Una nuova ordinanza, stavolta regionale, va ad infoltire le già molteplici norme e restrizioni che regolano l’emergenza coronavirus in Sicilia. Proprio mentre il Consiglio dei ministri firma l’annullamento di un’altra disposizione, quella del sindaco di Messina, dopo il parere del Consiglio di Stato. L’ultimo atto arriva da Palermo ed è in previsione delle festività pasquali. Per Pasqua, infatti, il presidente della Regione, Nello Musumeci sente la necessità di una “ulteriore stretta”. E si parte proprio dall’arrivo in Sicilia, dove il rafforzamento dei controlli è stato evocato a suon di grida e di spericolate imitazioni da Cateno De Luca. Il primo cittadino dello Stretto, infatti, poco dopo avere firmato l’ordinanza – poi bocciata – con la quale disponeva la richiesta di un’autorizzazione al passaggio nello Stretto con un anticipo di 48 ore, aveva invitato il presidente della Regione a fare altrettanto, e l’aveva fatto imitando addirittura Mussolini. Durante la diretta dagli imbarchi della rada San Francesco in cui annunciava l’ordinanza per limitare il passaggio sullo Stretto, De Luca si era prodotto nell’ardita imitazione: mani ai fianchi, parole gridate ma scandite, una ad una fino al grido di “Siciliani”, a questo punto perfino alzando il dito.
Così De Luca mostrava in video come Musumeci avrebbe potuto rivolgersi ai siciliani se avesse seguito il suo esempio. Un piccolo show, come quelli a cui ha abituato i suoi spettatori, stavolta politicamente molto ardito che pare avere avuto un effetto su Musumeci. In pieno coronavirus, infatti, sembra essere nato un braccio di ferro elettorale tra il sindaco di Messina e il governatore: De Luca ha più volte dichiarato di puntare alla presidenza della Regione, poltrona alla quale si era candidato senza successo già nel 2012. Stavolta il sindaco di Messina, più volte deputato regionale, avrebbe l’appoggio del presidente dell’Assemblea siciliana, Gianfranco Micciché, già annunciato nel maggio del 2019: “Ad oggi non riesco a immaginare un candidato migliore di Cateno De Luca alla presidenza della Regione”.
In Sicilia, però, le regionali sono programmate per il 2022: c’è ancora molto tempo. Di certo al momento è impossibile non notare che proprio quando l’annullamento dell’ordinanza di De Luca viene confermato dal consiglio dei ministri, arriva la notizia della nuova ordinanza del presidente della Regione. Ordinanza che viene presentata puntando tutto sulla limitazione al transito dello Stretto, già nel titolo del comunicato inviato dall’ufficio stampa di Musumeci. La disposizione regionale però aggiunge davvero poco alle regole già in vigore. Il transito sullo Stretto da venerdì fino a lunedì di Pasqua, sarà, infatti, consentito “esclusivamente, agli appartenenti alle Forze dell’Ordine e alle Forze Armate, gli operatori sanitari pubblici e privati, ai lavoratori pendolari, nonché per comprovati motivi di gravità e urgenza”, ripercorrendo cioè esattamente le stesse limitazioni fin qui in vigore, con la sola aggiunta, che per i controlli “potrà essere utilizzato il nuovo personale medico già selezionato a seguito dell’avviso pubblico autorizzato dalla Giunta regionale del 12 marzo”.
Sono altre le novità dell’ordinanza di Musumeci, che limita a una sola volta al giorno le uscite e azzera i servizi a domicilio per il periodo pasquale. Sullo stretto, invece, nonostante le varie dichiarazioni, di sindaco e presidente, tutto rimane immutato. Soprattutto dopo la bocciatura dell’ordinanza del sindaco di Messina che prevedeva invece un contorto iter burocratico di richiesta di permessi, con dichiarazione di provenienza e arrivo e nulla osta (questo poi annullato in corso d’opera) del sindaco del Comune di destinazione. L’annullamento del Consiglio di Stato ha, prevedibilmente, provocato la reazione del sindaco di Messina, Una reazione infuocata, nonostante la denuncia per vilipendio già inoltrata dal Viminale, a seguito della quale la procura di Messina ha già chiesto l’autorizzazione a procedere nei confronti di De Luca.
