In un'intervista al "Corriere", il leader leghista aveva parlato degli aiuti statali alle imprese elvetiche, legandoli alla possibilità di stampare banconote. "Noi non possiamo farlo perché abbiamo l'euro e l'Europa", aveva aggiunto. E l'emittente pubblica del Canton Ticino ha sentito il bisogno di smentirlo punto per punto. Ecco come
Le bufale di Matteo Salvini viaggiano oltre i confini nazionali. E la tv svizzera italiana sente il bisogno di puntualizzare, con un articolo on line, come stanno davvero le cose. Tutto comincia con un’intervista del leader della Lega al Corriere della Sera, datata 30 marzo, sul tema dei provvedimenti governativi in favore delle imprese piegate dall’emergenza Covid-19. Salvini naturalmente è critico verso i pacchetti già varati dall’esecutivo di Giuseppe Conte. “Cosa si aspetterebbe ora?”, chiede il cronista. “Che si stampasse moneta”, risponde sicuro l’intervistato. E continua: “La Svizzera, compilando un foglio, ti mette a disposizione fino a 500’000 euro, la Gran Bretagna ti garantisce fino all’80% dello stipendio, gli Usa destinano fino a 2’000 euro a famiglia. Loro possono farlo. Noi no, perché abbiamo l’euro. E, mi faccia dire, anche questa Europa“.
Ma è davvero così? La tv pubblica del Canton Ticino replica con un un articolo intitolato significativamente “No, in Svizzera i soldi non piovono dal cielo“. Dove chiarisce innanzitutto che la Confederazione, notoriamente fuori dall’Unione europea e dall’euro, per aiutare le imprese non stampa neppure mezza banconota: “L’entità delle fideiussioni garantite dalla Confederazione è stimata in 20 miliardi di franchi”, spiega l’articolo. “Il programma non viene però finanziato stampando moneta e la sovranità monetaria della Svizzera non ha nulla a che vedere con il piano varato dal Governo”. Se non fosse sufficientemente chiaro, si sottolinea come l’anno scorso il bilancio della Confederazione abbia “registrato un’eccedenza di 3,1 miliardi di franchi e negli ultimi dieci anni solo una volta le cifre sono state in rosso”.
I soldi non piovono dal cielo, appunto, e nemmeno dalle rotative della Banca centrale. E se è vero che il contributo “fino a 500mila euro” (in realtà fino a 500mila franchi, circa 470mila euro) è studiato per essere erogato in fretta senza troppe formalità, data la sua natura emergenziale, la tv svizzera sente il bisogno di mettere nero su bianco qualche precisazione. Per esempio che il finanziamento massimo è pari al 10% del fatturato del 2019, quindi per ricevere la cifra top di 500mila devi avere un giro d’affari da più di cinque milioni, se non non c’è foglio da firmare che tenga. Non si tratta di un finanziamento a fondo perduto, va restituito in massimo cinque anni a tasso zero. La richiesta va corredata da un’autodichiarazione sul fatto che il coronavirus stia provocando “serie perdite di fatturato”, e se così non è si rischiano multe fino a 100mila franchi. L’euro e l’Europa, insomma, non c’entrano nulla.