*Il titolo è stato modificato il 2 aprile dopo aver ricevuto alcune critiche certamente opportune. La prima versione era: “Messina, strangola la compagna e confessa: “L’ho uccisa perché mi ha trasmesso il coronavirus”. Ma il tampone è negativo”. Il gruppo Non una di Meno di Milano, ad esempio, ha segnalato il titolo come caso di “narrazione tossica” sui femminicidi. Concordiamo sul fatto che il titolo fosse sbagliato. E proprio perché sappiamo quanto sia importante l’uso delle parole (e speriamo di averlo dimostrato nel tempo), lo correggiamo e ci scusiamo. Garantendo che in futuro staremo più attenti.

Antonio De Pace, il 28enne che ha confessato l’omicidio della compagna Lorena Quaranta, davanti agli inquirenti ha accusato falsamente la ragazza di avergli trasmesso il coronavirus. Un tentativo di giustificare il femminicidio con frasi che per gli stessi pm “sono da ritenere senza senso”. Il procuratore di Messina Maurizio De Lucia ha comunicato che il test è risultato negativo per entrambi. Secondo gli inquirenti De Pace, nel corso della sua deposizione, ha “si è contraddetto più volte” e ha cambiato varie versioni.

De Pace studiava Medicina insieme alla vittima e faceva l’infermiere a domicilio. I due abitavano insieme a Furci Siculo, in provincia di Messina. È stato lui a chiamare i carabinieri per confessare l’omicidio. Il 28enne ha anche dichiarato di essersi tagliato le vene per tentare il suicidio.

Gli inquirenti stanno esaminando il contenuto dei cellulari di entrambi e i tabulati telefonici. Smentita la notizia del ritrovamento di alcuni sms che avrebbero provocato la lite. Il 2 aprile si terrà l’udienza di convalida del fermo di De Pace.

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