Coronavirus, il pericolo di contagio esiste: il documento di valutazione rischi ne tenga conto
Di Francesca Garisto * e Fabio Savoldelli **
In questa fase di emergenza sorge la necessità, tra le altre, di interpretare i diversi provvedimenti e protocolli che modificano sensibilmente la nostra vita di relazione e lavorativa. Ci si domanda in particolare se a seguito della sottoscrizione, da parte del Governo e delle parti sociali, del Protocollo del 14/3/2020 per il contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro, occorra intervenire o meno sul Documento di Valutazione dei Rischi.
Infatti, all’indomani dell’esplosione dell’epidemia del virus Sars-CoV-2 è emerso il problema relativo all’eventuale necessità di aggiornare la valutazione dei rischi, la quale, come prevede l’art. 29 co. 3 d.lgs. n. 81/2008, “deve essere immediatamente rielaborata (…) in occasione di modifiche del processo produttivo o della organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori (…), con il conseguente aggiornamento delle misure di prevenzione”.
Una valutazione dei rischi che rappresenta la “valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività (…)” (art. 2 lett. q d.lgs. 81/2008).
A sostegno della tesi che escluderebbe la necessità di aggiornamento del Dvr si pone sostanzialmente il seguente argomento. Il riferimento operato dall’art. 28 a “tutti i rischi” per la salute e sicurezza dei lavoratori non varrebbe a identificare una gamma indefinita di eventualità pregiudizievoli, ma solo quelle connesse all’attività produttiva, i “rischi professionali”, come indicato dalla definizione di “servizio di prevenzione e protezione” contenuta nell’art. 2 co. 1 lett. l) del d.lgs. 81/2008.
Ciò premesso, a conferma della tesi secondo cui il Dvr non andrebbe aggiornato con il rischio biologico da contagio di Covid-19, si evidenzia come, fatte salve le attività lavorative (ospedali, pronto soccorso, addetti ai servizi aeroportuali o alle forze dell’ordine), elettivamente destinate a entrare direttamente o indirettamente in contatto con l’agente biologico, negli altri casi non si tratterebbe di un rischio professionale, ma di un rischio generico, equamente distribuito fra l’intera popolazione.
Tale argomento tuttavia non appare condivisibile. Sebbene infatti sia stata dichiarata la pandemia e il virus sia diffuso in quasi tutto il mondo, non in ogni parte del mondo il virus è diffuso allo stesso modo: in Italia è diffuso diversamente rispetto alla Scandinavia, a Milano è diffuso diversamente rispetto a Trento, e persino nella stessa area metropolitana milanese il virus è diffuso diversamente fra il centro storico e l’area circostante e Cinisello Balsamo. A una differente diffusione del virus consegue così una differenziazione del rischio da contagio per le aziende a seconda del territorio di appartenenza, che quindi non appare definibile come “generico”.
Inoltre, anche volendo trascurare questo dato, occorre considerare che in un momento in cui i provvedimenti del Governo impongono alla totalità della popolazione l’isolamento domestico, coloro che sono ancora tenuti a svolgere un’attività lavorativa soffrono certamente un’esposizione al contagio esponenzialmente superiore rispetto al resto della popolazione, al punto da poter considerare il rischio da contagio un rischio connesso all’organizzazione aziendale.
Se è vero, quindi, come è vero, che l’eventualità di contagio da Covid-19 non può essere considerata, fatte salve le ipotesi già citate, un rischio professionale di tutte le aziende, è altrettanto vero che lo stesso rischio non può essere rinchiuso nell’angusto concetto di rischio generico.
A questo proposito, la Commissione Interpelli ha già avuto modo di precisare che l’analisi dei rischi prevista dall’art. 28 del D.Lgs. 81/2008 deve comprendere anche “l’analisi di tutti i potenziali e peculiari rischi ambientali legati alle caratteristiche del Paese in cui la prestazione lavorativa dovrà essere svolta, quali a titolo esemplificativo, i cosiddetti “rischi generici aggravati”, legati alla situazione geopolitica del Paese (es. guerre civili, attentati, ecc.) e alle condizioni sanitarie del contesto geografico di riferimento, non considerati astrattamente, ma che abbiano la ragionevole e concreta possibilità di manifestarsi in correlazione all’attività lavorativa” (Interpello n. 19841 del 25/10/2016).
Un’ulteriore ragione per la quale appare necessario procedere all’aggiornamento del Dvr, che sussiste anche laddove si intenda qualificare il rischio contagio da Covid-19 come generico, è la necessità di implementare le misure di sicurezza stabilite dal Protocollo nei processi organizzativi dell’impresa. Tali misure determinano infatti significative implicazioni in diversi settori dell’organizzazione aziendale.