Così il sindaco che già aveva parlato di “depistaggio di Stato”, stavolta si spinge fino a “Lupara di Stato”. D’altronde, il primo cittadino peloritano, nonostante le bocciature e le denunce, gode di certo del conforto di un consenso cresciuto dall’inizio dell’emergenza coronavirus. Non a caso dopo la bocciatura dell’ordinanza si rivolge così ai suoi seguaci su facebook: “Sento la vostra vicinanza nonostante qualche sciacallo di Stato intenderebbe darci lezioni di giurisprudenza”. I sui fans gli rispondono calorosamente superando quota 30mila like e spingendo oltre la guerra sullo Stretto. Una “guerra”, sostiene lui, per “tutelare la salute dei cittadini”, lì dove i numeri del contagio sono molto contenuti: mercoledì sono stati registrati soltanto 34 casi in più in tutta l’Isola e un totale dall’inizio dei controlli di 2159 tamponi positivi. Numeri che se non devono portare all’allentamento delle misure, e ad abbandonare un’attenta vigilanza non spiegano di certo l’allarme sul transito dello Stretto, già attraverso – dall’inizio dell’emergenza – da più di 40mila persone. Non a caso nella nota che annuncia la nuova stretta di Musumeci, si sottolinea che le misure sono state decise “sebbene la diffusione del Coronavirus nell’Isola sia inferiore rispetto al resto d’Italia”.
Intanto per la bocciatura finale dell’ordinanza di De Luca si attende l’ultimo passaggio, e cioè quello del presidente della Repubblica. L’annullamento dovrà infatti essere firmato da Mattarella. La cui firma pare però scontata, visto il parere del Consiglio di Stato, che giudica con chiarezza “del tutto inconfigurabile, nel vigente ordinamento giuridico, un potere del Sindaco di un Comune di dettare norme che possano trovare applicazione ed avere efficacia obbligante al di fuori del perimetro della propria circoscrizione territoriale. Né può ammettersi che un simile effetto, del tutto abnorme, possa essere comunque conseguito in via indiretta, in ragione del fatto che, per ragioni fisiche e geografiche o legate alla concreta configurazione attuale delle infrastrutture e delle reti di comunicazione, sia necessario un qualche attraversamento del territorio comunale da parte di persone provenienti da altre aree territoriali e dirette verso altri comuni di destinazione”.
Cronaca
Coronavirus, annullata l’ordinanza del sindaco di Messina ma Musumeci vara una nuova stretta: Sicilia blindata fino a Pasqua
Guerra di ordinanze tra il governatore e il primo cittadino peloritano (che potrebbero sfidarsi alle Regionali). Dopo l'annullamento delle disposizioni di De Luca da parte del Cdm, la Regione "chiude" lo Stretto fino al 13 aprile. Le nuove norme aggiungono davvero poco alle regole già in vigore sui collegamenti con la Calabria. Ma inseriscono il limite di una sola uscita al giorno e azzerano i servizi a domicilio per il periodo pasquale
Una nuova ordinanza, stavolta regionale, va ad infoltire le già molteplici norme e restrizioni che regolano l’emergenza coronavirus in Sicilia. Proprio mentre il Consiglio dei ministri firma l’annullamento di un’altra disposizione, quella del sindaco di Messina, dopo il parere del Consiglio di Stato. L’ultimo atto arriva da Palermo ed è in previsione delle festività pasquali. Per Pasqua, infatti, il presidente della Regione, Nello Musumeci sente la necessità di una “ulteriore stretta”. E si parte proprio dall’arrivo in Sicilia, dove il rafforzamento dei controlli è stato evocato a suon di grida e di spericolate imitazioni da Cateno De Luca. Il primo cittadino dello Stretto, infatti, poco dopo avere firmato l’ordinanza – poi bocciata – con la quale disponeva la richiesta di un’autorizzazione al passaggio nello Stretto con un anticipo di 48 ore, aveva invitato il presidente della Regione a fare altrettanto, e l’aveva fatto imitando addirittura Mussolini. Durante la diretta dagli imbarchi della rada San Francesco in cui annunciava l’ordinanza per limitare il passaggio sullo Stretto, De Luca si era prodotto nell’ardita imitazione: mani ai fianchi, parole gridate ma scandite, una ad una fino al grido di “Siciliani”, a questo punto perfino alzando il dito.
