La sua fama è immacolata come la veste bianca del Papa che ha curato. E Wojtyla ha scritto di suo pugno: “Prego il signore che benedica la Tua opera per il bene dei malati”. Eppure la categoria di pranoterapeuti gode spesso di reputazione di ciarlatani. Non lui, Andrea Penna, tra i suoi amici Andrea Bocelli, Silvio Berlusconi, Marella Agnelli e tanti altri, ha chiuso da cinque settimane il suo studio di consultazione e la scuola di pranoterapia a Treviso ma continua ad essere un punto di riferimento in questo momento di buio e di incertezza, lo chiamano medici e pazienti da tutto il mondo. Lo raggiungo anche io telefonicamente: “Le persone si sentono soffocare. Hanno bisogno di ossigeno d’incoraggiamento. Tutto è messo a dura prova. Dico loro che sono preparati a superare questa crisi, devono aprire solo la loro “cassetta degli attrezzi” e hanno a disposizione tutti gli strumenti. Passata la tempesta ognuno di noi sarà molto importante per la ricostruzione di un nuovo mondo”.
Qualcuno le ha chiesto come proteggersi dal virus? “Io, moglie e figli prendiamo da quando è scoppiata la pandemia 1000 mg di Tachipirina (andrebbe bene anche mezza dose), 2.5 g. di acido ascorbico con 2 gocce di limone. Non è una cura, ma solo un rimedio per rafforzare il sistema immunitario. Noi ignoriamo le nostre potenzialità di difesa. Immaginiamolo come uno scudo di protezione che alziamo fra noi e il virus”. La paura di ammalarsi è più pericolosa dello stesso contagio. E lui in questo momento si è messo in ascolto di un’umanità che soffre, offrendo, gratis, un sostegno psicologico. Aiuta loro a cercare serenità nella tempesta. Perché è il silenzio che genera mostri. “Ci sentiamo tutti Enea che prende sulle spalle Anchise, il padre vecchio e paralizzato, per portarlo in salvo dall’incendio di Troia”. Cosa rappresenta la pranoterapia per lei: “Un gesto d’amore capace di guarire anche lo spirito. Un’esperienza evolutiva per chi accoglie il trattamento energetico”.
Andrea, che non è medico e non vuole a loro sostituirsi ripete all’unisono, continua a meravigliarsi di questo dono ricevuto dopo un tragico incidente e un’esperienza di morte apparente. Un dono ingombrante quello del guaritore che lui ha messo a disposizione degli altri e frutto solo di un passaparola, rifiutando quel marketing di massa che lo avrebbe di certo reso miliardario. Tutto documentato e raccontato in un libro che raccoglie le testimonianze anche di medici: “Una luce per l’anima” (edizione Grafica Veneta).
Tra le tante ho scelta quella del medico chirurgo Giorgio Spedini di Brescia: “Dichiaro di aver assistito in presenza di Andrea a cose straordinarie. Mi sono presentato con mia moglie e, senza il bisogno di farmi spogliare e senza l’utilizzo di alcun strumento specifico, semplicemente facendo scorrere la mano lungo il mio corpo, ha potuto diagnosticare tutte quelle patologie di cui sono affetto… Poi si rivolge verso mia moglie, le chiese cosa fosse quella cicatrice sotto il vestito: era dovuto al drenaggio portato per tre mesi dopo una colecistectomia. Visualizzò la presenza di alcune “macchie” sul collo dell’utero attualmente “ferme” ma che, se non curate, sarebbero potute degenerare in cellule tumorali”.
Ennio Doris, banchiere e fondatore di Mediolanum, ha scritto nella prefazione: “Andrea è l’uomo dei miracoli, e non scherzo, perchè lui vede cose nel corpo e nelle menti umane che gli altri non vedono. Le sue mani miracolose fanno cose che i comuni mortali non sanno spiegarsi”. La dedica del libro è ancora una carezza sull’anima: dedicato a tutte le persone sole che soffrono. E mai come in questo momento soli lo siamo tutti.
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