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Tirrenia, accordo tra Cin e i commissari: ripartono le navi. Ma all’armatore Onorato saranno sequestrati altri beni aziendali

La bad company Tirrenia di navigazione, creata al momento della privatizzazione per gestire il recupero dell'indebitamento, deve ricevere da Cin 115 milioni come corrispettivo della flotta acquisita nel 2012

Le navi Tirrenia Cin sono tornate in navigazione. Dopo due giorni di stop deciso dall’azienda per il sequestro dei suoi conti correnti realizzato dai commissari della Tirrenia spa in amministrazione straordinaria, questi ultimi e Cin hanno trovato un accordo, con la supervisione del governo. Tirrenia Cin, compagnia controllata dalla Onorato Armatori srl, ha dichiarato il ripristino di tutte le sue tratte a fronte del rispetto futuro, da parte dell’azienda e dell’intero gruppo, “di tutti i loro impegni nei confronti di ogni soggetto”. Crisi finita? Forse. Mentre infatti le prime navi di Tirrenia Cin sono già ripartite ieri sera a poche ore dall’ultima stretta di mano, i Commissari, interpellati da ilfattoquotidiano.it sui termini dell’accordo, hanno fatto sapere che ancora “sono in attesa che si completi l’iter autorizzatorio da parte degli organi di vigilanza”.

Ciononostante, secondo alcune indiscrezioni pubblicate da Milano Finanza, l’accordo tra le parti avrebbe sì previsto lo sblocco dei conti correnti, quindi il ritorno dell’operatività della compagnia, a fronte dell’impegno di Cin spa a proseguire nel suo piano di rientro – ad oggi ignoto – ma anche e soprattutto il passaggio da parte dei commissari di Tirrenia di Navigazione in AS al sequestro di altri beni aziendali, esclusi i conti correnti. Un sequestro che riguarderà inevitabilmente l’equivalente valore di quanto loro dovuto dall’azienda controllata dalla Onorato Armatori, ovvero le prime due tranche di pagamento della flotta pubblica Tirrenia acquisita nel 2012 senza alcun pagamento alla consegna. Valore della flotta: 180 milioni di euro.

Al momento Tirrenia di navigazione in AS – bad company creata al momento della privatizzazione per gestire il recupero del suo pesante indebitamento – deve ricevere da Cin spa 115 di questi 180 milioni di euro totali, ovvero le prime due tranche di saldo, tenute in stand by per otto anni grazie ad una clausola contrattuale della privatizzazione che legava il pagamento del dovuto alla pronuncia della Commissione Europea sugli aiuti di Stato concessi a Tirrenia dal 1992 in avanti. La pronuncia è arrivata il 2 marzo scorso, con il riconoscimento di alcuni aiuti di Stato illegittimi ricevuti da Tirrenia, sbloccando di fatto questo pagamento per il quale i Commissari della bad company Tirrenia di navigazione in AS hanno già ottenuto dal Tribunale di Roma un primo atto autorizzativo di sequestro per 55 milioni di euro, cui a breve dovrebbe aggiungersi l’altro per i 60 milioni rimanenti.

Il punto dirimente dell’accordo siglato ieri tra le parti sembra essere quindi la definizione di quali beni aziendali di Cin spa saranno sequestrati, al posto dei conti correnti, per garantire ai Commissari il recupero di questi 115 milioni di euro. Ufficialmente non è stato reso noto, ma secondo un’indiscrezione raccolta da ilfattoquotidiano.it, sul piatto sarebbero finite alcune navi della flotta. Navi tuttavia già messe a garanzia di una parte dell’indebitamento bancario del gruppo armatoriale. Motivo per il quale, sempre secondo quanto appreso da ilfattoquotidiano.it, il via libera all’accordo è arrivato direttamente dagli istituti di credito coinvolti. Se l’indiscrezione sarà confermata, dopo il vaglio degli organi di vigilanza, Cin spa non potrà quindi vendere una buona parte delle sue navi. Pratica che negli ultimi anni il gruppo Onorato aveva adoperato per recuperare la liquidità necessaria a far fronte alle sue scadenze debitorie. Scadenze che il gruppo ha smesso di rispettare dall’inizio del 2020.