Così De Luca mostrava in video come Musumeci avrebbe potuto rivolgersi ai siciliani se avesse seguito il suo esempio. Un piccolo show, come quelli a cui ha abituato i suoi spettatori, stavolta politicamente molto ardito che pare avere avuto un effetto su Musumeci. In pieno coronavirus, infatti, sembra essere nato un braccio di ferro elettorale tra il sindaco di Messina e il governatore: De Luca ha più volte dichiarato di puntare alla presidenza della Regione, poltrona alla quale si era candidato senza successo già nel 2012. Stavolta il sindaco di Messina, più volte deputato regionale, avrebbe l’appoggio del presidente dell’Assemblea siciliana, Gianfranco Micciché, già annunciato nel maggio del 2019: “Ad oggi non riesco a immaginare un candidato migliore di Cateno De Luca alla presidenza della Regione”.
In Sicilia, però, le regionali sono programmate per il 2022: c’è ancora molto tempo. Di certo al momento è impossibile non notare che proprio quando l’annullamento dell’ordinanza di De Luca viene confermato dal consiglio dei ministri, arriva la notizia della nuova ordinanza del presidente della Regione. Ordinanza che viene presentata puntando tutto sulla limitazione al transito dello Stretto, già nel titolo del comunicato inviato dall’ufficio stampa di Musumeci. La disposizione regionale però aggiunge davvero poco alle regole già in vigore. Il transito sullo Stretto da venerdì fino a lunedì di Pasqua, sarà, infatti, consentito “esclusivamente, agli appartenenti alle Forze dell’Ordine e alle Forze Armate, gli operatori sanitari pubblici e privati, ai lavoratori pendolari, nonché per comprovati motivi di gravità e urgenza”, ripercorrendo cioè esattamente le stesse limitazioni fin qui in vigore, con la sola aggiunta, che per i controlli “potrà essere utilizzato il nuovo personale medico già selezionato a seguito dell’avviso pubblico autorizzato dalla Giunta regionale del 12 marzo”.
Sono altre le novità dell’ordinanza di Musumeci, che limita a una sola volta al giorno le uscite e azzera i servizi a domicilio per il periodo pasquale. Sullo stretto, invece, nonostante le varie dichiarazioni, di sindaco e presidente, tutto rimane immutato. Soprattutto dopo la bocciatura dell’ordinanza del sindaco di Messina che prevedeva invece un contorto iter burocratico di richiesta di permessi, con dichiarazione di provenienza e arrivo e nulla osta (questo poi annullato in corso d’opera) del sindaco del Comune di destinazione. L’annullamento del Consiglio di Stato ha, prevedibilmente, provocato la reazione del sindaco di Messina, Una reazione infuocata, nonostante la denuncia per vilipendio già inoltrata dal Viminale, a seguito della quale la procura di Messina ha già chiesto l’autorizzazione a procedere nei confronti di De Luca.
Così il sindaco che già aveva parlato di “depistaggio di Stato”, stavolta si spinge fino a “Lupara di Stato”. D’altronde, il primo cittadino peloritano, nonostante le bocciature e le denunce, gode di certo del conforto di un consenso cresciuto dall’inizio dell’emergenza coronavirus. Non a caso dopo la bocciatura dell’ordinanza si rivolge così ai suoi seguaci su facebook: “Sento la vostra vicinanza nonostante qualche sciacallo di Stato intenderebbe darci lezioni di giurisprudenza”. I sui fans gli rispondono calorosamente superando quota 30mila like e spingendo oltre la guerra sullo Stretto. Una “guerra”, sostiene lui, per “tutelare la salute dei cittadini”, lì dove i numeri del contagio sono molto contenuti: mercoledì sono stati registrati soltanto 34 casi in più in tutta l’Isola e un totale dall’inizio dei controlli di 2159 tamponi positivi. Numeri che se non devono portare all’allentamento delle misure, e ad abbandonare un’attenta vigilanza non spiegano di certo l’allarme sul transito dello Stretto, già attraverso – dall’inizio dell’emergenza – da più di 40mila persone. Non a caso nella nota che annuncia la nuova stretta di Musumeci, si sottolinea che le misure sono state decise “sebbene la diffusione del Coronavirus nell’Isola sia inferiore rispetto al resto d’Italia”.
