Diritti

Coronavirus, per l’Ail quest’anno niente uova di Pasqua in piazza: ma per aiutare c’è la raccolta fondi

Data l'emergenza, l'Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma deve rinunciare per la prima volta in 26 anni al suo tradizionale appuntamento. Ma per sostenerla è attiva la campagna "Io sono a rischio" che supporterà anche il servizio di assistenza domiciliare per adulti e bambini

Quest’anno è la prima volta in 26 anni che l’Ail – Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma – non può scendere nelle piazze per vendere le proprie uova di Pasqua per finanziare i suoi progetti, ma è comunque possibile sostenere la sua campagna di raccolta fondi intitolata Io sono a rischio. “In questo momento di emergenza abbiamo messo in campo iniziative straordinarie per continuare a sostenere le nostre attività nel campo della ricerca scientifica e dei servizi ai pazienti” dice a Ilfattoquotidiano.it il presidente Ail Sergio Amadori. E lancia un appello: “Chiediamo di sostenerci contattando le Sezioni dell’Associazione sul territorio nazionale e con una donazione attraverso il nostro sito”. “L’Associazione italiana contro leucemie, linfomi e il mieloma, da sempre e oggi più che mai – aggiunge l’ematologo – mette al primo posto il paziente con diagnosi di tumore del sangue che risulta particolarmente fragile in quanto il suo sistema immunitario è gravemente depresso e quindi è più a rischio”.

Nonostante la pandemia di Covid-19, le cure farmacologiche, le terapie in ospedale e le assistenze domiciliari contro queste gravi malattie devono essere garantite ai pazienti. È una battaglia contro il tempo e per la vita. In particolare l’associazione, costretta a rinunciare al tradizionale appuntamento del periodo pasquale, vuole comunque continuare il suo impegno lanciando un nuovo progetto solidale a distanza che porterà benefici reali a centinaia di malati. “Aiutaci a garantire ricerca e assistenza ai pazienti immunodepressi. Ail sostiene anche i centri ospedalieri impegnati senza sosta per fronteggiare il coronavirus“, spiega l’associazione.

L‘Ail, con alle spalle 50 anni di lavoro e 81 sezioni provinciali presenti in tutta Italia, non vuole fermarsi e rilancia la sua raccolta fondi. “Aiutaci a combattere l’emergenza, visita il nostro portale web e segui l’hashtag #iosonoarischio. Così è possibile fare donazioni online in modo semplice e diretto“, precisa l’Ail. “Negli ultimi anni, i progressi straordinari della ricerca scientifica e terapie sempre più efficaci, tra cui il trapianto di cellule staminali, hanno reso leucemie, linfomi e mieloma sempre più curabili – dice Amadori -. Ma questo risultato non è sufficiente: il nostro obiettivo è curare al meglio tutti i pazienti aumentando non solo la durata, ma anche la qualità della vita e la percentuale di guarigioni”.

I fondi raccolti con la campagna Io sono a rischio verranno utilizzati anche per il servizio di assistenza domiciliare per adulti e bambini fornito dall’associazione con 42 progetti di cure a casa su tutto il territorio nazionale. Inoltre, con le risorse delle donazioni, sarà possibile sostenere le 71 case alloggio Ail, strutture ad hoc presenti vicino agli ospedali che accolgono i 1.549 pazienti che si spostano dalle loro città ai luoghi di cura. Sostenendo la campagna è anche possibile supportare il funzionamento dei Centri di Ematologia e di Trapianto di cellule staminali e finanziare servizi socio-assistenziali che ogni anno supporta oltre duemila famiglie.