Si pensi, fra tutte, alla necessità di assicurare in ogni momento della giornata lavorativa la distanza di almeno un metro fra i lavoratori, che comporterà la necessità di ridisegnare le modalità di ingresso e di uscita dai locali di lavoro, di riorganizzazione le mense, gli orari di pausa, oltre all’eventualità di ricorrere alla turnazione del personale dipendente, con conseguente rimodulazione dei livelli produttivi.
Le disposizioni previste dal Protocollo, pertanto, necessitano di essere implementate nei processi aziendali con delle precise procedure esecutive, al fine adattarle plasticamente alle diverse realtà lavorative e garantire una reale tutela della sicurezza dei lavoratori. Diversamente, le nuove misure anti contagio verrebbero calate nei diversi contesti aziendali rigidamente, senza subire adattamenti, equiparando così, sotto il profilo prevenzionistico, l’impresa che conta 5 dipendenti con quella che ne conta 200, e quella situata al centro di un focolaio di contagio a quella operante in una zona meno esposta allo stesso rischio.
In ogni caso, laddove non si intendesse aggiornare il Dvr, gli operatori della sicurezza aziendale possono considerare l’opportunità, come consigliato dall’Associazione professionale Italiana Ambiente e Sicurezza (Aias), di integrare il Dvr già adottato con un addendum a parte, che preveda, quantomeno, le modalità di applicazione delle direttive pubbliche contenute nel Protocollo, tenendo presente che almeno fino a quando saranno in vigore le attuali misure di isolamento sociale la salute pubblica passerà necessariamente per la salute nei luoghi di lavoro.
* Avvocata penalista e fondatrice dello Studio Legale Lexa (studiolexa.it), consulente della Cgil di Milano, vice-presidente del Centro antiviolenza Casa delle Donne Maltrattate di Milano, da sempre impegnata nella difesa delle donne vittime di violenza, psicologica, fisica ed economica, che si consuma in ambito “domestico” e nella difesa di uomini e donne che subiscono violenza, in tutte le sue espressioni, nei luoghi di lavoro. ** Avvocato penalista e Of Counsel presso lo Studio Legale Lexa sui temi inerenti la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e il diritto alla tutela dei dati personali.
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La Redazione
Roma, 27 feb (Adnkronos) - "Quando in un Paese esiste un robusto partito autoritario di ultradestra come la Fpö di Herbert Kickl - dichiaratamente antieuropeista e contrario ai valori di fondo delle Costituzione - le forze parlamentari che credono nella democrazia e nell'europeismo devono mettere in secondo piano ciò che può dividerle e unirsi per non affidare il governo nelle mani di estremisti irresponsabili". Lo dice il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente commissione Affari Costituzionali.
"Devono farlo senza se e senza ma, siglando compromessi trasparenti e ragionevoli. Lo impone il senso di responsabilità nazionale. Si chiama patriottismo costituzionale", aggiunge Parrini.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "In tema malattie rare non esistono difformità nella presa in carico dei pazienti soltanto fra Nord e Sud, ma anche fra Asl della stessa regione. Purtroppo oggi non abbiamo un'uniformità di approccio nella presa in carico e nella cura dei pazienti affetti da malattie rare. Questo, ovviamente, causa una sperequazione che non rispetta l'articolo 32 della nostra Costituzione. Per questo motivo, il nostro lavoro deve essere finalizzato in prima battuta ad invertire la rotta. L'obiettivo è migliorare l'assistenza e integrare le Ern, le reti europee per le malattie rare". Lo ha detto Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute con delega alla Malattie rare, intervenendo oggi a Roma al convegno finale della campagna #UNIAMOleforze, promossa per la Giornata mondiale delle malattie rare che si celebra domani, 28 febbraio.
"Il Governo - ha ricordato Gemmato - in questi 2 anni ha finanziato il Piano nazionale delle malattie rare, dopo 7 anni durante i quali non è mai stato attuato. Quindi lo abbiamo attuato e finanziato con 25 milioni per il 2023 e 25 milioni nel 2024. In più, i decreti attuativi della legge 175 del 2021 aprono alla possibilità di defiscalizzazione per soggetti pubblici e privati che investono in ricerca o investono nella produzione di farmaci orfani, quindi la sintesi di farmaci orfani". Si tratta di "importanti misure concrete che, insieme a un costrutto giuridico, finanziano puntualmente quello che deve essere l'obiettivo del ministero della Salute, ovvero eliminare le differenze che esistono fra diverse aree de nostro Paese in tema di accesso, presa in carico e cura delle persone con malattie rare. Noi lavoriamo - ha concluso il sottosegretario - affinché quanto scritto nell'articolo 32 della Costituzione si realizzi anche in tema di malattie rare".
