Gli effetti collaterali. A me appassionano sempre. Non li immagini, ti concentri sul fatto grosso, ma loro accanto si compiono, sono un mondo nel mondo. E sono sempre molto interessanti.

Quante malattie in meno stanno circolando da quando abbiamo imparato a lavarci le mani? Negli ospedali facevano campagne informative accorate sul lavaggio mani, per prevenire la diffusione di germi antibiotico-resistenti, e non solo. In un mese tutti abbiamo imparato. Quante malattie in meno, se anche a fine pandemia ci resterà l’abitudine? E chissà che costo in meno per la sanità.

Quanti morti e feriti in meno sulle strade? Sul sito della Polizia stradale leggo che morti e feriti per incidenti, da settimane, sono crollati. Tra 80 e 90%. Su base anno sarebbero oltre 3000 morti e 220.000 feriti in meno. Una magra consolazione, dato il motivo per cui ciò è avvenuto. Ma pur sempre anime ancora vive (spesso giovani) invece di essere dipartite. Pensate, sta circolando ancora viva gente che sarebbe morta…

E quanto inquinamento in meno! Quante malattie in meno da esso derivanti. Pensate, si allontana di settimane il giorno in cui verremo spazzati via per il global-warming! E quanta vita in più nel mare, anche, dato che la pesca è sostanzialmente ferma da un mese, con enormi problemi per il 28.000 addetti, che devono ricevere aiuti economici subito! Ma certo un bell’aiuto per spigole, scorfani, orate, ricciole, dentici, tonni, spada… È sorprendente com’è congegnato questo Pianeta: a ogni dramma corrisponde un benessere. Penso sempre alle manifestazioni di giubilo delle acciughe, ogni volta che pesco un tonno: il loro peggiore serial killer.

E così per i soldi: lavoratori autonomi (5 milioni di italiani), giustamente disperati: niente lavoro, niente guadagni. I dipendenti (19 milioni) molto meno, alcuni per nulla. Anzi. Per tutti, però, un effetto collaterale molto forte, non voluto, utile: un enorme risparmio. Io so, al singolo centesimo, quanto spendevano prima e quanto stanno risparmiando ora. Lo sa anche l’Istat: circa 1.000 euro al mese (dei 2.500 della spesa media di una famiglia italiana, dato del 2019 sul ’18) e cioè la somma delle mancate spese per trasporti, bar, ristoranti, abbigliamento e scarpe, casa, ricreazione. Io dico che è sottovalutato assai. Secondo me sono 1.400. Uno stipendio. Naturalmente tra gli autonomi ci sono i negozianti, che invece patiscono, e che devono essere aiutati subito da contributi, per i quali questo effetto collaterale sarà durissimo.

Il calcolo per alcuni autonomi, però, è assai più alto, soprattutto per chi viaggia molto e dorme fuori casa spesso. Quando diciamo autonomi pensiamo sempre solo ai commessi viaggiatori, ma per tanti professionisti, dai commercialisti ai consulenti, lavorare da casa non è che un vantaggio. E magari hanno scoperto che si guadagna anche qualcosa solo col telefono e sul web…

Quanto in meno potremmo lavorare salvando 1.000 o 1.400 euro al mese di spese (troppo spesso tragicamente inutili)? Quanto tempo in più avremmo (magari a lockdown finito?). Domande nell’epoca del virus.

Insomma, effetti collaterali. Che sono sempre interessanti, sono il backstage della realtà. Ci raccontano sempre molto di noi, delle cose di cui ci danniamo, e forse delle nostre coscienze non sempre cristalline nel giudizio sulla vita.

Poi ci sarebbero gli effetti collaterali psicologici, emotivi, relazionali… ma non vorrei esagerare. Magari ne parliamo in un’altra circostanza.

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