Torna l’asse Berlino-Parigi in vista dell’Eurogruppo di martedì. Francia e Germania hanno trovato uno schema di accordo sugli strumenti che l’Unione Europea dovrà usare per fare fronte all’emergenza coronavirus. Secondo la bozza dell’intesa, visionata dall’agenzia tedesca Dpa, i ministri dell’Economia dei due Paesi, Le Maire e Scholz, si presenteranno con una posizione comune che appoggia tutte le misure a breve termine, incluso l’utilizzo del Mes con condizionalità molto alleggerite. A supporto il credito della Banca europea degli investimenti, che ha proposto un nuovo piano da 25 miliardi per offrire alle imprese europee liquidità per investimenti fino a 200 miliardi, e il fondo Sure per i cassintegrati. C’è, in ogni caso, l’uso del Mes che all’Italia continua a non piacere.

Gualtieri: “Risposta adeguata solo con coronabond” – Bene lo schema Sure e le garanzie Bei ma “la risposta comune europea sarà adeguata solo se comprenderà l’emissione comune di bond europei per finanziare i piani nazionali di risposta all’emergenza”, ribadisce il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri definendo il Mes “uno strumento inadatto a gestire questa crisi nella forma attuale”. La sfida economica è “senza precedenti” e “richiede un vero salto di qualità nella risposta dell’Europa”. Per questo l’Italia “sta conducendo dure battaglie su tutti i tavoli negoziali”. Sullo sfondo della presa di posizione italiana resta, al di là dell’allineamento sul Salva-Stati, la volontà della Francia per mediare tra il Nord e il Sud. Sul tavolo dell’Eurogruppo ci sarà quindi anche la proposta francese di dare vita a un fondo temporaneo, gestito dalla Commissione Ue, che emetta bond sul mercato con garanzie comuni.

Il nuovo Salva-Stati e il ruolo della Bei – Ruota comunque intorno a un nuovo “strumento di finanziamento rapido” del fondo salva-Stati Mes la vigilia dell’Eurogruppo. È passata una settimana dalla spaccatura tra i leader degli Stati membri sulle misure economiche per superare lo choc e, al netto dei tanti appelli arrivati da economisti e intellettuali di Italia e Germania e di alcuni segnali di apertura, non ci sono significativi passi avanti verso i coronabond o “European recovery bond” chiesti dal governo italiano e dai suoi alleati. Intanto la Banca europea degli investimenti ha deciso di proporre all’Eurogruppo una garanzia paneuropea con uno stanziamento da 25 miliardi che consentirà di offrire alle imprese europee liquidità per effettuare investimenti fino a circa 200 miliardi. Una mossa che è uno dei pilastri del piano di risposta messo a punto dalla Germania: gli altri sono lo schema Sure per i cassintegrati e l’uso del Mes senza “assurde condizionalità”. Tre “pilastri” che alla fine sembrano trovare d’accordo Francia e Germania.

La nuova bozza sull’uso del Mes Gli sherpa che stanno preparando la riunione dei ministri delle Finanze hanno infatti messo a punto una nuova proposta per l’uso dei 410 miliardi a disposizione del Mes. Accanto alle linee di credito rafforzate, già previste anche se mai utilizzate e da cui potrebbe arrivare una cifra pari a non oltre il 2% del pil di ogni Stato, è prevista l’attivazione di un nuovo strumento ad hoc per questa emergenza. E’ stato battezzato Rapid financing instrument (come le linee di sostegno urgenti del Fondo monetario internazionale) e potrebbe fornire meno risorse perché avrebbe una dotazione limitata a 80 miliardi totali.

Scholz: “No ad assurde condizionalità” – Il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz, pur senza citare questa nuova bozza, alla radio Ard ha detto che, vista l’emergenza, il Mes deve poter dare finanziamenti immediati “senza bisogno di discutere modifiche alle politiche del Paese nei prossimi anni”. No alle “assurde condizionalità” del passato, ha precisato più tardi. “Non ci sarà una troika nel paese”. Ma no anche ai coronabond: “Non sono adeguati”. Le condizioni del nuovo strumento però appaiono simili a quelle delle Eccl. La differenza è che non dovrebbe essere firmato un Memorandum vero e proprio, bensì un documento con un altro nome che preciserebbe i termini dell’accordo. E non ci sarebbe la sorveglianza rafforzata da parte di Commissione e Bce sui conti dello Stato beneficiario.

“Lavori non all’altezza del compito” – Non abbastanza per l’Italia: di qui il nuovo irrigidimento. “Alcune anticipazioni dei lavori tecnici che ho potuto visionare non sembrano affatto all’altezza del compito che la storia ci ha assegnato“, scrive il premier Giuseppe Conte nella lettera di risposta a quella della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, pubblicata sempre da Repubblica. Conte, che due giorni fa aveva aperto all’uso del Mes se fossero saltate del tutto le condizionalità, torna ad usare toni tranchant: “Si continua a insistere nel ricorso a strumenti come il Mes che appaiono totalmente inadeguati rispetto agli scopi da perseguire”. In serata, l’intervento di Gualtieri: “Come ha detto il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, solo un Mes senza condizionalità” che “conservi del vecchio meccanismo solo il nome, diventando di fatto un fondo per la lotta alla pandemia, potrebbe essere adeguato a concorrere, insieme agli altri strumenti, a una risposta europea all’altezza della sfida che deve essere imperniata su soluzioni nuove”.

Il piano di Le Maire: fondo finanziato con contributi volontari o tasse – Ma il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, oltre a ribadire il suo sì a un Mes light perché “abbiamo creato questo meccanismo per far fronte alla crisi e c’è una grave crisi che non vedevamo dal 2008”, ha intanto messo a punto un altro piano. “In contatto con il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz“, secondo Il Sole 24 Ore. Un punto, quest’ultimo, che comunque al momento non compare nella bozza d’intesa visionata dalla Dpa. L’idea è quella di un fondo europeo, temporaneo e eccezionale con una durata “dai cinque ai dieci anni” da finanziare con stanziamenti volontari dei Paesi membri(qualcosa di simile alle “donazioni” proposte dall’Olanda) o “una fiscalità specifica“, nella forma di “tasse nazionali di solidarietà”. “Potrebbe essere gestito dalla Commissione”, spiega il ministro al Messaggero, “ed emettere delle obbligazioni con diverse garanzie comuni a tutti gli stati membri”. “Dobbiamo proteggere la nostra economia”, chiosa Le Maire, “protezione non è protezionismo. L’Europa ha un’opportunità storica per diventare una superpotenza economica e politica”.

Dombrovskis: “Siamo aperti a ogni opzione” – Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, in un’intervista a Repubblica, spiega che il piano francese è “sul tavolo” ma “siamo aperti a ogni opzione”. “I Coronabond attirano molti titoli sui giornali, ci sono controversie politiche, ma ci sono un certo numero di cose che possiamo fare, che stiamo facendo”, ha aggiunto più tardi. Per quanto riguarda il Mes, per l’ex premier lettone “è logico usare il Mes come prossima linea di difesa perché è già capitalizzato e ha già capacità di prestito. Dobbiamo trovare un compromesso pragmatico, una soluzione su misura per questa crisi che ci permetta di attivarlo”. E le condizionalità? “Una qualche forma di condizionalità è legalmente necessaria, ma non stiamo parlando di una classica condizionalità macroeconomica”.

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