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "Ogni giorno, con coraggio e dedizione, i Vigili del Fuoco mettono a rischio la propria vita per garantire la sicurezza di tutti noi. Il loro impegno instancabile è un esempio di servizio e altruismo che merita la più profonda gratitudine. Grazie di cuore a questi eroi silenziosi". Lo scrive su X il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - Accompagnare le persone con obesità in tutte le tappe del loro viaggio, dal riconoscimento della malattia all'avvio e al proseguimento del percorso di cura, affinché possano avere le informazioni corrette e ricevano il giusto supporto, attraverso una serie di strumenti e risorse utili, tutte in un unico spazio. Con questi obiettivi nasce il nuovo portale 'Novo Io', presentato da Novo Nordisk, a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell'obesità che si celebra ogni anno il 4 marzo.
Secondo i dati Istat, nel 2023 il numero di persone con obesità ha registrato un incremento del 38% rispetto al 2003. A pesare - si legge in una nota - è soprattutto il notevole aumento registrato tra i giovani adulti, per un totale oggi di 6 milioni di persone con obesità nel nostro Paese. L'obesità non è solo un problema di peso, è infatti fortemente correlata alla comparsa delle principali malattie cardiovascolari e tumore maligno, ma anche ad altre malattie. Trattare l'obesità e le persone con obesità diventa quindi una priorità non solo per perdere peso, ma anche per prevenire le malattie cardiovascolari.
"Si tratta di una malattia cronica multifattoriale - spiega Rocco Barazzoni, presidente Sio, Società italiana obesità - molto complessa, che dipende da diversi fattori genetici, neuro-endocrini, ambientali e psicologici, ed è associata allo sviluppo di moltissime altre malattie croniche non trasmissibili, come tumori, malattie renali e del fegato. L'obesità è poi alla base di diabete e ipertensione, principali fattori di rischio per le maggiori malattie cardiovascolari, come infarto, ictus e insufficienza cardiaca. La cura e il trattamento richiede il coinvolgimento di molteplici figure sanitarie, motivo per cui è importante che le persone che ne soffrono si rivolgano a un centro specializzato per la cura dell'obesità". Aggiunge il presidente Sicob, Società italiana di chirurgia dell'obesità e delle malattie metaboliche, Giuseppe Navarra: "Se è vero che un intervento sugli stili di vita è molto importante nel processo di trattamento del sovrappeso e dell'obesità, è anche vero che può risultare insufficiente o fallimentare, nel lungo periodo. Questo perché l'obesità è una patologia complessa e multifattoriale. Bisogna sfatare l'idea che si tratti di una colpa da parte di chi ne è affetto. Questa è la ragione per cui l'approccio terapeutico dovrebbe essere sempre accompagnato dalla figura del medico. Infatti non esiste un approccio valido per tutti, perché il trattamento deve essere 'cucito' sul singolo paziente in base a età, sesso, condizione fisica ed eventuali comorbidità presenti, elaborato sulla base della condizione fisica, della storia e degli obiettivi di dimagrimento della persona".
Per aiutare a intraprendere il giusto percorso, è disponibile all'interno del sito 'Novo Io' una sezione 'Centri specializzati' in cui è disponibile l'elenco dei centri accreditati Sio per la cura dell'obesità. Con un solo 'clic' sarà possibile vedere dove e a chi rivolgersi in ogni regione d'Italia e trovare tutte le informazioni di contatto. Inoltre, per facilitare il percorso all'interno della piattaforma, sarà possibile avere consulenze con professionisti specializzati e dedicati in grado di assicurare massimo supporto e fornire corretta informazione sull'obesità. La piattaforma digitale presenta altre 2 sezioni: un'area dedicata alla corretta informazione sulla malattia, attraverso news, articoli di approfondimento, suggerimenti e consigli scientificamente validati da un board di esperti, e una sezione per coloro che stanno già affrontando un percorso di cura, con materiali come articoli, video, risorse scaricabili e i contatti del numero verde e del customer care dedicato.
