Nonostante la quarantena imposta dal governo per fermare il contagio da Coronavirus, nelle prime due settimane di fermo almeno 6 italiani su 10 hanno effettuato spostamenti più o meno brevi e più o meno distanti dalla propria abitazione. Questo è quanto emerge dallo studio “Audimob – Stili e comportamenti di mobilità degli italiani” realizzato da Isfort (Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti): l’indagine ha preso in considerazione il periodo del 12-26 marzo, cioè quello della prima fase di restrizioni contenute nel DPCM dell’11 marzo; dati poi confrontati con quelli osservati tra inizio febbraio e 11 marzo.
Durante le prime due settimane di lockdown, a livello nazionale il tasso di mobilità in senso stretto è risultato in calo di quasi la metà rispetto al periodo inizio febbraio-inizio marzo: dall’80% di prima, la percentuale di cittadini che hanno usato quattro e due ruote (queste sia motorizzate che non) per gli spostamenti di necessità è scesa al 43%. Al centro Italia è stato registrato il calo più significativo (-51%), mentre nel Sud e nelle isole non si è andati oltre il -30%, e stessa cosa è successa al Nord (-32%).
Osservando il fenomeno da un punto di vista anagrafico, invece, a fermarsi di più sono stati gli over 65: meno del 15% della popolazione di età compresa tra 65 e 80 anni ha effettuato spostamenti, anche se come è naturale il dato più alto ha riguardato i ragazzi soprattutto in età scolastica.
È cresciuta la percentuale di coloro che hanno effettuato spostamenti solo per brevi tragitti e senza usare mezzi di trasporto di alcun tipo (tasso di mobilità di prossimità): a livello nazionale, la media è salita dal 10% di febbraio-marzo al 18% del secondo periodo (12-26 marzo), ed è rappresentata da cittadini non oltre i 64 anni di età.
La somma del tasso di mobilità in senso stretto e di mobilità di prossimità è risultata in calo di circa il 30% (dal 90% al 61%): anche in questo caso, il calo è stato più netto nelle zone centrali del Paese con il -42%, mentre la situazione della mobilità nelle isole, nelle regioni del sud e del nord è rappresentata da un calo di appena il 25%.