“Ho firmato il decreto che proroga i blocchi fino al 13 aprile“. L’annuncio, a meno di due giorni dalla scadenza delle misure restrittive per far fronte all’emergenza coronavirus, è arrivato dallo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Dopo l’incontro del pomeriggio con le opposizioni, il premier ha deciso di ufficializzare l’estensione della quarantena per gli italiani di almeno altre due settimane. Nel corso della conferenza stampa, nel giorno in cui si sono registrati 727 decessi, il premier ha dichiarato che i morti sono “una ferita che mai potremo sanare”. E anche per questo “non siamo nella condizione di poter allentare le misure restrittive e alleviare i disagi e risparmiarvi i sacrifici a cui siete sottoposti”. Perché, “se iniziassimo ad allentare le misure, tutti gli sforzi sarebbero vani, quindi pagheremmo un prezzo altissimo, oltre al costo psicologico e sociale. Saremmo costretti a ripartire di nuovo, un doppio costo che non ci posiamo permettere. Invito tutti a continuare a rispettare le misure“. Poco prima, durante la registrazione della puntata speciale di Accordi&Disaccordi (in onda alle 21.25 sul Nove), il premier aveva anticipato che “il regime attuale resta” e, soprattutto, aveva specificato che l’ipotesi di una proroga fino al 3 maggio “non ha fondamento”.

Conte poi, sempre nel corso della conferenza stampa sul nuovo decreto, ha spiegato che l’allentamento delle misure sarà valutato gradualmente. Ma non ha indicato date precise. “Se i dati si consolidano allentiamo le misure”, ha detto. “Non posso garantire che accadrà dal 14 aprile. Quando gli esperti ce lo diranno, entreremo nella fase 2 di allentamento graduale. Sarà di convivenza con il virus. Poi, la fase tre, sarà di uscita dall’emergenza e di ripristino della normalità lavorative, sociali, della ricostruzione e del rilancio”. Quindi si è rivolto ai pochi che stanno violando l’isolamento: “C’è una sparuta minoranza di persone che non rispetta le regole: abbiamo disposto sanzioni severe e misure onerose. Non ci possiamo permettere che l’irresponsabilità di alcuni rechino danni a tutti”. Tra le novità del dpcm c’è per la prima volta il divieto di allenamenti anche per gli atleti professionisti “onde evitare che le società sportive possano pretenderli”. Conte inoltre, ha ribadito che non è stata decisa alcuna autorizzazione alla passeggiata con i figli. “Abbiamo solo detto”, ha specificato in riferimento alla polemica nata dopo una circolare del Viminale nelle scorse ore, “che quando un genitore va a fare la spesa si può consentire anche l’accompagno di un bambino. Ma non deve essere l’occasione di andare a spasso e avere un allentamento delle misure restrittive”.

Quindi il presidente del Consiglio, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha aperto il capitolo misure economiche per superare lo choc. “Nelle nostre decisioni politiche”, ha detto, “abbiamo fatto una scelta. Partiamo dal presupposto che la nostra Costituzione attribuisce valore prioritario alla tutela della salute e poi cerchiamo anche di contemperare le esigenze dell’economia”. Per quanto riguarda le tensioni sul fronte europeo, Conte ha ribadito che l’Italia non vuole accontentarsi di vecchi strumenti per uscire dalla crisi: “Il Mes”, ovvero il cosiddetto fondo salva Stati, “così com’è è inadeguato a fare fronte a questa emergenza”, ha detto. Una posizione che una settimana fa ha ribadito proprio al tavolo dell’eurogruppo. “E’ uno strumento nato per choc asimmetrici, noi stiamo attraversano uno tsunami di portata epocale. Il Mes può essere in prospettiva, se verrà snaturato e posto nell’ambito di un ampio ventaglio di interventi, senza condizionalità preventive o successive, può essere uno strumento fra gli altri che ci offriranno la possibilità di mettere in piedi una strategia europea”. Proprio ieri Conte, intervistato dalla tv pubblica tedesca, aveva ribadito il fatto che il ricorso al fondo salva Stati non può essere la soluzione. E si è appellato ai tedeschi perché insieme “scriviamo una pagina di storia in Ue”. Poco prima, nella registrazione di Accordi&Disaccordi, sul punto aveva detto di essere moderatamente ottimista: “Il vento in Europa sta cambiando rispetto alle posizioni rigoriste, refrattarie a valutare qualsiasi prospettiva di iniziative comuni europee forti, vigorose e coordinate. Questo vento, ribadisco, sta cambiando”.

Conte ad Accordi&Disaccordi sul Nove: “Errori? Rifarei tutto” – Il premier ha anticipato l’estensione delle misure durante la registrazione dello speciale di Accord&Disaccordi, andato in onda sul Nove alle 21.25. Intervistato dal direttore de il Fatto Quotidiano Marco Travaglio e dai conduttori Andrea Scanzi e Luca Sommi ha poi parlato delle strategie di gestione dell’emergenza di queste settimane. Di cosa ha funzionato e di cosa si sarebbe potuto evitare. E, alla domanda se pensa di aver commesso errori ha dichiarato: “Noi fino adesso abbiamo seguito linearità di criteri. Poi per carità, non sono infallibile, ma è la ragione per cui tornando indietro rifarei tutto insieme al ministro Speranza. Abbiamo detto che la priorità era la salute dei cittadini, abbiamo detto che avremmo agito con trasparenza. Abbiamo detto che dovevamo avere le valutazioni di esperti e scienziati. Questo criterio ci ha portato a scegliere delle misure. In Europa siamo stati i primi a chiudere i voli per e da la Cina. Anche perché la nostra compagnia bandiera non volava in Cina”. E “tornando indietro”, ha osservato, “non avevamo consapevolezza, non potevamo immaginare che si era sviluppato un focolaio a Codogno. Sarebbe bello avere una palla di vetro”.

Il premier ha anche parlato del futuro del suo governo e dei suoi obiettivi politici per i prossimi mesi: “E’ certo”, ha dichiarato, “che non ritengo di dover rimanere seduto su questa poltrona vita natural durante. Ovviamente mi attengo all’orizzonte di una legislatura, ma poi rimetto alle forze di maggioranza le valutazioni, confido che si possa lavorare anche per la ricostruzione, questo sì”. Ma alla domanda se per la ripartenza sarà necessario un altro esecutivo, magari guidato dall’ex presidente della Bce Mario Draghi, si è limitato a commentare: “Dovendo lavorare su un’emergenza complessa e impegnativa gli scenari futuri non possono appassionarmi”.

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