Usciremo tutti con le mascherine in un prossimo futuro? “Per il coronavirus certamente le mascherine servono, soprattutto alle persone più esposte, operatori sanitari, convalescenti, anziani e persone con comorbidità. Ma dobbiamo ricordare che l’utilizzo della mascherina non ci rende invincibili“. Dunque nella fase 2 “è possibile un utilizzo più allargato delle mascherine”, ma “non un uso universale 24 ore al giorno“. Lo ha detto Luca Richeldi, direttore dell’Unità di pneumologia al Policlinico Gemelli di Roma e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts), intervenuto oggi in conferenza stampa alla Protezione Civile.
“Su Lancet è stato fatto il punto della situazione, e questo fa vedere che in diversi Paesi non c’è una raccomandazione per l’utilizzo universale delle mascherine, che vuol dire sempre e ovunque: fuori e a casa propria“, ha detto. Ma le tradizioni sono diverse. “Abbiamo sempre visto persone di origine orientale che negli aeroporti indossano la mascherina chirurgica”. Si sta trovando “un uso più razionale per il loro utilizzo. Ma dobbiamo ricordare che l’utilizzo della mascherina non ci rende invincibili”, ha aggiunto Richeldi ricordando l’importanza del distanziamento e dell’igiene delle mani, “misure di sicura efficacia. La mascherina non è una corazza che ci difende da tutto. Per chi non è professionalmente esposto – ammette – può rappresentare un valido strumento di difesa, ma” l’uso “non deve indurre ad abbassare la guardia. Probabilmente le dovremo usare là dove non è possibile il distanziamento sociale”