Tutto mi sarei aspettato da questo governo (con dentro i 5 Stelle) tranne il varo di una task force anti-fake news.

Riepiloghiamo: il governo italiano, per emanazione della presidenza del Consiglio, si cimenterà in una prova in cui finora hanno fallito tutti. Quanti proclami negli ultimi anni abbiamo sentito a riguardo?

Fateci caso: le fake news sono sempre quelle che si leggono sul web o sui social network. Ma per quanto riguarda le tante balle a cui assistiamo in tv o che leggiamo sui giornali va tutto bene, giusto? Non c’è un indice di credibilità dei giornalisti? Beh, se esistesse sarebbe ai minimi.

La gente non si fida più delle fonti tradizionali, non si fida dei tg, non si fida più neanche dei giornali anche se li segue ancora. Non si è mai letto così tanto nella storia dell’umanità. Ma i nuovi lettori ora hanno maturato gli anticorpi, si creano la propria agenda, navigano su più siti, confrontano più fonti. Spesso questo nuovo lettore dice la sua, parlando con i propri amici, conoscenti, in rete, discutendo liberamente sui gruppi, nelle chat WhatsApp e con ogni mezzo a sua disposizione.

L’opinione pubblica non è mai stata così pubblica, perché oltre che pubblica è manifesta, ovvero si esprime, parla, dice la sua. E naturalmente lo fa sulle reti sociali, che hanno dato voce a tutti. E’ un danno per i grandi gruppi industriali e finanziari, per le aziende che hanno sempre mantenuto il monopolio dell’informazione, prima con i giornali, le radio, le tv. C’hanno provato anche con Internet ma non gli è ancora riuscito. Il loro sogno resta quello di tappare la bocca alle fonti non ufficiali, alle testate non allineate con il sistema, ai piccoli siti, ai blogger, ai liberi pensatori.

Sono veramente curioso di sapere come si svolgerà il lavoro di questa ennesima task-force. Ruben Razzante (professore dell’Università Cattolica, uno dei componenti chiamati da Martella) dice oggi in un’intervista sul Dubbio: “Nessuna censura, staneremo le fake news che danneggiano la nostra comunità”. Nel colloquio, il prof. dell’Università Cattolica prova a spiegare: prima devono trovare le notizie false, poi dovranno comunicarle. Ogni tentativo del genere è stato un fallimento, per un semplice motivo: il pubblico dei lettori è eterogeneo, è vasto, è molteplice.

Ci sono tanti tipi di lettori: quello assiduo, abbonato a un giornale, a un sito, a una newsletter; poi c’è quello saltuario, che salta di qua e di là; ci sono quelli distratti che leggono in maniera superficiale, magari solo i titoli. E poi c’è anche il non-lettore, colui che non si informa in maniera consapevole, ma si imbatte nelle notizie. Ecco, nell’era di Internet e dei social accade questo: ci si imbatte nelle notizie. Perché ti iscrivi ai social per restare in contatto con i tuoi amici e ti imbatti in una notizia, o ti inseriscono in un gruppo Whatsapp, e poi capita che parli con il portiere, un tuo amico, e questo ti manda un link, un video. Secondo voi (almeno) quest’ultimo tipo di lettore (non-lettore, o inconsapevole) andrà poi sul portale della task force del sottosegretario Martella per andare a controllare se quella notizia che ha letto è vera o falsa o x?

La faccio io una proposta a Andrea Martella. Perché non costituisce una bella task force anti-propaganda (almeno in Rai)? Puntata di #CartaBianca del 24 marzo 2020: Salvini parla in collegamento con Bianca Berlinguer e dice una serie di inesattezze. Inizia così: “In un momento come questo non si può risparmiare”. Poi la conduttrice chiede al leader della Lega: “Cosa chiedereste all’Europa?” e Salvini risponde: “Di usare i soldi degli italiani per gli italiani”. Poi sostiene che il PIil dell’Italia è di 1 miliardo e 800 milioni di euro (dice proprio così) e la spesa pubblica nazionale corrisponde a 800 milioni di euro (in realtà è di più di mille miliardi).

Il capo del principale partito d’opposizione davvero non conosce le cifre esatte? O lo fa solo per giustificare il suo discorso? Perché non è apparso un bollino rosso con le vere cifre? Invece no, lo si lascia parlare liberamente e continuare a fare propaganda su una tv pubblica nazionale. Io ora ho fatto l’esempio di Salvini, ma sono molti i politici che usano la Rai come i propri canali social, ovvero per fare propaganda e spararle a reti unificate. Avete presente il classico servizio sulla politica dei TgRai? Politici e parlamentari lasciati soli con il microfono attraverso cui possono dire tutto quello che vogliono, acriticamente e senza repliche. Di questo non vi scandalizzate?

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