“Guardate ai veri eroi, che in questi giorni vengono alla luce: non sono quelli che hanno fama, soldi e successo, ma quelli che danno se stessi per servire gli altri”. È il messaggio che Papa Francesco ha rivolto nell’omelia della messa della domenica delle palme, con la quale è iniziata la Settimana Santa. Una celebrazione assolutamente inedita non solo nel pontificato di Bergoglio, ma nella storia, perché mai i riti della Pasqua si erano svolti in chiese deserte. Ciò per evitare il contagio del coronavirus. Anche Francesco, come tutti i preti dei Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia, ha presieduto la messa da solo, all’altare della Cattedra, in una Basilica Vaticana vuota. Proprio come deserta era stata piazza San Pietro, il 27 marzo, quando il Papa aveva pregato per la fine del contagio.
Bergoglio ha voluto rivolgere un messaggio particolarmente ai giovani nella giornata che da 35 anni è dedicata a loro. “Sentitevi chiamati – ha affermato Francesco – a mettere in gioco la vita. Non abbiate paura di spenderla per Dio e per gli altri, ci guadagnerete! Perché la vita è un dono che si riceve donandosi. E perché la gioia più grande è dire sì all’amore, senza se e senza ma. Dire sì all’amore, senza se e senza ma. Come ha fatto Gesù per noi”. Il Papa ha sottolineato che “oggi, nel dramma della pandemia, di fronte a tante certezze che si sgretolano, di fronte a tante aspettative tradite, nel senso di abbandono che ci stringe il cuore, Gesù dice a ciascuno: ‘Coraggio: apri il cuore al mio amore. Sentirai la consolazione di Dio, che ti sostiene’”.
Nessun concelebrante accanto a Francesco, affiancato soltanto dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Guido Marini, e dagli altri cerimonieri pontifici che hanno animato la liturgia. Formazione ridotta anche del coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina. Tra i banchi una decina di fedeli, seduti uno per panca. Nelle prime file c’erano il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica Papale di San Pietro, e il vescovo Vittorio Lanzani, delegato della Fabbrica di San Pietro. Nessun altro porporato o vescovo è stato ammesso, né lo sarà nelle prossime celebrazioni fino a Pasqua. Al centro del presbiterio è stato collocato il Crocifisso di San Marcello, risalente al Quattrocento, che nel 1522 salvò Roma dalla peste. Il Crocifisso è stato restaurato in tempi record dai Musei Vaticani dopo che per due ore è rimasto sotto la pioggia, subendo gravi danni, durante la preghiera fatta da Bergoglio in piazza San Pietro per la fine della pandemia. Sull’altare è stata portata anche una copia della Salus populi romani, l’icona bizantina custodita nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore alla quale Francesco è molto devoto.
Durante la messa, il Papa ha ricordato che “il dramma che stiamo attraversando in questo tempo ci spinge a prendere sul serio quel che è serio, a non perderci in cose di poco conto; a riscoprire che la vita non serve se non si serve. Perché la vita si misura sull’amore. Allora, in questi giorni santi, a casa, stiamo davanti al Crocifisso, guardate, guardate il Crocifisso, misura dell’amore di Dio per noi. Davanti a Dio che ci serve fino a dare la vita, chiediamo, guardando il Crocifisso, la grazia di vivere per servire. Cerchiamo di contattare chi soffre, chi è solo e bisognoso. Non pensiamo solo a quello che ci manca, pensiamo al bene che possiamo fare”.
La Settimana Santa quest’anno sarà vissuta interamente in modo social grazie alle tantissime dirette delle celebrazioni in streaming. Lo ha sottolineato anche Bergoglio durante l’Angelus che ha concluso la messa della domenica delle palme. “Incamminiamoci con fede – ha affermato il Papa – nella Settimana Santa, nella quale Gesù soffre, muore e risorge. Le persone e le famiglie che non potranno partecipare alle celebrazioni liturgiche sono invitate a raccogliersi in preghiera a casa, aiutate anche dai mezzi tecnologici. Stringiamoci spiritualmente ai malati, ai loro familiari e a quanti li curano con tanta abnegazione; preghiamo per i defunti, nella luce della fede pasquale. Ciascuno è presente al nostro cuore, al nostro ricordo, alla nostra preghiera”. Francesco ha ricordato, infine, la Giornata mondiale dello sport per la pace e lo sviluppo indetta dalle Nazioni Unite. “In questo periodo, – ha evidenziato il Papa – tante manifestazioni sono sospese, ma vengono fuori i frutti migliori dello sport: la resistenza, lo spirito di squadra, la fratellanza, il dare il meglio di sé… Dunque, rilanciamo lo sport per la pace e lo sviluppo”.