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Alessandro Cattelan a FqMagazine: “Sono perplesso quando l’informazione si mescola all’intrattenimento. La mia prima missione è far sorridere”

Il conduttore – dopo una breve parentesi con “EPCC Alive” registrato da casa -  torna su Sky Uno con lo show “EPCC Live”, in diretta e in un teatro vuoto a Milano. “Sarà uno show in divenire, che nasce giorno dopo giorno. È un momento difficile, ma dobbiamo farlo per chi sta a casa”, dice Cattelan. Nel frattempo si prepara per condurre per il decimo anno consecutivo “X Factor”, che subirà inevitabili variazioni per il Coronavirus 

di Andrea Conti

Provato per la situazione in generale, per tutto quello che sta succedendo, ma concentrato e deciso a portare avanti la sua missione. Abbiamo incontrato – virtualmente – Alessandro Cattelan pronto a condurre la nuova stagione del suo show “EPCC Live”, una produzione Fremantle per Sky. L’appuntamento è tutti i martedì alle 21.15 in diretta, dal Teatro di via Belli di Milano, su Sky Uno, in streaming su Now TV e sempre disponibile on demand. Questa sarà una edizione diversa e in un certo senso storica. Squadra ridotta per rispettare le regole, legate al contenimento del Coronavirus, ospiti solo se gravitano nella zona di Milano per evitare così spostamenti inutili, pubblico virtuale per la prima puntata con 60 ragazzi del Liceo Parini in collegamento dalle loro case. Ospiti della prima puntata l’astronauta Paolo Nespoli, Elodie e Linus, direttore artistico di Radio Deejay. Ci sarà anche spazio per il gioco dei 9 con personalità del mondo dello spettacolo, dello sport e della musica, collegati via webcam che si sottoporranno alle domande di Cattelan: Annalisa, il giornalista Fabio Caressa, l’ex rugbista Martin Castrogiovanni, Leo Gassmann, Jake La Furia, la modella Federica Nargi, il calciatore Alessandro Matri, Shade, Jo Squillo e il pallavolista Ivan Zaytsev.

Nel frattempo Alessandro Cattelan è al lavoro per “X Factor”. La macchina produttiva è già in movimento e ce lo conferma lo stesso Nils Hartmann, direttore delle produzioni originali Sky. C’è da prevedere che non saranno possibili, almeno per le fasi dei Casting e Audition gli assembramenti. Si potrebbe tornare alle prime edizioni, quando gli aspiranti concorrenti si esibivano a porte chiuse solo con i giudici presenti. “Stiamo lavorando da diverse settimane su X Factor – ci anticipa Hartmann -, ci sono alcune ipotesi in campo, non necessariamente legate alle formule del passato. Potremmo pensare a un racconto differente, laddove non fosse possibile realizzare puntate con il pubblico. Il mettere sul piatto molteplici ipotesi per noi è uno stimolo continuo che ci costringe a lavorare con una nuova dimensione del racconto televisivo. Abbiamo già in mente, comunque, delle belle soluzioni”.

Alessandro, la tua vita, chiuso a casa, come procede?
Sto vivendo con alti e bassi, come tutti di base. Cerco sempre di guardare al domani, quindi convivo con questo tipo di ottimismo e speranza. Sono anche abbastanza fortunato perché nessuno dei miei amici, né familiari sta male. Cerco di godermi la famiglia e ritagliarmi dei momenti di solitudine. Alla lunga diventa faticoso, ma c’è sicuramente di peggio. Sto osservando molto in giro, leggo tanto soprattutto i pareri delle persone, sto leggendo tanti articoli dei sociologi, che parlano di cosa potrebbe accadere, quando ricominceremo ad uscire. Mi faccio le mie idee e le mie domande, ad esempio, il tipo rapporto che abbiamo con la morte, ma sono tutte pippe mie, che mi faccio prima di andare a dormire. È comunque un argomento di cui si parla molto, qui in Italia è quasi un tabù, pensiamo di essere immortali e supereroi, è un tema che destabilizza.

Come stai affrontando questa situazione sul lavoro?
Di base ho un atteggiamento positivo, lo sono di indole. Quando c’è un momento brutto, spingo l’acceleratore sull’ottimismo. Ma se usciamo dal nostro essere e la guardiamo in maniera più ampia, ci sarà una ripartenza sicuramente difficile però, questo è un mio pensiero, si andrà di nuovo in pista con il cuore gonfio di vita. Non è un caso che per la prima puntata di ‘EPCC’ avremo in collegamento streaming più di 60 ragazzi del Liceo Parini di Milano, saranno il nostro pubblico per una sera. Un messaggio di speranza anche per i più giovani che sicuramente butterebbero, in questo momento, giù il muro per scappare da casa, non parlo certamente di me che ho 40 anni che ho già perso la gioia di uscire (ride, ndr).

