Aveva 90 anni. Nella sua casa-museo, il Castello di Bergamasco, sono esposti i costumi che ha creato nella sua lunga carriera cinematografica, insieme a registi del calibro di Carol Reed, Vittorio Cottafavi e Dario Argento
Le strade polverose, il saloon e i portici entrati nell’immaginario collettivo del genere western erano frutto della sua immaginazione e delle sue mani: Carlo Leva, scenografo e costumista a lungo al fianco di Sergio Leone, è morto domenica 4 aprile nella sua abitazione di Bergamasco, in provincia di Alessandria. Aveva 90 anni, la morte dovuta a un malore improvviso: i soccorritori hanno potuto soltanto constatare il decesso. Nella sua casa-museo, che è il Castello di Bergamasco, sono esposti moltissimi dei costumi che aveva creato nella sua lunga carriera cinematografica, insieme a registi del calibro di Carol Reed, Vittorio Cottafavi e Dario Argento.
Nato a Bergamasco il 27 febbraio 1930, dopo aver frequentato il liceo artistico a Genova, dove visse fino a 19 anni, e collaborato a vari giornali umoristici. Il suo esordio nel cinema alla fine degli anni ’40, quando entrò come volontario sul set del film “Le mura di Malapaga” di René Clement. Grazie a una borsa di studio per la formazione di giovani professionisti, a Roma Leva frequentò per quattro anni l’Accademia di Belle Arti. Lavorò come progettista gli interni di locali pubblici e case private, per poi tornare alla settima arte: si iscrisse al Centro Sperimentale di Cinematografia e lavorò come aiuto scenografo in vari film, incluso il kolossal “Guerra e pace” di King Vidor nel 1955. Negli anni Sessanta decolla la carriera professionistica di scenografo e costumista cinematografico e televisivo: lo scenografo torinese Gino Brosio lo scelse come suo assistente per la lavorazione di “Sodoma e Gomorra (1961). Nacque allora il sodalizio con il regista Sergio Leone, che in questo film era l’aiuto di Robert Aldrich, e con lo scenografo titolare Carlo Simi. Una collaborazione destinata a durate negli anni: Leva con Leone hanno lavorato insieme nei famosi western “Il buono, il brutto, il cattivo” (1965) e “C’era una volta il West “(1967). Diventato titolare del reparto scenografia della major Titanus, Carlo Leva lavorò in più di 120 produzioni in tutto il mondo. Dal grande schermo al piccolo: lavorò anche per la Rai curando le scene di molti spettacoli e sceneggiati.
Nel suo lungo curriculum compaiono “Venere imperiale” di Jean Delannoy, “Mare matto” di Renato Castellani, “Il tormento e l’estasi” di Carol Reed, “Il gatto a nove code” di Dario Argento, “Questa specie d’amore” di Alberto Bevilacqua, “Piedone lo sbirro” di Steno, “Il testimone” di Jean Pierre Mocky, “Maria Zef” di Vittorio Cottafavi, “Maux croisés” di Claude Chabrol.
*Nella foto: a sinistra ritratto di Carlo Leva, a destra Claudia Cardinale e Charles Bronson sul set di “C’era una volta il west”