Intanto per la bocciatura finale dell’ordinanza di De Luca si attende l’ultimo passaggio, e cioè quello del presidente della Repubblica. L’annullamento dovrà infatti essere firmato da Mattarella. La cui firma pare però scontata, visto il parere del Consiglio di Stato, che giudica con chiarezza “del tutto inconfigurabile, nel vigente ordinamento giuridico, un potere del Sindaco di un Comune di dettare norme che possano trovare applicazione ed avere efficacia obbligante al di fuori del perimetro della propria circoscrizione territoriale. Né può ammettersi che un simile effetto, del tutto abnorme, possa essere comunque conseguito in via indiretta, in ragione del fatto che, per ragioni fisiche e geografiche o legate alla concreta configurazione attuale delle infrastrutture e delle reti di comunicazione, sia necessario un qualche attraversamento del territorio comunale da parte di persone provenienti da altre aree territoriali e dirette verso altri comuni di destinazione”.
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Roma, 3 gen. (Adnkronos) - Un dorso di Economia per tutti i giornali del gruppo Angelucci. È tutto pronto, a quanto apprende l'Adnkronos, per il lancio di una nuova iniziativa editoriale che coinvolgerà 'Il Giornale' diretto da Alessandro Sallusti, 'Libero' diretto da Mario Sechi e 'Il Tempo' diretto da Tommaso Cerno. A coordinare il dorso di economia sarà il vicedirettore de 'Il Giornale' Osvaldo De Paolini tra i principali e più apprezzati giornalisti del settore. Il progetto prevedrebbe ben 40 pagine con anticipazioni, interviste, analisi e retroscena.
Secondo quanto risulta all'Adnkronos De Paolini, che già da tempo aveva messo a punto il progetto, ha praticamente messo a punto la squadra ed esordirà in edicola ad aprile puntando al target del dorso di Economia del 'Corriere della Sera'. A Milano non escludono che il Gruppo Angelucci non riesca anche ad anticipare i tempi.
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - Un dorso di Economia per tutti i giornali del gruppo Angelucci. È tutto pronto, a quanto apprende l'Adnkronos, per il lancio di una nuova iniziativa editoriale che coinvolgerà 'Il Giornale' diretto da Alessandro Sallusti, 'Libero' diretto da Mario Sechi e 'Il Tempo' diretto da Tommaso Cerno. A coordinare il dorso di economia sarà il condirettore de 'Il Giornale' Osvaldo De Paolini tra i principali e più apprezzati giornalisti del settore. Il progetto prevedrebbe ben 40 pagine con anticipazioni, interviste, analisi e retroscena.
Secondo quanto risulta all'Adnkronos De Paolini, che già da tempo aveva messo a punto il progetto, ha praticamente messo a punto la squadra ed esordirà in edicola ad aprile puntando al target del dorso di Economia del 'Corriere della Sera'. A Milano non escludono che il Gruppo Angelucci non riesca anche ad anticipare i tempi.
Palermo, 3 gen. (Adnkronos) - Una donna di Catania ha chiesto l’intervento della Polizia di Stato, di buon mattino, dopo aver trovato accovacciato sul cofano della sua auto un uomo che non ha voluto sentire ragione di scendere dal mezzo per consentire alla proprietaria di andare a lavoro.
L’uomo, un 35enne di origine rumene, ha farfugliato alcune parole alla donna, rimanendo saldamente seduto sul cofano al punto tale che la signora, impaurita, ha messo in moto l’auto per cercare di farlo desistere e poi si è rivolta alla Sala Operativa della Questura di Catania che, prontamente, ha inviato due volanti in suo soccorso. Nel frattempo, viste le rimostranze dell’uomo, la donna ha cercato di portare l’auto, procedendo a passo d’uomo, nella vicina piazza Pietro Lupo. Qui, alla vista degli agenti della squadra Volanti, il 35enne rumeno è balzato giù dall’auto per afferrare una transenna e lanciarla contro il portone degli uffici di Polizia. I poliziotti hanno tentato più volte di bloccarlo nel tentativo di farlo ragionare, ma l’uomo ha più volte opposto una forte resistenza, sferrando un calcio contro una volante, danneggiandola.
