Da quando la pandemia di Coronavirus è scoppiata in tutto il mondo, Facebook è stata molto attiva su tutti i propri prodotti – dall’omonimo social network a Messenger, passando per WhatsApp e Instagram – nell’introdurre soluzioni atte ad arginare la diffusione di fake news e a fornire invece una corretta informazione basata su fonti affidabili e fatti scientifici. In quest’ottica su WhatsApp l’azienda di Mark Zuckerberg ha deciso di inasprire ulteriormente le misure restrittive, limitando la possibilità di inoltrare a una sola persona o chat per volta i messaggi già inoltrati più di cinque volte.
In realtà limitazioni di questo tipo erano già state introdotte nel 2018 in India, all’indomani di alcuni disordini innescati proprio dalla circolazione di notizie false attraverso l’app di instant messaging. All’epoca la limitazione prevedeva l’impossibilità di inoltrare a più di cinque contatti per volta i messaggi che risultavano già inoltrati più di cinque volte. Un provvedimento che all’epoca diminuì le condivisioni del 25%. Facebook dunque non ha fatto altro che restringere ulteriormente il numero di contatti o chat a cui è possibile inviare messaggi già inoltrati parecchie volte, estendendo il provvedimento a livello mondiale.
È bene specificare però che in realtà WhatsApp non può conoscere il contenuto dei singoli messaggi visto che l’app gode di una cifratura point-to-point, ossia integrale per tutto il percorso, dallo smartphone di un utente fino a quello dell’altro utente coinvolto nella comunicazione. Questo rende difficile anche ricostruire il percorso e risalire dunque all’origine di una fake news, che a differenza di Facebook o YouTube potrà quindi diffondersi assai più velocemente e in modo più capillare. Per questo Facebook ha dovuto implementare uno strumento poco selettivo per frenare la circolazione di false notizie su pandemia e COVID-19, come correlazioni con la tecnologia G, cure miracolose e impossibilità di effettuare vaccini, tanto per fare tre esempi assai diffusi.
“Tutti i messaggi inoltrati sono malevoli? Certamente no”, si legge nel post sul blog ufficiale WhatsApp. “Tuttavia, abbiamo visto un aumento significativo della quantità di inoltri che gli utenti ci hanno detto possono avvertire come opprimenti e possono contribuire alla diffusione della disinformazione. Riteniamo che sia importante rallentare la diffusione di questi messaggi per mantenere WhatsApp un luogo di conversazione personale”.