Com’è nata l’idea di “EPCC Alive” da casa?
‘Alive’ era un esercizio, uno sfogo dal momento che ci siamo ritrovati tutti bloccati a casa di colpo. Era anche un esercizio per continuare a sentirci, parlo anche della mia squadra di ragazzi che lavorano con me… Così abbiamo tirato fuori il telefono e iniziato a chiamare qualcuno dalla rubrica per coinvolgerlo nella puntata, in collegamento. Hanno risposto con entusiasmo.

Invece il nuovo show Live, come lo state realizzando?
Lo scopriremo anche noi, stiamo lavorando alla cieca, non stiamo andando in redazione e continueremo a lavorare da casa. Andremo in onda in studio con la formazione iper ridotta, naturalmente senza pubblico e saremo in diretta. È probabile anche che cambieremo le cose in corsa. Però ci stiamo dando come obiettivo, una missione chiara, che poi è anche il nostro lavoro: fare la nostra parte per cercare di alleviare più possibile l’umore di chi sta in casa, ci sono anche persone che stanno male.

Ci riesci?
Comunicare è fondamentale e me ne accorgo anche quando vado a Radio Deejay per trasmettere. Siamo cinque persone in tutto il palazzo, facciamo radio in maniera ruspante, ma fondamentale. La quotidianità è stata distrutta e così cerchiamo di offrire alla gente più punti di appoggio, per fingere, anche in maniera sciocca, che vada tutto bene. Siamo già bombardati di notizie e se per qualche ora riusciremo a non far pensare alle persone a casa alle cose brutte che stanno accadendo, vuol dire che avremo raggiunto il nostro obiettivo.

Quanto la scaletta di “EPCC” sarà influenzata da questo momento storico e sociale?
Abbiamo sempre avuto più registri, siamo un programma che parte dall’intrattenimento comico. Però la prima missione di tutti noi è fare sorridere e ridere, fare uscire aria dal naso alla gente che ci guarda. Abbiamo anche inserito dei momenti introspettivi, perché fa parte della mia natura. Sicuramente questa sarà una stagione particolare che tra qualche anno sarà vista come straniante, con lo studio vuoto e dinamiche diverse.

L’organizzazione in studio come sarà?
Rispetteremo tutte le norme di sicurezza, ci saranno presidi di dottori della Croce Bianca all’ingresso, ci misureranno la misura corporea e l’ossigenazione del sangue. Ci sono delle regole ferree e sia chiaro che se io vado in studio e dovessi avere due linee di febbre, fermeremmo tutta la macchina. Senza esitare.

Avete avuto qualche problema sulla reperibilità per gli ospiti?
No, non abbiamo avuto difficoltà. La cosa principale è stata rispettare ogni step di sicurezza, in modo che la salute di tutti non fosse messa a repentaglio. Siamo partiti cercando persone che abitassero qui a Milano per evitare spostamenti non necessari. Per questa prima puntata abbiamo Linus, il direttore di Radio Deejay, che come Sky, ha subito deciso di preservare la salute dei dipendenti, lasciandoli lavorare da casa da subito. Poi c’è per l’intrattenimento classico Elodie, che ha una sensibilità ed una intelligenza spiccata. Quindi la scelta degli ospiti quest’anno sarà un po’ più mirata per quello che vogliamo raccontare, non è solo momento di show, ma anche un racconto.

Il palinsesto tv si sta impoverendo inevitabilmente, specialmente sul versante dell’intrattenimento “live”. Ritieni sia giusto?
Il giudizio sulla televisione oggi, va un po’ sospeso, perché quello che sta accadendo sta travolgendo tutto e tutti. In tv non si tira su un programma da un momento all’altro, noi andiamo avanti perché eravamo già previsti e settati, chi era già in onda ha dovuto fare a meno del pubblico. Sicuramente questa situazione ci ha trovato impreparati un po’ tutti, nessuno escluso. Abbiamo sottovalutato il problema.

La tv ormai sembra monopolizzata dall’informazione minuto per minuto. È un bene?
Sono perplesso quando l’informazione si mescola all’intrattenimento, quando poi il reale scopo non è quello di informare. Dobbiamo fare attenzione quando l’informazione si infila nella mente della gente con il sensazionalismo a tutti i costi.

Dove l’intrattenimento viene meno in tv, si riversa nelle dirette Instagram, come ad esempio quelle di Jovanotti con Fiorello. Sta cambiando il linguaggio dei media?
Me lo chiedevo anche io qualche giorno fa. Premesso che le dirette Instagram c’erano già prima che scoppiasse il Coronavirus. Va apprezzato lo spirito come, appunto, quello di Jovanotti che lo fa per intrattenere i suoi fan. Poi è vero che non c’è il pubblico in studio, non ci sono gli autori, e tutto si riduce a una vera e propria chiacchierata tra amici. Non credo che cambieranno le cose comunque in futuro. La tv, secondo me, ha bisogno sempre di una certa estetica, quello che guardi, deve essere sempre bello. Detto questo, ribadisco che mi piace molto l’attitudine delle dirette Instagram e credo che si continuerà così ancora per un po’.

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