"Novo Nordisk è vicina alle persone con obesità e si impegna a dare un aiuto concreto attraverso diverse attività di sensibilizzazione e di supporto - afferma Alfredo Galletti, Vice President e General Manager di Novo Nordisk Italia - Per questo abbiamo voluto realizzare uno spazio virtuale dove le persone potessero trovare tutte le informazioni utili, scientificamente corrette ma accessibili, grazie anche al coinvolgimento di digital opinion leader, medici esperti in grado di creare contenuti semplici e chiari per tutti. Il portale è stato realizzato all'interno del programma internazionale 'Driving Change in Obesity', che vuole favorire la corretta informazione sull'obesità e combattere lo stigma di cui sono colpite le persone con obesità, proponendosi così di cambiare il modo in cui viene vista, prevenuta e trattata questa malattia cronica". Da oggi, 27 febbraio, è live anche la nuova campagna social 'World Obesity Day Hero film' per combattere lo stigma di cui sono colpite le persone con obesità.
(Adnkronos) - "Un voto privo di ipocrisia, privo di parallelismi arditi quanto inefficaci, di voli pindarici e vergognose ricostruzioni come solo lo svilimento culturale di certi partiti di opposizione può concepire -rivedica Simona Loizzo, della Lega- Ricordare significa passare il testimone da una generazione all’altra e il dovere di conoscere quello che è stato è fondamentale. Perché se la peste si è spenta, l’infezione ancora serpeggia”.
"Molti ragazzi potranno vedere ciò che è successo e capire l'orrore. Un gesto che conferma da parte nostra l'affetto incondizionato per il popolo ebraico e per ciò che ha dovuto subire", commenta Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera. "Vanno fortemente incentivati i viaggi delle scuole superiori, bisogna spiegare, far riflettere con lezioni in classe, dedicare tempo e riflessioni al viaggio a cui si andrà incontro, che sarà un viaggio durissimo", sottolinea da Forza Italia Rita Dalla Chiesa, relatrice del provvedimento. "L'esperienza del viaggio della memoria -nota Elisabetta Piccolotti, di Avs- è un'opportunità cruciale per le giovani generazioni, affinché possano confrontarsi con la tragicità di eventi storici che non appartengono solo al passato, ma che ci interpellano anche nel presente".
"Guardare con i propri occhi le tragiche immagini dello sterminio, della discriminazione e della persecuzione verso milioni di donne e uomini significa dare più forza ai valori della libertà e della democrazia, cardine della nostra Costituzione insieme ai principi dell’eguaglianza e della giustizia sociale”, affermano i deputati Pd Stefano Vaccari, segretario di presidenza della Camera, e Irene Manzi, capogruppo in commissione Cultura, sottolineando l'ok del Governo all'ordine del giorno che lo impegna a sostenere e finanziare i viaggi della memoria anche nei luoghi collocati nel territorio italiano.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "Alla base del nostro impegno nelle malattie rare c'è la consapevolezza che per molte di queste, spesso, non è disponibile una terapia. Scegliere di intraprendere questo percorso per la nostra azienda ha significato impegnarsi con coraggio e responsabilità, per fare la differenza nella vita dei pazienti con patologie ancora poco conosciute e non adeguatamente trattate. E' un percorso che implica programmi di ricerca orientati alla personalizzazione delle terapie, attraverso l'identificazione delle caratteristiche genetiche dei pazienti, per rispondere alle loro specifiche esigenze. Siamo consapevoli che l'assistenza alle persone affette da malattie rare debba essere costantemente migliorata. Per questo Ucb lavora a stretto contatto con tutti gli attori del sistema salute, per creare collaborazioni e partnership con comunità di esperti, associazioni di medici e pazienti, per trovare soluzioni adeguate ai loro bisogni. Il nostro obiettivo è quello di trasformare la vita di ogni singola persona con una malattia rara, sviluppando farmaci innovativi, migliorando la diagnostica ed esplorando nuovi approcci al trattamento. Ogni passo avanti nella ricerca può significare un miglioramento concreto nella vita delle persone". Così Federico Chinni, amministratore delegato di Ucb Pharma Italia, in occasione della Giornata mondiale delle malattie rare che si celebra il 28 febbraio.
La farmaceutica è tra i sostenitori della campagna #UNIAMOleforze lanciata da Uniamo, la Federazione italiana malattie rare, che ha l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sull'importanza della ricerca per le persone con malattie rare, tema della stessa Giornata mondiale.
Oltre 2 milioni di persone in Italia vivono con una malattia rara, affrontando sfide enormi e percorsi segnati dall'incertezza. La speranza di una diagnosi, di un trattamento, di un futuro migliore è ciò che sostiene chi è colpito da queste patologie. Purtroppo, solo il 5% delle circa 8 mila malattie rare conosciute ha oggi un trattamento disponibile. Grazie ad anni di studi e ricerche - si legge in una nota - Ucb Pharma è in grado di offrire soluzioni alle persone che vivono con alcune malattie rare, in particolar modo legate al sistema nervoso centrale e immunologico, in modo da fornire delle risposte efficaci alle necessità dei pazienti e delle loro famiglie. Si tratta della sindrome di Dravet e di Lennox-Gastaud (forme rare di encefalopatie dello sviluppo ed epilettiche) e della miastenia gravis (malattia autoimmune che coinvolge la giunzione neuromuscolare). Sono inoltre in corso studi per lo sviluppo di trattamenti contro la Cdkl5, un'altra encefalopatia dello sviluppo ed epilettica, e il deficit da TK2, malattia mitocondriale ultra-rara.
