Questo è sicuramente un momento in cui chi gode di diversi privilegi – in termini di spazio, di relazioni pacifiche con i familiari, di risorse economiche, di salute, di sicurezza fisica – deve ringraziare la sorte. Non sono mai stata così grata di vivere in un piccolo centro, in una casa circondata da alberi – per il bene del mio bimbo. Per chi invece ha figli e deve rispettare le restrizioni imposte dalla lotta al virus e non ha spazi esterni a disposizione, la sofferenza cresce di giorno in giorno.
Ieri sera, il Viminale si è pronunciato sulla richiesta di tanti genitori di poter uscire per “un’ora d’aria” al giorno con i propri figli, spiegando quando è permessa la passeggiata adulto-minore vicino casa: “È da intendersi consentito, ad un solo genitore, camminare con i propri figli minori in quanto tale attività può essere ricondotta alle attività motorie all’aperto, purché in prossimità della propria abitazione”. Ma le Regioni non sono d’accordo e parlano di un “effetto devastante” per la lotta al Covid-19 – quindi in diverse regioni, la situazione potrebbe risultare più confusa di prima.
Diversi genitori hanno sottolineato l’assenza quasi totale di tutela dei bisogni dei bambini in questo periodo: i cani hanno il diritto a uscire, ma i piccoli umani quasi non vengono menzionati nei provvedimenti emergenziali. Alcune famiglie sono state multate per aver provato a tutelare il diritto dei bambini a respirare aria fresca – d’altro canto, vista la gravità della crisi sanitaria, si capisce facilmente la ratio del governo.
Questa settimana però, dopo tanti giorni di confinamento, sono nate diverse iniziative a favore dei più piccoli – e il governo ne ha preso atto. La ministra Elena Bonetti ha scritto ai quasi 21mila firmatari della petizione “Bambini in quarantena: non dimentichiamo i bisogni dei più piccoli”, che chiede al governo di tenere in considerazione i bisogni dei bambini durante questo periodo di quarantena affinché l’isolamento non comprometta il benessere mentale e fisico dei più piccoli. “Con il prolungarsi dell’emergenza dobbiamo organizzare modi e tempi, limitati, in cui anche [ai bambini e i ragazzi] sia consentito uscire di casa in piena sicurezza sanitaria”, si legge nella sua risposta su Change.org. “Non sarà facile, chiederà ancora più responsabilità, ma siamo chiamati a prenderci cura dei nostri figli e del loro futuro sotto ogni aspetto”. La ministra, dunque, porterà il dibattito al governo.
Una petizione simile fa notare che i provvedimenti finora adottati non hanno tenuto conto “dell’esistenza di fasce di cittadine e cittadini differenti dall’adulto autonomo, sano e benestante (persone con disabilità, senza-tetto e per l’appunto bambine e bambini), fino ad arrivare al paradosso che le esigenze degli sportivi adulti e degli animali da compagnia ricevono maggior attenzione rispetto a categorie assai più fragili, come quelle appena menzionate”.
Lo scrittore Armando Grassitelli, da parte sua, ha lanciato una petizione rivolta alla Regione Campania e al sindaco di Napoli, chiedendo il diritto a 30 minuti di passeggiata al giorno per i bambini. “I bambini di Napoli, della Campania e di tutta Italia hanno la necessità di poter prendere una boccata d’aria. E’ una necessità fisiologica, che va estesa a tutti i bambini”. Un’altra petizione è stata lanciata nei giorni scorsi da un gruppo di genitori per chiedere un’ora d’aria al giorno per i bambini al sindaco Beppe Sala di Milano; a Genova un altro gruppo di genitori ha espresso preoccupazione per l’ “emergenza minori in casa” e “per le conseguenze della quarantena sulla salute psico-fisica dei nostri figli e delle nostre figlie”.
Questi genitori non chiedevano di eliminare i provvedimenti varati, ma di considerare la salute in tutti i suoi aspetti per il benessere dei giovani. Ora il governo nazionale ha effettivamente fatto chiarezza, scontentando però le Regioni concentrate sulla lotta al virus: una situazione che può intensificare la confusione. Il presidente siciliano Nello Musumeci – “assolutamente contrario” – specifica che in Sicilia “le passeggiate si faranno quando finirà l’emergenza.”
E oggi vi è una condizione di gran lunga peggiore: quella in cui versano i cosiddetti “bambini invisibili”, “450.000 bambini e adolescenti che in Italia sono in carico ai servizi sociali, 91.000 a causa di maltrattamenti che subiscono in casa. Questi bambini stanno vivendo l’esperienza traumatica dell’isolamento probabilmente senza adulti in grado di spiegare loro cosa stia succedendo e tutelare in modo adeguato il loro benessere psicologico”. Questi firmatari aspettano ancora una risposta dal governo.
E dato che tante persone devono gestire bambini e ragazzi in casa e provvedere alla loro istruzione, in questo periodo sono nate petizioni che chiedono che gli oggetti di cartoleria vengano considerati beni di prima necessità. Così che, anche se i bambini sono costretti a stare a casa, possano riuscire a studiare bene e magari a disegnare per distrarsi. Sembra che i provvedimenti stiano per cambiare, dopo queste segnalazioni: in Piemonte, matite, pennarelli e quaderni sono stati rimessi in vendita. E anche a Milano i pennarelli dovrebbero potersi comperare.
In questi giorni abbiamo registrato una vera e propria esplosione di petizioni su Change.org, e tante raggiungono velocemente la vittoria. Questo significa che gli italiani si stanno mobilitando per gestire al meglio tutti gli aspetti della crisi; che trovano solidarietà e sostegno da parte di tante altre persone; e che il governo, le Regioni, i sindaci e le aziende li stanno ascoltando. Questa mobilitazione online è particolarmente importante, vista l’impossibilità di tenere riunioni o svolgere manifestazioni in piazza.
In tutti questi casi, i genitori e i tutori dei minori si sono espressi con cura e intelligenza in merito ad argomenti che interessano direttamente la salute dei più piccoli durante l’emergenza che stiamo vivendo. Il Viminale ha dato seguito alle voci dei genitori: il ministero dell’Interno però ha chiarito che “le regole sugli spostamenti non cambiano”. Visto la rivolta delle Regioni, toccherà al governo tenere lo spazio aperto per una discussione almeno altrettanto ragionata per trovare soluzioni per tutti i bimbi e i ragazzi colpiti da questa situazione straordinaria – tutelando sempre la salute di tutti nel nostro Paese durante questa emergenza terribile.