In Lombardia la norma che vieta la circolazione con naso e bocca scoperti è già in vigore, ma le mascherine gratis saranno distribuite solo a partire dalla metà di questa settimana. Un ritardo che, a detta dello stesso presidente dell’Anci Antonio Decaro, è problematico: “Se un’amministrazione dispone l’obbligo”, ha dichiarato all’agenzia Ansa, “è opportuno che tutti i cittadini vengano dotati di mascherina, per chi non se lo può permettere, ma anche per chi se lo può permettere ma non ha la possibilità di acquistarle”.
La nuova ordinanza lombarda, emanata ieri, continua a far discutere. Se in Toscana infatti hanno seguito l’esempio della giunta leghista, hanno però anche deciso di procedere con la distribuzione delle mascherine nei Comuni prima di vietare l’uscita senza protezioni. E proprio su questo punto la Lombardia è stata costretta a correggersi. Solo ieri, il governatore Attilio Fontana, dopo aver firmato la nuova ordinanza, aveva comunicato su Facebook che la Protezione civile lombarda stava “distribuendo 3 milioni di mascherine” perché fossero disponibili in meno di 24 ore, ma era stato smentito da Federfarma e Assofarma Lombardia. Oggi la Regione stessa è tornata sui suoi passi, diramando una nota congiunta insieme alle associazioni di categoria dei farmacisti per dire che la distribuzione non potrà che iniziare a metà settimana e riguarderà “oltre 300mila mascherine che sono già presso il magazzino regionale”. I dispositivi, inoltre “saranno destinati ai clienti delle farmacie con riferimento alle fasce della popolazione più fragili e insieme stiamo definendo i criteri per la consegna”. In Lombardia però la questione ha riaperto lo scontro Roma-Milano, con al centro lo stesso capo della Protezione civile Angelo Borrelli che ieri ha detto di “non utilizzarla” perché rispetta le misure di sicurezza. Frasi che si è poi affrettato a smentire, ma che hanno segnato un’altra tappa nello scontro interno. “Frasi sconcertanti”, ha detto nuovamente oggi l’assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera. “Così non è d’aiuto”.
Piano piano le varie Regioni stanno intervenendo nella stessa direzione. In Emilia-Romagna non sarà previsto l’obbligo, ma da mercoledì inizierà comunque la distribuzione di dispositivi gratuiti sul territorio. Nelle Marche e in Abruzzo si va in quella direzione. Intanto oggi l’Ordine dei medici ha fatto sapere che c’è stata la distribuzione della prima tranche di 620mila mascherine FFP2 per gli ordini territoriali dei medici: “Un atto di grandissima attenzione da parte del ministro Roberto Speranza”, ha dichiarato il presidente della Federazione Filippo anelli.
Il presidente Anci: “Se viene disposto l’obbligo della mascherina, tutti i cittadini devono esserne dotati” – Sono tanti i Comuni che stanno adottando ordinanze simili e a loro il presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani Antonio Decaro ha ribadito che prima dovranno rendere disponibili i dispositivi per tutte le fasce più fragili e poi procedere con i divieti: “Ci sono le linee guida nazionali che non obbligano a utilizzare la mascherina”, ha spiegato all’agenzia Ansa. “Se nella propria autonomia una Regione o un Comune decide di obbligare a usarla, è opportuno che tutti i cittadini vengano dotati di mascherina, per chi non se lo può permettere ma anche per chi se lo può permettere ma non ha la possibilità di acquistarle, perché non ce ne sono”. E’ fondamentale però, che prima siano coperte tutte le esigenze del personale medico: “Quando la protezione civile, che ovviamente sta dando priorità agli operatori sanitari e ai medici, avrà la possibilità di dare le mascherine a tutti, io sono anche disposto ad acquistarle, non ci sarà bisogno di obbligarli, i cittadini se hanno una mascherina la utilizzano, il problema è che non tutti ce l’hanno perché non ce ne sono a disposizione per tutti e perché hanno un costo elevato, quindi non vorrei dare la possibilità di uscire a fare la spesa solo alle persone che hanno la mascherina, mi sembra ingiusto”.
