Regione Lombardia “è una istituzione seria. Che agisce solo ed esclusivamente sulla base di riscontri scientifici“. Il governatore Attilio Fontana risponde alla polemica lanciata dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala che oggi in un video ha rilanciato le accuse dei sette sindaci del centrosinistra alla Regione, in particolare sui test sierologici per scovare gli anticorpi al coronavirus. I test “sono oggi già fatti in Veneto ed Emilia-Romagna, in Lombardia ancora no e vorrei sapere perché”, dice Sala. “Ho più volte ribadito – risponde il presidente Fontana – che stiamo verificando il valore effettivo di queste procedure. Un modo di agire che necessita di un lasso di tempo tale da rendere i risultati solidi, a fronte delle molte perplessità sollevate dalla comunità scientifica“.
La polemica parte da un documento unitario firmato da 7 sindaci lombardi vicini al Pd: per Bergamo Giorgio Gori, per Brescia Emilio Del Bono, per Cremona Gianluca Galimberti, per Lecco Virginio Brivio, per Mantova Mattia Palazzi, per Varese Davide Galimberti e per Milano Beppe Sala. I primi cittadini chiedono conto di quelli che individuano come inadempienze e ritardi della Regione. “Una bieca speculazione politica”, l’ha definita Fontana.
Il documento firmato dai 7 sindaci – Le accuse riguardano diversi punti: dalla mancanza di mascherine, alla situazione nelle case di riposo per gli anziani, dove in Lombardia sono emerse diverse criticità, a partire dal caso di Mediglia dove ci sono stati 60 morti per Covid in una Rsa. Il fulcro del documento gira intorno ai tamponi, come si legge nel documento riportato dal Corriere della Sera: “Si stanno facendo i tamponi per i plurisintomatici e i monosintomatici come ha annunciato il governatore?”. E ancora: “Perché la Regione non segue le direttive del ministero e dell’istituto superiore di sanità che prescrivono di sottoporre a tampone i sintomatici e, qualora questi siano positivi, i loro familiari e i contatti recenti?”. Infine l’ultima accusa, posta sempre sotto forma di domanda: “Perché la Regione non ha ancora autorizzato l’avvio della sperimentazione dei test sierologici?”.
La polemica rilanciata da Sala – Sono i punti ripresi dallo stesso sindaco Sala nel suo consueto video sui social: “Il punto che più mi sta a cuore sono questi test per gli anticorpi perché permettono di definire se una persona è stata colpita dal virus, magari inconsapevolmente e quindi per un certo periodo di tempo è immune“, dice il primo cittadino di Milano. Che poi torna in generale sulla questione tamponi, chiedendo test a tappeto per il personale medico e nelle residenze per anziani. Sui tamponi “vediamo una differenza di approccio tra Regione Lombardia da un lato e Veneto ed Emilia-Romagna dall’altro. Il Veneto in particolare dichiara la volontà di fare molti tamponi. I tamponi hanno due livelli di utilità, il primo è verificare se una persona è positiva e poi c’è il secondo, il fatto statistico“, spiega Sala.
La risposta di Fontana – Non si fa attendere la replica del governatore lombardo, in particolare sui test sierologici per scovare gli anticorpi. “Sul mercato – afferma – esistono molti tamponi inaffidabili che creano false speranze ai cittadini. Le nostre indagini sono in fase di conclusione e speriamo di avere una risposta nelle prossime ore. Agiremo solo nella direzione che ci indica la scienza e non sugli umori o le sparate di sindaci che non perdono l’occasione per fomentare la polemica. Sindaci ai quali nelle sedi istituzionali queste risposte sono state più volte date”, aggiunge Fontana.
Quanto alla scarsità di mascherine, il governatore ribadisce la sua difesa: “Siamo stati e continueremo ad essere – dice – i primi a segnalare il fatto che la Protezione civile nazionale, cui spetta il compito di gestire l’emergenza e garantire questi materiali, sia per buona parte inadempiente. Oltre a ciò la burocrazia di Roma ci impedisce di utilizzare le mascherine prodotte in Lombardia già ritenute conformi dal Politecnico di Milano”, ripete Fontana.
Che poi affronta anche il tema delle residenze per anziani: “Voglio ricordare al sindaco Sala e agli altri, le stesse Rsa o sono private o ‘comunali‘. Noi, per quanto possibile, siamo intervenuti e interveniamo. Spero che anche i Comuni abbiano incalzato i gestori e il Governo per dotarli di quanto necessario per metterle in sicurezza. Queste cose i sindaci le conoscono da settimane. Fingono di ignorarle evidentemente per calcolo politico“, conclude Fontana.