Alcuni governi, tra cui quelli di Italia, Francia e Spagna, hanno protestato per non essere stati consultati prima di dare pubblicità all'iniziativa, ritenendo anche che iniziare a parlare di una roadmap per l'uscita dalle restrizioni, in questo momento, potrebbe rivelarsi controproducente
In meno di 24 ore, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha prima convocato per oggi (8 aprile) una conferenza stampa sulla roadmap per uscire dalle misure restrittive adottate per combattere la pandemia di coronavirus e poi ha deciso di cancellarla. Dietro alla frenata del vertice di Palazzo Berlaymont ci sono le proteste di alcuni Paesi membri ancora in piena crisi da Covid-19 che nemmeno sarebbero stati interpellati dalla Commissione sula exit strategy da condividere a livello europeo.
Così, nel giorno in cui si consumava il fallimento, con rinvio a giovedì, dell’Eurogruppo sulle misure economiche da adottare per limitare le ripercussioni della crisi, da Bruxelles arriva anche la notizia che la roadmap non verrà approvata dal collegio che terrà invece un semplice “dibattito orientativo”, senza adottare decisioni. Il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, ha tentato di giustificare il cambio di rotta dicendo che l’adozione di una exit strategy è “una questione complicata, perché i Paesi si trovano in fasi diverse” della lotta alla pandemia: “Abbiamo lavorato al documento ma serve” ancora qualche giorno prima della sua adozione, ha aggiunto.
Ciò che non ha detto, ma che viene riportato da numerosi media europei e internazionali, è che alcuni governi, tra cui quelli di Italia, Francia e Spagna, hanno protestato per non essere stati consultati prima di dare pubblicità all’iniziativa, suggerendo prudenza. Gli esecutivi hanno ritenuto che iniziare a parlare di una roadmap per l’uscita dalle restrizioni, in questo momento, potrebbe rivelarsi controproducente, mentre diversi Paesi stanno ancora combattendo la battaglia contro la diffusione del virus. Così, ai giornalisti di Politico, lo stesso Mamer ha dovuto dichiarare che l’adozione del piano è stata rinviata a “dopo Pasqua”.