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Coronavirus e 5G: YouTube rimuoverà tutti i video che suggeriscono correlazioni

YouTube ha deciso di rimuovere dalle proprie pagine qualsiasi video che sostenga l'infondata teoria di un rapporto tra 5G e pandemia da Coronavirus, che in Gran Bretagna ha già portato ad atti di vandalismo, con tre torri date al fuoco.
Coronavirus e 5G: YouTube rimuoverà tutti i video che suggeriscono correlazioni
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L’improvvisa diffusione di fake news relative a un supposto rapporto tra la presenza di celle 5G e luoghi di diffusione della pandemia di Coronavirus, ha portato ad atti di vandalismo nel Regno Unito, dove sono state bruciate tre torri. Per evitare che la bufala si diffonda con effetti nefasti anche altrove, Google ha deciso che YouTube rimuoverà ogni video che suggerisca la correlazione tra la tecnologia di comunicazione di nuova generazione e i contagi da COVID-19.

YouTube tuttavia non bloccherà anche i video cospirativi sul 5G, ma solo quelli che mettono in relazione pandemia e tecnologia di telecomunicazioni, in quanto violano le recenti politiche che vietano i video che promuovono “metodi non comprovati dal punto di vista medico” per prevenire le infezioni da Coronavirus.

Immagine: Depositphotos

La decisione è arrivata a breve distanza dalla richiesta di rimuovere materiale cospirativo sull’argomento avanzata a Facebook, Twitter e YouTube dal segretario alla cultura del Regno Unito, Oliver Dowden e votate a prevenire ulteriori attacchi in un momento in cui, come sappiamo, le connessioni internet mobile sono più importanti che mai.

Impossibile tuttavia astenersi dal sottolineare una certa incoerenza di fondo da parte di YouTube, che in questo modo blocca alcuni contenuti falsi ma ne lascia liberamente circolare altri. Le stesse teorie cospirative sul 5G, infatti, non sono al momento supportate da prove o evidenze scientifiche di alcun tipo, così come non esiste prova certa delle sicurezza della rete. L’approccio scelto da Google per YouTube, inoltre, pur se utile nell’immediato, ma non affronta il problema a lungo termine e rischia di costituire anche un precedente ingombrante sul più ampio tema della libertà di espressione.

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