"Le malattie rare - spiega Chinni - richiedono un approccio multidisciplinare altamente specializzato e una diagnosi il più possibile precoce, obiettivi purtroppo difficili da raggiungere a causa della rarità dei casi e della varietà dei sintomi. Tuttavia, il riconoscimento tempestivo è essenziale per avviare trattamenti che possano migliorare la qualità della vita e rallentare la progressione della malattia. Oltre agli aspetti medici e terapeutici, tuttavia, il benessere psicologico e sociale dei pazienti affetti da malattie rare è un obiettivo cruciale. Il percorso che i pazienti e le loro famiglie devono affrontare nella gestione quotidiana della malattia è complesso e gravoso - sottolinea - La creazione di reti assistenziali integrate, la formazione continua della comunità medico scientifica e la condivisione delle informazioni scientifiche sono passi fondamentali per affrontare le sfide legate alle malattie rare. E' fondamentale che le istituzioni, i medici e le associazioni di pazienti collaborino per organizzare percorsi efficaci e funzionali tra ospedale e territorio, rispondendo così meglio alle necessità quotidiane di pazienti e famiglie".
La Giornata delle malattie rare "rappresenta anche un'opportunità per sollecitare la politica sanitaria a intraprendere azioni concrete per migliorare la qualità della vita dei pazienti con malattie rare - conclude Chinni - Ogni paziente, indipendentemente dalla rarità della malattia o dalla sua residenza, deve poter ricevere la diagnosi, il supporto e le terapie appropriate per la propria condizione".
Roma, 27 feb. (Adnkronos/Labitalia) - Airbnb ha annunciato che sei organizzazioni non profi t italiane sono state recentemente selezionate per essere tra le beneficiarie dell’Airbnb Community Fund, che quest’anno sosterrà oltre 160 organizzazioni impegnate a fare la differenza in più di 30 Paesi su sei continenti. Lanciato nel 2020, l’Airbnb Community Fund è un programma da 100 milioni di dollari pensato per sostenere direttamente le comunità locali e le persone che vi abitano. Ogni anno, Airbnb dona a organizzazioni che supportano e rafforzano le comunità in tutto il mondo, includendo contributi realizzati in collaborazione con gli host locali in molte di queste realtà.
Ogni anno, Airbnb collabora con gli host per individuare le problematiche più importanti/prioritarie e molte delle organizzazioni non profit a cui verranno destinate le donazioni. Gli host di Airbnb sono profondamente legati alle loro comunità: coinvolgendoli in questo processo decisionale, Airbnb punta a far sì che il Community Fund generi un impatto locale significativo. Come negli anni precedenti, gli host hanno contribuito ad assegnare la maggior parte delle sovvenzioni proponendo e votando le organizzazioni a cui destinare i fondi.
Ad oggi, l’Airbnb Community Fund ha distribuito su indicazione degli host oltre 36 milioni di dollari a organizzazioni in quasi 70 Paesi. Le donazioni dell’Airbnb Community Fund di quest'anno sono state distribuite tra luglio 2024 e l'inizio del 2025. Airbnb collabora con partner specializzati nell'assegnazione di fondi per garantire le verifiche necessarie e facilitare i pagamenti a molte organizzazioni non profit beneficiarie.
Le sovvenzioni dell’Airbnb Community Fund di quest'anno sono state destinate a organizzazioni impegnate in tre ambiti identificati dal Consiglio degli Host di Airbnb come prioritari per la comunità globale degli host: emancipazione economica, sostenibilità ambientale e lotta contro abusi e sfruttamento. Le organizzazioni in Italia che riceveranno donazioni sono: la Grande Casa (Milano, Lombardia), che supporta donne, minori, giovani, migranti e persone vulnerabili promuovendone l’integrazione sociale e professionale; la Cooperativa Sociale Vite Vere Down Dadi (Padova, Veneto), che fornisce servizi socio-educativi a persone con sindrome di Down e altre disabilità intellettive, attraverso progetti innovativi volti al benessere individuale e al raggiungimento dell’autonomia.
