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di Derek

La quarantena sta mettendo alla prova milioni di italiani come mai era successo dal dopoguerra costringendo le famiglie alla convivenza forzata 24 ore su 24, 7 giorni su 7. La situazione in continua evoluzione e le piccoli grandi privazioni non fanno che aumentare le nostre paure, l’ansia e l’incertezza per il futuro. La voglia, il bisogno anche, di uscire, di vedersi con amici e parenti ora fa a pugni con il bisogno di stare a casa proprio per tutelare oltre che noi stessi anche i nostri cari. E questo fa male. Ne usciremo, ma forse molti di noi ne usciranno provati, con le ossa rotte.

Se non sbaglio giorni fa lo stesso Antonio Padellaro aveva sottolineato questo aspetto che non deve assolutamente essere tenuto in secondo piano. Purtroppo si hanno segnali di aumenti di violenze domestiche: per questo dobbiamo cercare di rimanere vigili e aiutarci a vicenda come e quanto possibile.

Ma c’è un movimento che si sta adoperando per cercare di supportare psicologicamente ognuno di noi. Se guardiamo bene forse possiamo trovare risorse che vengono giorno dopo giorno messe a disposizione della comunità; nessuno nasce imparato e non tutti siamo in grado di affrontare le difficoltà nel modo migliore possibile, accettando quello che succede e imparando a gestirlo.

Ho potuto vedere nascere uno di questi tanti progetti, in cui una piccola equipe di psicologi italiani si è dedicata all’adattamento di un metodo di approccio alla gestione della crisi causata da questa situazione elaborata da un loro collega australiano, una giovane e brava doppiatrice ha prestato la sua voce coinvolgendo un suo amico ingegnere del suono a partecipare. Tutti hanno speso tempo per la comunità gratuitamente per dare nel loro piccolo un aiuto.

Vedendo realizzarsi questo piccolo progetto, tra le mura di casa, mi sono accorto che tante altre sono le risorse che possiamo trovare e quindi mi sono reso conto che questa crisi mai vista prima e non immaginabile qualche mese fa ci sta lasciando forse anche una eredità positiva. La riscoperta dell’aria pulita nelle grandi città. La scoperta dello smart working e della scuola on line che può funzionare.

E anche, soprattutto, la grande capacità degli italiani di fare squadra, di aiutarsi a vicenda, di sostenersi e di pensare al prossimo mettendo, quando necessario, quel piccolo che si può a disposizione degli altri. Stiamo riuscendo spesso a essere più vicini nel momento in cui ci viene chiesto di essere più lontani.

Se saremo bravi a ricordarci questo e a farne tesoro, quando tutto sarà finito, il nostro sarà un paese ancora migliore… e forse non ce ne sarà più per nessuno.

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