Aveva scritto di essere deluso dalla risposta europea a “una tragedia senza precedenti” annunciando di aver presentato le dimissioni. A Mauro Ferrari, scienziato e ormai ex presidente Consiglio europeo per la ricerca, replica l’ente con un durissimo comunicato. “Venerdì 27 marzo – si legge – tutti i 19 membri attivi del Consiglio scientifico hanno richiesto, individualmente e all’unanimità, che Ferrari si dimettesse dall’incarico di presidente dell’Erc”. Ferrari ha quindi rassegnato le dimissioni “il 7 aprile. Quindi, le sue dimissioni di fatto hanno fatto seguito ad un voto di sfiducia, unanime e per iscritto“, continuano i consiglieri.

Ferrari, invece, ha scritto una lettera al Corriere della Sera di aver scelto il passo indietro perché ostacolato dalla burocrazia: “Perdonatemi, ma io credo che la priorità adesso sia fermare la pandemia e salvare milioni di vite. Questo ha precedenza sulle carriere, sulla politica e sulla bellezza di un certo tipo di ricerca. La scienza dev’essere al servizio della comunità, specialmente nei momenti di emergenza. E questo lo è, perché solo la scienza sconfiggerà Covid-19“. Al Financial Times aveva anche dichiarato: “Sono stato estremamente deluso dalla risposta europea al Covid-19. Ero arrivato alla guida dell’Erc come un fervente sostenitore dell’Ue” ma “la crisi del Covid-19 ha completamente cambiato la mia opinione anche se continuo a sostenere con entusiasmo l’idea della collaborazione internazionale”.

Dimissioni affidate a von del Leyen – Lo scienziato che uno dei principali esperti a livello mondiale nel campo delle nanomedicina e per anni è stato ricercatore sul cancro negli Stati Uniti aveva spiegato che aveva deciso di presentare le sue dimissioni alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ieri pomeriggio dopo non essere riuscito a persuadere Bruxelles a mettere in piedi un programma scientifico su larga scale per combattere il coronavirus. La sua proposta per creare un programma speciale per combattere e studiare le contromisure mediche per superare la crisi è stata però bocciata all’unanimità dal Consiglio scientifico dell’Erc. Ha poi lavorato a stretto contatto con von der Leyen che nella lettera ringrazia – per mettere a punto un piano per contrastare la diffusione della pandemia che si è poi arenato, in sostanza, sulle secche delle procedure burocratiche. Ieri, dopo aver annunciato per oggi una conferenza stampa della presidente della Commissione per presentare l’exit strategy dalla crisi sanitaria, la stessa Commissione ha inaspettatamente fatto marcia indietro annullando la conferenza stampa. Motivando il cambio di programma con il fatto che il relativo documento non era ancora maturo per l’approvazione da parte dell’esecutivo europeo.

Lo scienziato: “Bocciato il mio progetto per Covid 19” – “Il mio incarico come presidente del Consiglio europeo della ricerca (Cer) finisce qui: ho presentato le dimissioni alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen.Avevo preso servizio a gennaio scorso, motivato dall’entusiasmo per questa rispettata agenzia di finanziamento, dalla mia dedizione verso gli ideali di una Europa unita e dal desiderio di essere al suo servizio. Queste motivazioni idealistiche – continua la lettera pubblicata dal Corriere – si sono scontrate con una realtà diversa. Segnali inquietanti che avevo raccolto già dai primi momenti si sono trasformati in raggelanti certezze. Nei momenti di emergenza le persone, e le istituzioni, mostrano la loro natura profonda. Già dall’inizio della pandemia era evidente che questa sarebbe stata una tragedia senza precedenti e che a soffrine di più sarebbero stati i più deboli. Ho dunque subito presentato una mozione per il lancio di un programma scientifico focalizzato su Covid-19. Ho creduto necessario- prosegue Ferrari – fornire ai migliori scienziati gli strumenti e le risorse per combattere la pandemia con nuovi farmaci, vaccini, metodi diagnostici e nuove teorie scientifiche sul contenimento. L’ente di governo del Cer ha però votato contro la mia proposta, unanime, senza neppure discuterne“.

Le quattro ragioni del consiglieri dell’Erc – La richiesta di dimissioni, puntualizzano i consiglieri, invece è dovuta a “quattro ragioni“, che vengono elencate, una per una. b: “Durante i tre mesi del suo mandato il professor Ferrari ha mostrato una completa mancanza di apprezzamento per la ragion d’essere dell’Erc, che è quella di sostenere l’eccellenza nella scienza di frontiera, designata e implementata dei migliori ricercatori di Europa”. “Sebbene abbia affermato di sostenerla nei pronunciamenti pubblici – continuano -b. Non capiva il contesto del Consiglio Europeo di Ricerca all’interno del programma Horizon 2020”. b “Fin dalla sua nomina il professor Ferrari ha mostrato una mancanza di impegno nei confronti dell’Erc, non partecipando a molte importanti riunioni, passando molto tempo negli Stati Uniti d’America e mancando di difendere il programma e la missione dell’Erc quando doveva rappresentarlo”. Terza ragione: “Per contro il professor Ferrari ha preso diverse iniziative personali all’interno della Commissione, senza consultare o attingere alla conoscenza collettiva del Consiglio scientifico, usando invece la sua posizione per promuovere le proprie idee”. Quarto motivo della richiesta di dimissioni: “Il professor Ferrari era coinvolto in molteplici imprese esterne, alcune accademiche e alcune commerciali, che prendevano molto del suo tempo e dei suoi sforzi e che, in diverse occasioni, sono parse avere la precedenza rispetto al suo impegno per l’Erc. Il carico di lavoro associato a queste attività si è dimostrato incompatibile con il mandato di presidente del Consiglio scientifico”.

Erc: “Nella migliore delle ipotesi non dice tutta la verità” – Il Consiglio scientifico viene poi al merito della questione sollevata dall’ormai ex presidente, cioè il mancato sostegno ad un appello dell’Erc per finanziare un’iniziativa specifica sulla Covid-19. “Nello specifico, non abbiamo sostenuto una iniziativa speciale perché non è di nostra competenza e la Direzione generale della Commissione per la Ricerca e per l’Innovazione, con la quale siamo in collegamento, era già molto attiva nella sviluppare nei programmi per supportare questa ricerca attraverso i canali appropriati”. Il Consiglio elenca poi, per due paragrafi, tra l’altro, una serie di progetti di ricerca nel campo degli agenti patogeni finanziati dall’Erc. “Tuttavia – ammette – l’Erc non fa appelli su tematiche specifiche, dato che il principio guida del Consiglio Europeo della Ricerca è che i nostri ricercatori sono liberi di perseguire gli obiettivi che essi stessi definiscono e di decidere su che cosa vogliono lavorare. Secondo noi, questo è un modo di importanza cruciale per generare la migliore scienza”. Il Consiglio scientifico “desidera chiarire, nel caso ci fosse qualsiasi dubbio, che sostiene assolutamente la visione per la quale la ricerca scientifica fornirà le migliori soluzioni per affrontare le pandemie, come la Covid 19“. “Pertanto, ci rammarichiamo della dichiarazione del professor Ferrari, che nella migliore delle ipotesi non dice tutta la verità. Questo Consiglio scientifico resta dedito a perseguire la missione per la quale l’Erc è stato fondato: sostenere la ricerca innovativa che viene dal basso (bottom-up, ndr)”, concludono i consiglieri.

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