Quando mancano poche ore alla seconda parte dell’Eurogruppo, dopo il rinvio di martedì notte, in cui i ministri delle Finanze dell’eurozona dovranno trovare un accordo sulle politiche economiche da mettere in campo contro la pandemia di coronavirus, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, parlando ai microfoni della Bbc, inizia a fornire le prime informazioni della cosiddetta Fase 2 della gestione della crisi. “Dobbiamo individuare alcuni settori che possono ricominciare la loro attività – ha spiegato – Se gli scienziati danno il loro assenso, potremmo cominciare ad allentare alcune misure già alla fine di questo mese”. E sull’imminente vertice europeo ha avvertito: “Se non agguantiamo la possibilità di mettere nuova linfa nel progetto europeo, il rischio di un fallimento è reale“.
Anticipando la strategia dell’esecutivo, di concerto con le indicazioni della comunità scientifica, il capo del Governo precisa che “solo gradualmente verranno messe in campo le riaperture”. Nessun ritorno immediato alla vita normale, quindi, ma solo una parziale ripartenza che coinvolgerà i settori strategici italiani. “Non troverà mai una mia dichiarazione che dimostri che ho sottostimato il problema – aggiunge – Non possiamo essere incolpati per il fatto che che abbiamo avuto un’esplosione di casi nel Paese e l’abbiamo scoperto. L’Italia ha sempre adottato misure altamente efficaci e tempestive”.
Quando gli viene chiesto se esiste la possibilità che gli aiuti russi per il contrasto al coronavirus siano un tentativo di Mosca di ottenere un allentamento delle sanzioni, il presidente del Consiglio risponde definendo l’insinuazione “offensiva”: “La sola insinuazione mi offende profondamente. È un’offesa al governo italiano e anche a Vladimir Putin, che mai si è sognato di usare gli aiuti come leva” sulle sanzioni.
Il discorso si sposta poi, inevitabilmente, sull’imminente nuovo summit dell’Eurogruppo previsto per le 17 di oggi (9 aprile), con Conte che rinnova l’allarme per la tenuta dell’Europa in mancanza di solidarietà verso gli Stati più colpiti dalla pandemia: “Se non agguantiamo la possibilità di mettere nuova linfa nel progetto europeo, il rischio di un fallimento è reale”, a causa di una crisi che è “la più grande dalla Seconda guerra mondiale“.
Intanto, dai Paesi Bassi arrivano notizie poco incoraggianti riguardo a un possibile ammorbidimento delle posizioni del governo guidato da Mark Rutte: il Parlamento olandese ha approvato nella serata di ieri due risoluzioni che esortano il governo a non accettare gli eurobond e a tenere il punto sulle condizionalità per l’utilizzo del Mes. Le mozioni, presentate rispettivamente dal partito anti-Ue Forum per la democrazia (FvD) e da una formazione trasversale di deputati, non sono vincolanti ma danno un chiaro indirizzo politico al governo e al ministro delle Finanze, il super falco rigorista Wopke Hoekstra, in vista dei negoziati.