“Una data certa per la riapertura delle imprese? Se siete capaci di convincere il virus a dare una data certa, allora avremo una data certa“. E’ la risposta sarcastica che nella trasmissione “Otto e mezzo” (La7) dà Massimo Galli, primario del reparto Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, alla giornalista Lilli Gruber e alla vicepresidente di Confindustria Licia Mattioli circa l’apertura delle aziende.
L’infettivologo spiega: “E’ un dato di fatto che siamo di fronte allo sviluppo di un’epidemia che ha appena dato flebili segnali di voler mollare, come risultato dei decreti di distanziamento sociale applicati. Le date certe possono darle le programmazioni che vengono fatte sulla base di criteri economici, ad esempio. Ma è molto dura dare delle date certe sulla base di situazioni che vengono governate da qualcosa di non governabile. Sono assolutamente convinto che sia necessario trovare una modalità che ci possa consentire in sicurezza di dare al Paese la possibilità di riprendere. Quella che va trovata è una quadra che ci permetta di fare le cose in sicurezza – continua – Se apriamo troppo presto e malamente, ci risiamo dentro da capo e se ne riparla in autunno. Questo è il vero rischio dei rischi. Io per natura sono ottimista, lo sono stato per tutta la vita, ma l’ottimismo non è un fatto scientifico. Ma voglio essere ottimista: io sono convinto che si potrebbe riuscire ad avere una ripresa significativa di alcune importantissime attività almeno a partire da giugno“.
E aggiunge: “Sono anche convinto che forse non è stata una grande idea dare di volta in volta delle date a stillicidio, lasciando tutti sulla sospensiva. Era evidente che per il mese di aprile era difficile riaprire tutto. Se non sbraghiamo troppo presto e se riusciamo a fare ancora sacrifici per un limitato numero di settimane, che possono essere 2, 3 o 4, è verosimile che in questo arco di tempo si possa dire: ‘Bene, si può ricominciare'”.
Ma puntualizza: “Attenzione: ricominciare troppo presto sarebbe sicuramente sbagliato, ma programmare adesso la ripresa e gli strumenti per la ripresa è assolutamente fondamentale. E questo è un argomento che mi preoccupa abbastanza, perché per riprogrammare la ripresa bisogna avere anche gli strumenti diagnostici, cioè tamponi e test sierologici, nella misura sufficiente per poterlo fare anche con una gradualità.