E ancora: la Cooperativa Sociale Incontro Onlus (Mandello del Lario, Lombardia), che aiuta persone con disabilità fisiche o mentali nella ricerca di un impiego tradizionale; la Fondazione Asilo Mariuccia Onlus (Milano, Lombardia), che supporta donne con figli e minori non accompagnati che hanno subito violenza, offrendo percorsi mirati al recupero dell’autonomia e all’inserimento lavorativo.
Infine: Giacimenti Urbani (Milano, Lombardia), che promuove l’economia circolare, la riduzione degli sprechi di risorse, il consumo di energie rinnovabili e l’efficienza energetica, oltre a diffondere la cultura del riuso, riciclo e riparazione; D.i.Re Donne in Rete contro la violenza (Roma, Lazio), che gestisce una rete di case rifugio e centri antiviolenza e organizza iniziative e progetti di ricerca sulla violenza maschile sulle donne.
“Il bene della persona e il valore che essa porta in sé sono ciò che la Cooperativa Incontro intende difendere, sostenere, promuovere. Ringraziamo per la generosa donazione che sarà un significativo sostentamento alla nostra realtà che accoglie soggetti svantaggiati con disabilità intellettiva psichica o fisica, supportandoli, aiutandoli a superare i loro limiti, a collaborare gli uni con gli altri in un ambiente sano e dinamico con lo scopo e la speranza che poi riescano a inserirsi o reinserirsi nel mondo del lavoro”, ha dichiarato Antonio Magatti, presidente di Incontro.
Spiega Emanuela Baio, presidente Fondazione Asilo Mariuccia: “Ringraziamo a nome di tutta la Fondazione Asilo Mariuccia la Community di Airbnb per aver scelto di sostenere le nostre progettualità più innovative. La Fondazione da oltre 120 anni accoglie, tutela e supporta donne con figli minorenni che hanno subito diverse forme di violenza (psicologica, fisica, economica) e minori stranieri soli. Il nostro obiettivo è il reinserimento nella società da persone libere. Grazie alla progettualità finanziata, la donazione contribuirà alla realizzazione di un programma di lavoro molto ambizioso che ci vede molto coinvolti per i prossimi anni".
"Il progetto - prosegue - si chiama 'Un porto nuovo' e prevede interventi volti a ristrutturare la storica sede di Portovaltravaglia, in provincia di Varese, realizzando due nuove comunità (10 posti letto ciascuna); un nuovo centro educativo diurno (14 posti); cinque nuovi laboratori di educazione per almeno 35 giovani; un nuovo polo sportivo attivato e utilizzato dai partners e dalla comunità locale. La previsione è quella di ospitare giornalmente circa 90 ragazzi tra residenziali e diurni. L'inizio dei lavori è pianificato per marzo 2025. Un passo importante verso l’inclusione sociale che è possibile solo grazie alla forza della collaborazione tra privato sociale, terzo settore, aziende e istituzioni”.
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Lavoro & Precari - 10 Aprile 2020
Coronavirus, il pericolo di contagio esiste: il documento di valutazione rischi ne tenga conto
Di Francesca Garisto * e Fabio Savoldelli **
In questa fase di emergenza sorge la necessità, tra le altre, di interpretare i diversi provvedimenti e protocolli che modificano sensibilmente la nostra vita di relazione e lavorativa. Ci si domanda in particolare se a seguito della sottoscrizione, da parte del Governo e delle parti sociali, del Protocollo del 14/3/2020 per il contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro, occorra intervenire o meno sul Documento di Valutazione dei Rischi.
Infatti, all’indomani dell’esplosione dell’epidemia del virus Sars-CoV-2 è emerso il problema relativo all’eventuale necessità di aggiornare la valutazione dei rischi, la quale, come prevede l’art. 29 co. 3 d.lgs. n. 81/2008, “deve essere immediatamente rielaborata (…) in occasione di modifiche del processo produttivo o della organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori (…), con il conseguente aggiornamento delle misure di prevenzione”.
Una valutazione dei rischi che rappresenta la “valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività (…)” (art. 2 lett. q d.lgs. 81/2008).
A sostegno della tesi che escluderebbe la necessità di aggiornamento del Dvr si pone sostanzialmente il seguente argomento. Il riferimento operato dall’art. 28 a “tutti i rischi” per la salute e sicurezza dei lavoratori non varrebbe a identificare una gamma indefinita di eventualità pregiudizievoli, ma solo quelle connesse all’attività produttiva, i “rischi professionali”, come indicato dalla definizione di “servizio di prevenzione e protezione” contenuta nell’art. 2 co. 1 lett. l) del d.lgs. 81/2008.
