Si tratta di una delle zone più contaminate del mondo. Circa 200 persone che vivono nella zona di esclusione non vogliono andarsene
Bruciano le foreste intorno all’ex centrale nucleare di Chernobyl, l’impianto esploso nel 1986. Tutto è iniziato sabato 4 aprile, quando due incendi sono scoppiati nelle vicinanze del sito: da allora le squadre d’emergenza stanno tentando di spegnere le fiamme che continuano a bruciare la foresta. E proprio a causa dei roghi è stato registrato un aumento di radioattività, in una zona che è tra le più contaminate al mondo. Yegor Firsov, capo del servizio di ispezione ambientale ucraino, ha postato la foto di un contatore Geiger che mostrava radiazioni sedici volte superiori alla norma. Nonostante le fiamme, circa 200 persone che vivono nella “zona rossa”, vasta circa 2.600 chilometri quadrati, hanno rifiutato di obbedire all’ordine di andarsene.
I vigili del fuoco hanno informato di aver localizzato i due incendi: uno copre un’area di circa 5 ettari, mentre il secondo circa 20 ettari. Per spegnerli sono utilizzati anche dei Canadair, aerei capaci di caricare oltre 5 mila litri di acqua in appena 12 secondi. I livelli di radiazioni, hanno riferito le autorità, nell’area sono più alti nel normale, mentre quelli nella capitale Kiev a circa 100 chilometri di distanza rientrano nella norma.