In una circolare diffusa dal dicastero vengono validati 11 test rapidi e indicate le aziende produttrici: le Regioni potranno utilizzarli. Elencate le categorie prioritarie, tra cui gli ospiti nelle residenze per anziani. Suggerita anche la possibilità dei laboratori mobili o "drive-in clinics". Sui test sierologici per gli anticorpi ancora poche evidenze
Dal ministero della Salute arriva il via libera ai tamponi rapidi, quei test che permettono di rivelare in tempi brevi la positività al coronavirus. Sono 11 in totale i test a tampone rapido validati dal dicastero che in una circolare ha anche indicato quali sono i criteri di priorità per l’esecuzione, a partire da pazienti ospedalizzati, operatori sanitari esposti a maggior rischio, soggetti fragili e soggetti con infezione respiratoria ricoverati nelle residenze per anziani. Il ministero ha anche aperto alla possibilità di effettuare laboratori mobili o “drive-in clinics“, le strutture per il prelievo di campioni attraverso il finestrino aperto dell’auto. Una pratica che non espone al rischio di diffusione del contagio negli ospedali e già molto diffusa, ad esempio, in Germania. Infine, la circolare del ministero ha ribadito che i test sierologici per la rilevazione degli anticorpi al Covid-19 “sono molto importanti”, ma “per il loro uso necessitano di ulteriori evidenze sulle loro performance e utilità operativa”.
Le categorie che hanno la priorità – Tra le categorie a cui effettuare i test tampone rapidi prioritariamente, figurano dunque gli operatori sanitari esposti a maggior rischio (compreso il personale dei servizi di soccorso ed emergenza, il personale ausiliario e i tecnici verificatori), “per tutelare gli operatori sanitari e ridurre il rischio di trasmissione in ospedale“. Inclusi nella circolare anche gli operatori dei servizi pubblici essenziali sintomatici, anche affetti da lieve sintomatologia per decidere l’eventuale sospensione dal lavoro. Così come gli operatori, anche asintomatici, delle strutture residenziali per anziani. Indicate infine le persone a rischio di sviluppare una forma severa della malattia e fragili, come persone anziane con comorbidità quali malattie polmonari, tumori, malattie cerebrovascolari, insufficienza cardiaca, patologie renali.
Sono 11 i test rapidi che hanno il via libera – Sono 11 i test a tampone rapido validati dal ministero della Saluta e indicati nella nuova circolare che aggiorna le indicazioni sui test diagnostici. Vengono indicate anche le aziende produttrici. Le Regioni potranno dunque approvvigionarsi di tali test che dovranno essere processati nei Laboratori indicati dalla stessa circolare e il cui numero è stato potenziato.
Nelle aree a rischio sì ai test in auto – Nelle aree dove la trasmissione del contagio è ancora molto elevata, a fronte di un sovraccarico dei laboratori diagnostici, la circolare del ministero prevede che si possano utilizzare laboratori mobili o “drive-in clinics”, le strutture previste appunto per il prelievo di campioni attraverso il finestrino aperto dell’auto su cui il paziente resta seduto. Il ministero della Salute precisa che per la Commissione europea “queste strutture permettono di ridurre il rischio di infezione al personale sanitario o ad altri pazienti”.
Sui test per anticorpi ancora poche evidenze – I test sierologici per la rilevazione degli anticorpi “sono molto importanti nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale”, ma “come attualmente anche l’Oms raccomanda, per il loro uso nell’attività diagnostica necessitano di ulteriori evidenze sulle loro performance e utilità operativa”. In particolare, si legge nella circolare del ministero della salute, “i test rapidi basati sull’identificazione di anticorpi IgM e IgG specifici per la diagnosi di infezione da Sars-CoV-2, secondo il parere espresso dal Comitato tecnico scientifico, non possono, allo stato attuale dell’evoluzione tecnologica, sostituire il test molecolare“.