Ciò premesso, a conferma della tesi secondo cui il Dvr non andrebbe aggiornato con il rischio biologico da contagio di Covid-19, si evidenzia come, fatte salve le attività lavorative (ospedali, pronto soccorso, addetti ai servizi aeroportuali o alle forze dell’ordine), elettivamente destinate a entrare direttamente o indirettamente in contatto con l’agente biologico, negli altri casi non si tratterebbe di un rischio professionale, ma di un rischio generico, equamente distribuito fra l’intera popolazione.
Tale argomento tuttavia non appare condivisibile. Sebbene infatti sia stata dichiarata la pandemia e il virus sia diffuso in quasi tutto il mondo, non in ogni parte del mondo il virus è diffuso allo stesso modo: in Italia è diffuso diversamente rispetto alla Scandinavia, a Milano è diffuso diversamente rispetto a Trento, e persino nella stessa area metropolitana milanese il virus è diffuso diversamente fra il centro storico e l’area circostante e Cinisello Balsamo. A una differente diffusione del virus consegue così una differenziazione del rischio da contagio per le aziende a seconda del territorio di appartenenza, che quindi non appare definibile come “generico”.
Inoltre, anche volendo trascurare questo dato, occorre considerare che in un momento in cui i provvedimenti del Governo impongono alla totalità della popolazione l’isolamento domestico, coloro che sono ancora tenuti a svolgere un’attività lavorativa soffrono certamente un’esposizione al contagio esponenzialmente superiore rispetto al resto della popolazione, al punto da poter considerare il rischio da contagio un rischio connesso all’organizzazione aziendale.
Se è vero, quindi, come è vero, che l’eventualità di contagio da Covid-19 non può essere considerata, fatte salve le ipotesi già citate, un rischio professionale di tutte le aziende, è altrettanto vero che lo stesso rischio non può essere rinchiuso nell’angusto concetto di rischio generico.
A questo proposito, la Commissione Interpelli ha già avuto modo di precisare che l’analisi dei rischi prevista dall’art. 28 del D.Lgs. 81/2008 deve comprendere anche “l’analisi di tutti i potenziali e peculiari rischi ambientali legati alle caratteristiche del Paese in cui la prestazione lavorativa dovrà essere svolta, quali a titolo esemplificativo, i cosiddetti “rischi generici aggravati”, legati alla situazione geopolitica del Paese (es. guerre civili, attentati, ecc.) e alle condizioni sanitarie del contesto geografico di riferimento, non considerati astrattamente, ma che abbiano la ragionevole e concreta possibilità di manifestarsi in correlazione all’attività lavorativa” (Interpello n. 19841 del 25/10/2016).
Un’ulteriore ragione per la quale appare necessario procedere all’aggiornamento del Dvr, che sussiste anche laddove si intenda qualificare il rischio contagio da Covid-19 come generico, è la necessità di implementare le misure di sicurezza stabilite dal Protocollo nei processi organizzativi dell’impresa. Tali misure determinano infatti significative implicazioni in diversi settori dell’organizzazione aziendale.
Si pensi, fra tutte, alla necessità di assicurare in ogni momento della giornata lavorativa la distanza di almeno un metro fra i lavoratori, che comporterà la necessità di ridisegnare le modalità di ingresso e di uscita dai locali di lavoro, di riorganizzazione le mense, gli orari di pausa, oltre all’eventualità di ricorrere alla turnazione del personale dipendente, con conseguente rimodulazione dei livelli produttivi.
Le disposizioni previste dal Protocollo, pertanto, necessitano di essere implementate nei processi aziendali con delle precise procedure esecutive, al fine adattarle plasticamente alle diverse realtà lavorative e garantire una reale tutela della sicurezza dei lavoratori. Diversamente, le nuove misure anti contagio verrebbero calate nei diversi contesti aziendali rigidamente, senza subire adattamenti, equiparando così, sotto il profilo prevenzionistico, l’impresa che conta 5 dipendenti con quella che ne conta 200, e quella situata al centro di un focolaio di contagio a quella operante in una zona meno esposta allo stesso rischio.
In ogni caso, laddove non si intendesse aggiornare il Dvr, gli operatori della sicurezza aziendale possono considerare l’opportunità, come consigliato dall’Associazione professionale Italiana Ambiente e Sicurezza (Aias), di integrare il Dvr già adottato con un addendum a parte, che preveda, quantomeno, le modalità di applicazione delle direttive pubbliche contenute nel Protocollo, tenendo presente che almeno fino a quando saranno in vigore le attuali misure di isolamento sociale la salute pubblica passerà necessariamente per la salute nei luoghi di lavoro.
