Parlare del Coronavirus in Brasile è relativamente banale. Tutto chiuso, controlli persino sulle spiagge, San Paolo ovviamente la città più colpita, mascherine, paranoia generale, Jair Bolsonaro che non ha capito molto. Polemica tra chi è per la quarantena e chi no. Un certo numero di contagiati (molti, ma molti meno di quanti bambini vengano stuprati e assassinati) e un certo numero di morti. Finito.
Molto più curioso e interessante parlare di una serie di notizie a cui è stato dato pochissimo rilievo in Brasile, figuriamoci nel resto del mondo.
Una delle più importanti reti televisive del Brasile, la Bandeirantes è stata praticamente comprata da China Media Group, uno dei più potenti gruppi media al mondo e di proprietà dello Stato. Adesso nei telegiornali BandNews viene fatta propaganda al partito comunista cinese, parlando di Xi Jinping come di uno dei più grandi leader della storia del mondo.
Lo stesso gruppo ha fatto un accordo di cooperazione con Rede Globo, la rete nazionale brasiliana per produzione di cinema, televideo, sport, intrattenimento, 5g e altro. Questo era accaduto già a novembre, quando esplose in Cina il caso Coronavirus.
In pratica la Cina metterà il becco persino nelle famose Telenovelas, che sono non solo un prodotto nazionalpopolare di qualità, ma anche un mezzo di comunicazione molto efficace da sempre in Brasile sul piano sociale.
E’ verosimile che le reti principali non potranno parlare male del Partito Comunista Cinese, il partito più grande del mondo con novanta milioni di membri.
Ma non finisce qui.
L’attuale governatore dello Stato di Sao Paulo, João Doria, un misto tra un imprenditore, un politico (PSDB), un giornalista, e via dicendo (ne sappiamo qualcosa) ha stretto accordi con imprese cinesi (legate ovviamente al partito comunista) per investimenti in campo agroalimentare e dell’allevamento, e per la costruzione di dighe, ferrovie e diversi aeroporti.
La CTG, megagruppo cinese per le energie rinnovabili ha già costruito, partendo dal 2016, 17 idroelettriche e 11 parchi eolici.
C’è chi grida alla colonizzazione imperialista. C’è chi cavalca la situazione per ragioni politiche, dicendo che l’imperialismo non è, come sembra, quello americano, bensì quello comunista, cosa di cui l’attuale governo dovrebbe avere orrore. Come dire, dalla padella alla brace. Il punto rimane il medesimo, tra gli altri problemi del paese c’è quello di non riuscire a far valere la propria sovranità. Del resto i cinesi comprano tutto quasi ovunque, mica solo qui.
In Brasile c’è chi ha paura di svegliarsi una mattina, cinese.