Vittorio Feltri sabato sera era disperato: in Italia e nel mondo non c’era uno straccio di notizia. Come “aprire “ il suo “Libero trash”? Idea: il giornalista decide di approfittare del solito prefestivo deserto di informazioni per fare un bilancio complessivo del nostro governo in tempo di Coronavirus. E con la sua solita grande onestà intellettuale titola così a 9 colonne di prima pagina:
Siamo nelle mani dei mediocri – IL TRIONFO DEI PEGGIORI – A gestire l’emergenza ci sono un avvocato, un ex steward del San Paolo, un ex concorrente del Grande Fratello e un laureato in Scienze politiche. Ecco i risultati: abbiamo il record dei morti
Poi, per rallegrare i lettori con una macabra boutade, subito sotto, rassicura tutti con un titolo paradossale: “Sicurezza e trasparenza – La ricetta di Trump”, per poi farli riprecipitare nella disperazione: “Zingaretti torna in Tv – Oddio un’altra disgrazia”. Pura cronaca non ideologica, rafforzata dall’articolo del suo erede, Pietro Senaldi, che arranca di “spalla” col suo “Tutti promossi agli esami. Asini in festa” che ha un incipit che entrerà nella scienza politica: “È storia che i regimi puntino molto sulla scuola, per plasmare le nuove generazioni e sfornare un esercito di soldatini acritici imbevuti di ideologia“. Evidentemente, invece che “asini” avrebbe preferito che i ragazzi italiani fossero tutti contagiati, ma critici. Chissà qual è l’ideologia di Senaldi. Senza accorgersene gli è scappato di penna persino un attacco frontale alla Chiesa cattolica.
Poi un articolista che modestamente si firma “Zeus” ci spiega che fin dall’antichità si sosteneva che un “governo dei migliori” è preferibile a un “governo dei peggiori”. Ci pensiamo un po’ su e dobbiamo dire che “Zeus” è abbastanza convincente. Che stupidi, lo avevamo sotto mano un “governo dei migliori”, di quelli che avrebbero sconfitto il virus in un battibaleno con quattro processioni e due avemaria, ma nell’agosto scorso abbiamo perduto l’occasione d’oro e ora la stiamo pagando cara.
Fa una certa impressione rileggere dal titolone la composizione dell’attuale governo Conte. Ma vi rendete conto che c’è addirittura un laureato in Scienze politiche? Pensate un po’. Avremmo potuto avere come Presidente del Consiglio non un inesperto avvocato ma nientemeno che uno statista fondatore di “Comunisti Padani” e con l’esperienza del Pranzo è servito. Il quale per poco mancò la laurea ad Oxford pur avendo scritto un monumentale studio su Churchill.
La sua linea filoeuropea ci avrebbe senz’altro aiutati a far spalancare i cordoni della borsa ai tedeschi. E in caso contrario il nuovo ministro degli Esteri, Savoini, grazie al suo stretto collegamento con Putin, certamente avrebbe assicurato un’enorme liquidità al nostro paese disastrato. Come vicepresidente del Consiglio avremmo potuto avere addirittura la Preside del Mit (Massachusetts Institute of Technology), nota in tutto il mondo per il suo saggio: “Come affiggere manifesti fascisti alla Garbatella”.
Non sarebbero mancati i voti, peraltro necessari, di Forza Italia e quindi avremmo avuto Sgarbi come ministro ai disastri (elettorali) nonché Dell’Utri agli Affari meridionali e Previti, come al solito, candidato alla Giustizia al posto di quello sciocco di Alfonso Bonafede che non sa “trattare” con giudici, avvocati e testimoni.
Il caso, che purtroppo ci è caduto in testa, di una gravissima emergenza sanitaria non ci avrebbe trovati impreparati, perché avrebbe saldamente retto il presidio della Sanità pubblica italiana la ministra Nicole Minetti, l’igienista dentale già Consigliera lombarda per Berlusconi. Una vera certezza, come peraltro avremmo avuto garanzia totale per la nostra moneta col nuovo Presidente della Banca d’Italia Denis Verdini e col nuovo Direttore generale Armando Siri.
Come abbiamo fatto a perdere questa occasione proprio non si sa. Per questo ci meritiamo questo disastro. Perché non osserviamo i consigli di Libero, che, soprattutto dopo la sospensione del Vernacoliere, è in grande spolvero.
Anche il giorno prima Vittorio Feltri, in qualità di Condirettore di “eLife” insieme con il Nobel Schekman, ha sconfessato tutta la comunità scientifica italiana, nonché il suo “eroe” Attilio Fontana, con una previsione certa comunicata nel fondo di apertura: Murati fino a maggio? Vada a casa Borrelli. Noi però usciremo.
Ma sì, tutti per strada. Ci domandiamo soltanto: chi poi comprerà Libero se i suoi lettori seguiranno fedelmente i consigli dell’illustre Direttore virologo?
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