Per questa sua condotta il 35enne è stato arrestato, ferma restando la presunzione di innocenza dell’indagato valevole ora e condanna definitiva, e, a seguito di rito direttissimo, l’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto applicando nei suoi confronti la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
Roma, 3 gen. (Adnkronos/Labitalia) - Vicenza come centro dell’innovazione tecnologica per il settore orafo con il ritorno di T.Gold, evento di riferimento globale per i macchinari e le tecnologie all’avanguardia per la lavorazione dei gioielli. Organizzato da Italian Exhibition Group in contemporanea con Vicenzaoro January, T.Gold riunisce dal 17 al 21 gennaio l’offerta più completa di macchinari e tecnologie orafe grazie a 170 aziende da 16 Paesi, per una manifestazione sempre più globale con tutta l’eccellenza del Made in Italy e il 40% di espositori esteri. Germania, Turchia, Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito i Paesi più rappresentati.
In fiera aziende di punta quali Elettrolaser, Italimpianti Orafi, Sisma, Orotig e Legor Group, che confermano la leadership del Made in Italy nel settore. Mentre si distinguono tra i migliori player internazionali realtà come le tedesche Heimerle + Meule e Schultheiss, la svizzera Starrag Vuadens e Goodwin Refractory Services dal Regno Unito. Torna anche il Jewellery Technology Forum (Jtf), organizzato da Ieg in collaborazione con Legor Group. Tra i momenti più attesi della manifestazione, offrirà una panoramica sulle tendenze future e le sfide del settore.
Evento strategico per l’industry del gioiello, a T.Gold l’alta tecnologia incontra la tradizione orafa per rispondere alle esigenze di un mercato in costante evoluzione, sempre più competitivo e attento alla sostenibilità di prodotti e processi produttivi, alla personalizzazione e alla massima precisione tecnica.
Nella Hall 9, comodamente connessa al quartiere fieristico di Ieg con un servizio navetta gratuito, tutte le soluzioni più all’avanguardia che trasformano la manifattura, migliorano l’efficienza produttiva, favoriscono la riduzione dell’impatto ambientale, l’uso responsabile delle risorse e la tracciabilità lungo la filiera.
T.Gold risponde a una domanda articolata che spazia dai macchinari multifunzione per ottimizzare la lavorazione dei materiali preziosi, a soluzioni completamente customizzate per produzioni di nicchia che esaltano l’artigianalità e il design, fino ad attrezzature e utensili per banchi da lavoro e laboratori orafi.
Sei le categorie principali in cui è organizzata l’offerta della più ampia vetrina per la produzione e la lavorazione del gioiello: trattamenti delle leghe e galvanica, tecnologie per la prototipazione e la produzione digitale, lavorazioni meccaniche avanzate, montaggio e tecniche di saldatura, processi di affinazione e recupero, strumenti per la finitura e l’utensileria.
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Nella Hall 9, comodamente connessa al quartiere fieristico di Ieg con un servizio navetta gratuito, tutte le soluzioni più all’avanguardia che trasformano la manifattura, migliorano l’efficienza produttiva, favoriscono la riduzione dell’impatto ambientale, l’uso responsabile delle risorse e la tracciabilità lungo la filiera.
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Roma, 3 gen. (Adnkronos) - Lunedì 6 Gennaio alle ore 11 in via Nomentana 361, a Roma, il Partito radicale convoca una manifestazione a sostegno della liberazione di Cecilia Sala.
"Dopo aver manifestato per quasi due anni davanti all'ambasciata iraniana contro il regime oppressivo, violento e misogino degli Ayatollah nei confronti del suo popolo - si legge in una nota di Maurizio Turco e Irene Testa, segretario e tesoriere del Partito radicale -, non possiamo rimanere inermi nei confronti di una nostra concittadina ostaggio di pericolosi criminali. Abbiamo piena fiducia nel lavoro che sta svolgendo la Farnesina con il ministro Antonio Tajani ed è proprio in quest'ottica che intendiamo supportare il prezioso lavoro che si sta svolgendo in queste ore. L'appuntamento è lunedì 6 davanti all'ambasciata".
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - "La convocazione di un ambasciatore alla Farnesina è uno strumento molto importante e assai riconoscibile sul piano diplomatico per esercitare una pressione su uno Stato. C’è da dire che Tajani ha sempre utilizzato questo strumento con parsimonia, forse eccessiva, e dunque spesso con ritardo. Speriamo in futuro voglia essere più deciso, specie quando ci sono in gioco interessi vitali e che non si debba attendere, per esercitare questo passo, l’intervento delle opposizioni". Lo dice Ivan Scalfarotto, senatore e responsabile Esteri di Italia viva.