Lo scontro Lombardia-Roma e le polemiche per la frasi di Borrelli sull’uso della mascherina – L’obbligo di portare la mascherina, al di là degli effettivi tempi di consegna dei dispositivi, ha di fatto aperto un nuovo scontro sull’asse Milano-Roma. Anche perché tra i primi a commentare l’ordinanza c’è stato il capo della Protezione civile Angelo Borrelli che ha detto che “lui non la utilizza” perché rispetta il distanziamento di sicurezza. Parole che poi lui stesso ha ridimensionato, smentendo che fossero in aperta polemica con la Lombardia, ma che se non altro hanno creato un effetto di “disorientamento” (così lo ha definito lo stesso sindaco Sala). Sul punto è tornato oggi l’assessore al Welfare Giulio Gallera: “Noi facciamo un grande sforzo per mantenere una forte collaborazione istituzionale”, ha detto a Mattino 5. “Poi è chiaro che le dichiarazioni di Borrelli non aiutano. L’ordinanza sulle mascherine noi l’abbiamo comunicata e in qualche modo condivisa con il presidente del Consiglio e tutti gli altri governatori nella conference call di di venerdì. Gli abbiamo preannunciato questa nostra iniziativa e il presidente del Consiglio ha detto ‘capisco, voi iniziate ad avere una buona produzione, fate pure un’ordinanza del genere'”. Per questo, secondo Gallera, sarebbe stato “sconcertante sentire dire dal capo della Protezione Civile Borrelli che non avrebbe indossato la mascherina. “E’ lo stesso tema della circolare del ministro Lamorgese”, ha detto intervistato a Mattino 5, “sulle passeggiate con i figli: o diamo tutti dei messaggi univoci o disorientiamo il cittadino che non capisce cosa deve fare”.
In realtà, a livello locale, alla giunta Fontana contestano proprio la confusione nelle comunicazioni. Con la Regione costretta a correggersi e dire che le mascherine sarebbero state distribuite a metà settimana e non sono già disponibili. “Siamo tutti tempestati di chiamate dai comuni, dalle farmacie, dagli esercenti”, ha denunciato il deputato Pd Maurizio Martina. “Chiedono giustamente informazioni precise. In Lombardia è caos anche sulle mascherine purtroppo”. A dare garanzie sulla distribuzione è stato però lo stesso sindaco di Milano Beppe Sala: “Nella prima fase”, ha detto, “dovremo fare tutto il possibile per fornirle ai cittadini. Poi nel lungo andare è possibile che i cittadini se le debbano comprare, in questo caso però lo ribadisco che il prezzo va regolamentato perché oggi ci sono in giro prezzi folli”. Anche perché, ha continuato nella sua diretta, “queste benedette mascherine lo abbiamo capito tutti stanno accompagnando e accompagneranno per molto tempo la nostra vita“.
Il caso Toscana: prima la distribuzione, poi l’obbligo – Diversa la gestione fatta in Toscana: qui è stato disposto l’obbligo come in Lombardia, ma la distribuzione gratuita delle mascherine è iniziata oggi. In totale sono circa 1 milione i dispositivi di protezione che saranno distribuiti. In azione 250 persone tra vigili urbani, dipendenti e anche volontari. Il sindaco Dario Nardella si è detto “orgoglioso del fatto che Firenze è la prima grande città dove si distribuiscono a casa le mascherine gratuite”. Allo stesso tempo però ha ribadito che “sarebbe importante se lo Stato avviasse una produzione nazionale di mascherine” anche per calmierare i prezzi. La vicesindaca Cristina Giachi ha annunciato che “la consegna è già in tutta la città. Ci aspettiamo di fare 20.000 consegne al giorno per arrivare a concludere entro 10-15 giorni. Ad ogni persona spettano due mascherine. Non si deve pagare niente”. Poco prima aveva parlato anche il presidente della Regione Enrico Rossi: “Ho chiesto ai sindaci”, ha detto in un’intervista a Radio popolare, “che vengano distribuite porta a porta per evitare assembramenti altrimenti si rischia di far peggio. Sono circa 2-3 mascherine a testa: non sono certo sufficienti ma sono un primo segnale a cui ne vogliamo far seguire altri”.
In Emilia-Romagna nessun obbligo, ma da mercoledì due milioni per i Comuni – Diverso ancora il caso emiliano-romagnolo. Qui non c’è il divieto, ma si è deciso comunque per la distribuzione dei dispositivi. “Mercoledì”, ha dichiarato a Radio 1 il presidente Stefano Bonaccini, “metteremo a disposizione due milioni di mascherine gratuite per i Comuni per i cittadini e un milione per il sistema delle imprese. Tre milioni di mascherine gratuite, esclusi i lavoratori del sociosanitario, in maniera che ci sia una distribuzione più efficace, ma non prendiamo nessuna ordinanza perché credo che nessuna regione riesca a garantire forniture costanti”.