“È un momento di traffico particolarmente elevato e si è verificato un picco di ingressi, maggiore del consentito. Consigliamo di riprovare tra 10 minuti”. Chi ha provato a inoltrare la domanda per ricevere i buoni spesa – richiedibili da oggi sul sito del comune di Milano – si è visto comparire questo messaggio. Sito in tilt, quindi, per l’enorme numero di utenti che hanno provato a inoltrare la candidatura contemporaneamente. Il capoluogo lombardo ha ricevuto circa 7,3 milioni di euro destinati dal governo ad aiutare le famiglie in difficoltà per via dell’emergenza sanitaria in corso. Si stima che hanno diritto agli aiuti alimentari circa 50-60 mila persone.

Le domande possono essere presentate fino al 13 aprile (anche per telefono): il sito, cercando di diradare gli accessi, ricorda agli utenti che “i moduli sono online 24 ore su 24 fino alla chiusura dei termini di presentazione della richiesta” e soprattutto che non esiste un ordine temporale: “Il momento di presentazione della domanda non costituisce in alcun modo priorità e non dà alcuna precedenza ai fini dell’ottenimento dei buoni spesa. Si raccomanda quindi di effettuare la richiesta in orari presumibilmente non di punta”.

Possono fare richiesta le famiglie residenti a Milano, monoreddito o prive di reddito, che vivono in affitto o pagano il mutuo per la prima casa, con una disponibilità sul conto corrente non superiore a 5mila euro al 31 marzo 2020 e che hanno un reddito complessivo familiare inferiore a 20mila euro (il riferimento è al reddito 2018) o inferiore ai 40mila euro se hanno perso il lavoro a causa dell’emergenza dopo l’1 febbraio 2020. I buoni hanno valore di 150 euro per 2 mesi per una famiglia fino a tre componenti, e di 350 euro al mese per 2 mesi per le famiglie con più di tre componenti. Precedenza a chi ha in famiglia figli minori o anziani di età oltre i 65 anni. Priorità anche per i lavoratori autonomi con reddito precario e per chi non è già beneficiario di reddito di cittadinanza o di altri contributi di sostegno al reddito erogati dal Comune di Milano. Infine, costituisce motivo preferenziale il non avere la piena proprietà di altri immobili.

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