imprese, famiglie, con strategie e strumenti inediti e senza lesinare risorse in questo momento per garantire il benessere futuro”. Quanti soldi servano non si sa ancora, ovviamente, ma gli interventi necessari “saranno massivi e condizionali agli sviluppi sanitari ed economici. Solo mettendo in sicurezza i cittadini e le imprese, la recessione attuale potrà non tramutarsi in una depressione economica prolungata“. Confindustria guarda al varo del nuovo Decreto annunciato per aprile “di portata analoga a quello di marzo, circa 25 miliardi”. Se le nuove misure in cantiere “fossero analoghe a quelle del primo intervento e finanziate integralmente con risorse europee, si potrebbe avere – a parità di altre condizioni e nello scenario di ripresa delle attività produttive delineato sopra – un minor calo del Pil in Italia nel 2020 per circa 0,5 punti rispetto allo scenario di base, senza impatti sul deficit pubblico”, scrivono ancora gli economisti di viale dell’Astronomia.
Borse Ue positive, spread si allarga a 199 punti – Il rapporto arriva in una giornata positiva per le Borse europee, con Piazza Affari che chiude in rialzo all’1,06% a 17.050 punti. A Francoforte l’indice Dax ha guadagnato l’1,24%, Londra ha chiuso in rialzo dell’1,95% e Parigi dello 0,40%. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund però si è allargato e ha chiuso a 199 punti base contro i 197 punti di ieri. Il rendimento del Btp a 10 anni è in rialzo all’1,51%.
Bankitalia: “8,9 miliardi allo Stato. Impatto Covid molto ampio” – Intanto il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha presentato all’assemblea il bilancio 2019: l’utile è stato il più alto nella storia dell’istituto, 8,2 miliardi di euro, 2 in più rispetto al precedente esercizio grazie agli interessi sui titoli di Stato acquistati da via Nazionale per conto della Bce. Lo Stato riceverà 7,8 miliardi di dividendi più 1 miliardo di imposte di competenza, per un totale di 8,9 miliardi: anche questa cifra supera di 2 miliardi l’incasso dello scorso anno. Risorse che saranno preziose in questa fase di emergenza, con il governo a caccia di coperture per il decreto di aprile. I 143 azionisti privati – banche, fondazioni , assicurazioni e fondi pensione che non hanno voce in capitolo sulla governance e in base alla riforma del 2014 stanno devono ridurre la propria quota a non oltre il 3% – avranno 340 milioni complessivi, come l’anno scorso.
“L’impatto” del coronavirus e del lockdown “sul sistema economico-finanziario sarà di proporzioni molto ampie e profonde“, scrive Visco nella relazione che accompagna i risultati del 2019. “Nell’ambito del nostro mandato” all’interno del sistema delle banche centrali “siamo disposti ad aumentare il volume degli acquisti, a modificarne la composizione e a esplorare tutte le possibili opzioni per sostenere l’economia. Si è anche deciso di considerare la possibilità di rivedere i limiti che ci eravamo imposti in passato“.
Fmi: “Pil cala del 3% per ogni mese di lockdown” – Ieri il Fondo monetario internazionale aveva ribadito che in Europa “l’impatto economico della crisi sarà grave”, stimando che ogni mese in cui i servizi non essenziali restano chiusi “si traduce in un calo del 3% del PIL annuale“, previsione peggiore rispetto a quella Ocse di -2%, “e questo senza neppure valutare gli altri problemi e le ricadute sul resto dell’economia”. La stima del Fmi è vicina a quella di Confindustria secondo cui “ogni settimana in più di blocco normativo delle attività produttive, secondo i parametri attuali, potrebbe costare una percentuale ulteriore di prodotto interno lordo dell’ordine di almeno lo 0,75%“.
“Le prospettive di bilancio si sono fortemente deteriorate in tutta l’eurozona”, commentano gli analisti di Goldman Sachs. “Stimiamo che il rapporto debito/Pil si spingerà oltre il 160% in Italia” e al 120% in Francia e Spagna.
Cina verso crescita del 2,3%. “Torneranno in povertà 11 milioni di persone” – La Cina invece si avvia verso un recupero, con l’indice Pmi manifatturiero di marzo che rimbalza a 52 dai minimi storici di 35,7 segnati a gennaio-febbraio per il blocco anti Covid-19. Ma la Banca mondiale prevede che la crescita 2020 si fermerà al 2,3% “riportando in povertà 11 milioni di persone nell’intera regione” dell’Asia orientale e Pacifico. Solo due mesi fa il pil cinese era dato in aumento del 5,9 per cento quest’anno, valore che peraltro avrebbe rappresentato la peggiore performance dal 1990.