Maccio Capatonda è un genio. Ma nei giorni di reclusione imposti dal coronavirus ha semplicemente superato se stesso. Il TG 40ena, direttamente registrato dal tinello di casa propria, tocca le vette del sublime. Attorno la più classica e riconoscibile oggettistica da cucina. Una macchina del caffè, quattro pomodori appoggiati dentro ad un contenitore, il frigorifero coi magneti. Maccio a mezzo busto, fogli in mano e sguardo in macchina, lancia i servizi casalinghi.
Ed è il Capatonda falsificatore dei linguaggi a regnare sovrano. Qui quel sempiterno tono da servizio giornalistico apocalittico che diventa pongo in mano al creatore divino. Maccio prima inventa il nome dell’autore del servizio, un groviglio inaudito di sillabe che spiazzano e sbellicano, poi ecco il “fatto” in esame. Si va dal dramma dei peli sul divano, a quello sulla perdita del telecomando, fino al calzino caduto dal balcone. Il tono enfatico e allarmistico che spiega il dramma e interloquisce con l’ignaro testimone e/o vittima, non ha comicamente eguali. Ed è tutta farina del sacco di Maccio: voce fuori campo e performance fronte macchina. E per non farsi mancare nulla del vero tg ci sono persino le previsioni del tempo (“venti, qualche spiffero se apro le finestre”; “temperature, nel freezer anche sottozero”). C’è anche un’edizione notturna, assolutamente straordinaria, per un servizio sul lavandino che sgocciola e non fa dormire. Le visualizzazioni in queste settimane sono volate a centinaia di migliaia. Un video va oltre il milione. E lo diciamo con grande sincerità: sarà l’unica cosa che ci mancherà quando la quarantena sarà finita.