Un’ondata di maltempo, la crepa che si apre a novembre, i lavori e il via libera. E nei mesi precedenti, la scorsa estate, la prima di tre segnalazioni del sindaco di Aulla, Roberto Valettini, all’Anas con la preghiera di verificare se il viadotto Albiano che attraversa il fiume Magra, spezzatosi come fosse di sabbia alle 10.20 dell’8 aprile, avesse bisogno di interventi o limitazioni del traffico. Insomma, se fosse stabile o meno.
Era l’8 agosto 2019 e Anas rassicurava sullo stato di salute del ponte: “Non presenta al momento criticità tali da compromettere la sua funzionalità statica, sulla base di ciò non sono giustificati provvedimenti emergenziali”, si legge nella lettera di risposta inviata al Comune toscano il giorno seguente e firmata dal responsabile dell’area compartimentale Vincenzo Marzi.
Appena nove mesi dopo il viadotto Albiano, circa 330 metri di lunghezza, si è spezzato all’altezza di ogni pilone mentre due furgoni lo attraversavano. Due feriti, nessuno in pericolo di vita, per fortuna. Ma senza le restrizioni legate all’emergenza coronavirus, le cose sarebbero potute andare molto diversamente. Perché, lo ha spiegato il presidente della Provincia di Massa-Carrara, Gianni Lorenzini, quell’infrastruttura è “importantissima per la popolazione dell’alta Lunigiana, punto di collegamento sia con i primi territori della Liguria sia con il resto della Toscana”. E quindi molto frequentata, essendo lo snodo con la strada provinciale della Cisa ed essendoci in corso da tempo lavori sulla Strada della Ripa.
I tecnici di Anas erano stati però categorici: né limitazioni del traffico men che meno chiusura. La stessa risposta fornita dopo il maltempo dell’autunno e diverse segnalazioni da parte dei cittadini. I tecnici erano intervenuti e dopo i lavori l’ente gestore era tornato a rassicurare sui risultati dell’ispezione, durante la quale non erano state riscontrate “anomalie e difetti tali da intraprendere provvedimenti emergenziali”. Il ponte di Albiano, diceva Anas, “è costantemente attenzionato dai nostri tecnici“. Poi è crollato. Una posizione che Anas ha confermato anche oggi, sostenendo in una nota che “a partire dal 2019, il ponte è stato oggetto di sopralluoghi e verifiche periodiche, anche rispetto a segnalazioni degli enti locali, che non hanno evidenziato criticità”. Nello stesso comunicato, la società ha fatto sapere di aver avviato una commissione di indagine per accertare la dinamica e le cause del crollo del ponte.