Si riparte, ma a fatica. Dopo l’assalto al sito per richiedere il bonus di 600 euro previsto dal decreto Cura Italia, l’Inps affronta il secondo giorno di domande cambiando metodo e scaglionando gli accessi in orari differenziati: da oggi, Patronati e intermediari potranno accedere dalle 8 alle 16, mentre dalle 16 in poi è il turno dei cittadini. Alle 16 di giovedì, fa sapere l’Inps, erano già arrivate 1,6 milioni di domande: “Non c’è un ordine cronologico per l’accettazione delle domande di indennità per i lavoratori autonomi” ha precisato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico ai microfoni di Skytg24. Ha anche assicurato che tutti gli aventi diritto al bonus di 600 euro lo riceveranno: “Pagheremo senza ordine cronologico e senza deadline finale. Le risorse ci sono per tutti i 5 milioni che hanno diritto al bonus da 600 euro e all’eventuale rinnovo. C’è un limite di spesa previsto dalla legge ma laddove dovessero esaurirsi i fondi il Governo ha garantito che saranno rifinanziati”. Intanto il Garante per la Privacy ha avviato un’istruttoria sulla violazione dei dati personali legata alla ‘falla’ che si è aperta ieri nel sito dell’Inps.
Anche se la situazione è più agevole rispetto al blocco di ieri, il sito Inps lavora ancora a singhiozzo, come spiega il presidente del patronato Cgil-Inca, Michele Pagliaro: “Di 10 pratiche immesse nel sistema riusciamo a portarne a termine una“. Continuano ad arrivare segnalazioni di cittadini che non riescono a entrare in MyInps o che, una volta entrati, si trovano di nuovo davanti le schermate con le identità di altri utenti (gli stessi pubblicati ieri). “Sapevamo che ci sarebbe stato questa grande richiesta – ha detto ancora – avevamo chiesto all’Inps una corsia preferenziale. C’è un collo di bottiglia perché c’è un tetto di risorse e le persone temono di non fare in tempo, anche se il presidente Tridico ha assicurato che se dovesse essere necessario i fondi saranno rifinanziati”.
Intervistato da Skytg24, Tridico ha detto che l’Inps è pronto a pagare l’indennità di 600 euro ai lavoratori autonomi entro il 15 aprile, ma per il mese successivo – se il nuovo decreto sarà approvato entro le prossime due settimane – il pagamento potrebbe arrivare entro la fine di questo mese. Le domande a quel punto saranno già lavorate e il pagamento sarà più rapido. E sui malfunzionamenti ha spiegato: “Abbiamo messo in piedi un meccanismo nuovo e siamo gestendo risorse per 10 miliardi con una procedura costruita in 10 giorni. Una procedura che non abbiamo potuto ottimizzare perché servivano tempi brevi per dare risposte al Paese”. Sul sito dell’Inps sono state presentate 1.996.670 richieste, per circa 4.5 milioni di beneficiari: 1 milione e seicentomila solo per il bonus da 600, altre 181.683 per i congedi parentali e 14mila per il bonus baby sitter.
Il sistema di ingressi scaglionati in vigore da oggi dovrebbe evitare il collasso del sito che è avvenuto martedì, il primo giorno utile per presentare le domande: già dalla mezzanotte infatti si erano collegati al portale in centinaia, per richiedere il bonus. Partite Iva, autonomi, cococo, lavoratori stagionali e dello spettacolo, oltre a tutti i liberi professionisti non iscritti a casse di previdenza obbligatoria. L’assalto si spiegava con l’annuncio – poi smentito – che le domande sarebbero state valutate in ordine cronologico. “Non c’è fretta – ha ripetuto più volte Tridico nel corso della giornata – Le domande possono essere presentate per tutto il periodo di crisi e i pagamenti inizieranno dal 15 aprile per poi proseguire per tutto il mese”. Ma ormai l’imponente numero di accessi aveva già mandato in tilt il sistema. In tarda mattinata è arrivato il blackout definitivo, che il presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha spiegato come il frutto di “attacco hacker” che avrebbero bloccato il sistema da giorni e reso più difficile la programmazione. Oggi l’Inps ha comunicato di aver fatto le segnalazioni alla polizia postale e che “nei prossimi giorni” farà anche “una denuncia alla magistratura”.
Oltre al collasso, un’ulteriore problema è stata la fuga di dati personali: molti utenti entrando sul portale si sono visti comparire davanti le informazioni di altri utenti, anziché le proprie, con un consistente problema di privacy. Un falla che ha spinto il Garante per la Privacy ad aprire un’istruttoria “allo scopo di effettuare opportune verifiche e valutare l’adeguatezza delle contromisure adottate dall’ente e gli interventi necessari a tutelare i diritti e le libertà degli interessati”. L’Autorità sottolinea anche l’assoluta necessità che “chiunque sia venuto a conoscenza di dati personali altrui non li utilizzi ed eviti di comunicarli a terzi o diffonderli, ad esempio sui canali social”.