Nonostante il governo cinese abbia bandito la vendita e il consumo di animali selvatici e chiuso il mercato di Wuhan subito dopo l'inizio del contagio, le indicazioni ufficiali della medicina tradizionale cinese per la cura del virus vanno in un'altra direzione
È l’animale più trafficato illegalmente nel mondo, il pangolino. Il suo ruolo nella trasmissione del covid-19 è sempre più accreditato, come indica una ricerca pubblicata il 26 marzo sulla rivista scientifica Nature, che sottolinea come il pangolino sia l’unico mammifero selvatico, oltre al pipistrello dove è stata rilevata la possibilità di essere infettati da un virus affine all’attuale SARS-COV-2. Il piccolo animale ricoperto di squame, simile al formichiere, può essere stato il vettore che ha trasmesso il patogeno alle persone, nel mercato di Wuhan, dove venivano vendute diverse specie di animali selvatici.
Nonostante il governo cinese abbia bandito la vendita e il consumo di animali selvatici e chiuso il mercato di Wuhan subito dopo l’inizio del contagio, le indicazioni ufficiali della medicina tradizionale cinese per la cura del virus vanno in un’altra direzione. Si consigliano le iniezioni di Ta Re Qing, una medicina a base di bile di varie specie di orso, principalmente quelli conosciuti come Moon Bear, che vengono trafficati illegalmente. In Cina, da un lato si proibisce il consumo di fauna selvatica vittima di contrabbando e dall’altro si incoraggia il loro uso per scopi medici.
La notizia è stata divulgata dall’Agenzia di investigazione ambientale londinese (EIA) che ha pubblicato una lista di trattamenti legati alla medicina tradizionale consigliati dalla Commissione Nazionale per la Salute Cinese per combattere il coronavirus. Nel documento COVID-19 Diagnosis and Treatment Plan (7th Trial Version) sono incluse le iniezioni di Ta Re Qing, comunemente consigliate per polmoniti e infezioni respiratorie, senza evidenza scientifica che possano curare i sintomi del coronavirus.
“Viene promosso l’uso di un prodotto derivante dalla fauna selvatica per curare una pandemia possibilmente originata dalla fauna selvatica. La raccomandazione di un medicinale a base di bile d’orso esemplifica l’approccio alla fauna selvatica della legge cinese”, dichiara Aron White, dell’Agenzia di investigazione ambientale londinese (EIA), “quello che sappiamo con certezza è che il traffico, commercio e allevamento di animali selvatici, spesso in condizioni terribili e con molti esemplari nello stesso luogo, fornisce l’opportunità ideale ai patogeni di attraversare le specie e diffondere le nuove malattie infettive”.
Gli orsi conosciuti come Moon Bear sono vulnerabili all’estinzione secondo la lista rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Per l’estrazione della bile vengono tenuti in cattività in piccole gabbie, principalmente in Cina e in Vietnam. Il liquido viene estratto attraverso dei cateteri, con una procedura dolorosa e invasiva. Jill Robinson, fondatrice della ong Animals Asia, ha salvato più di 600 orsi asiatici negli ultimi 20 anni e gestisce due centri per il recupero di esemplari vittime di contrabbando per l’estrazione di bile, ubicati nelle città di Chengdu e Nanning.
“C’è una forte connessione tra il traffico illegale di fauna e la diffusione dei virus, come abbiamo visto nel mercato di Wuhan”, spiega Jill Robinson, “nonostante la rapida risposta del governo cinese relativa al blocco totale della vendita e del consumo di specie selvatiche adesso speriamo che la medicina cinese possa accogliere le alternative vegetali e sintetiche”.
Il Vietnam ha già pianificato la chiusura delle fabbriche che estraggono bile di orso, dal 2022. La Cina non ha ancora fissato una data. “Lavoriamo a contatto con il governo cinese e speriamo che la medicina tradizionale metta fine allo sfruttamento di animali vittime di traffico illegale”, conclude Jill Robinson, “è necessario per la tutela della biodiversità e per evitare la propagazione dei virus nelle persone”.