* Avvocata penalista e fondatrice dello Studio Legale Lexa (studiolexa.it), consulente della Cgil di Milano, vice-presidente del Centro antiviolenza Casa delle Donne Maltrattate di Milano, da sempre impegnata nella difesa delle donne vittime di violenza, psicologica, fisica ed economica, che si consuma in ambito “domestico” e nella difesa di uomini e donne che subiscono violenza, in tutte le sue espressioni, nei luoghi di lavoro.
** Avvocato penalista e Of Counsel presso lo Studio Legale Lexa sui temi inerenti la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e il diritto alla tutela dei dati personali.
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Roma, 27 feb (Adnkronos) - "Quando in un Paese esiste un robusto partito autoritario di ultradestra come la Fpö di Herbert Kickl - dichiaratamente antieuropeista e contrario ai valori di fondo delle Costituzione - le forze parlamentari che credono nella democrazia e nell'europeismo devono mettere in secondo piano ciò che può dividerle e unirsi per non affidare il governo nelle mani di estremisti irresponsabili". Lo dice il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente commissione Affari Costituzionali.
"Devono farlo senza se e senza ma, siglando compromessi trasparenti e ragionevoli. Lo impone il senso di responsabilità nazionale. Si chiama patriottismo costituzionale", aggiunge Parrini.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "In tema malattie rare non esistono difformità nella presa in carico dei pazienti soltanto fra Nord e Sud, ma anche fra Asl della stessa regione. Purtroppo oggi non abbiamo un'uniformità di approccio nella presa in carico e nella cura dei pazienti affetti da malattie rare. Questo, ovviamente, causa una sperequazione che non rispetta l'articolo 32 della nostra Costituzione. Per questo motivo, il nostro lavoro deve essere finalizzato in prima battuta ad invertire la rotta. L'obiettivo è migliorare l'assistenza e integrare le Ern, le reti europee per le malattie rare". Lo ha detto Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute con delega alla Malattie rare, intervenendo oggi a Roma al convegno finale della campagna #UNIAMOleforze, promossa per la Giornata mondiale delle malattie rare che si celebra domani, 28 febbraio.
"Il Governo - ha ricordato Gemmato - in questi 2 anni ha finanziato il Piano nazionale delle malattie rare, dopo 7 anni durante i quali non è mai stato attuato. Quindi lo abbiamo attuato e finanziato con 25 milioni per il 2023 e 25 milioni nel 2024. In più, i decreti attuativi della legge 175 del 2021 aprono alla possibilità di defiscalizzazione per soggetti pubblici e privati che investono in ricerca o investono nella produzione di farmaci orfani, quindi la sintesi di farmaci orfani". Si tratta di "importanti misure concrete che, insieme a un costrutto giuridico, finanziano puntualmente quello che deve essere l'obiettivo del ministero della Salute, ovvero eliminare le differenze che esistono fra diverse aree de nostro Paese in tema di accesso, presa in carico e cura delle persone con malattie rare. Noi lavoriamo - ha concluso il sottosegretario - affinché quanto scritto nell'articolo 32 della Costituzione si realizzi anche in tema di malattie rare".
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "Ogni giorno, con coraggio e dedizione, i Vigili del Fuoco mettono a rischio la propria vita per garantire la sicurezza di tutti noi. Il loro impegno instancabile è un esempio di servizio e altruismo che merita la più profonda gratitudine. Grazie di cuore a questi eroi silenziosi". Lo scrive su X il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - Accompagnare le persone con obesità in tutte le tappe del loro viaggio, dal riconoscimento della malattia all'avvio e al proseguimento del percorso di cura, affinché possano avere le informazioni corrette e ricevano il giusto supporto, attraverso una serie di strumenti e risorse utili, tutte in un unico spazio. Con questi obiettivi nasce il nuovo portale 'Novo Io', presentato da Novo Nordisk, a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell'obesità che si celebra ogni anno il 4 marzo.
Secondo i dati Istat, nel 2023 il numero di persone con obesità ha registrato un incremento del 38% rispetto al 2003. A pesare - si legge in una nota - è soprattutto il notevole aumento registrato tra i giovani adulti, per un totale oggi di 6 milioni di persone con obesità nel nostro Paese. L'obesità non è solo un problema di peso, è infatti fortemente correlata alla comparsa delle principali malattie cardiovascolari e tumore maligno, ma anche ad altre malattie. Trattare l'obesità e le persone con obesità diventa quindi una priorità non solo per perdere peso, ma anche per prevenire le malattie cardiovascolari.
"Si tratta di una malattia cronica multifattoriale - spiega Rocco Barazzoni, presidente Sio, Società italiana obesità - molto complessa, che dipende da diversi fattori genetici, neuro-endocrini, ambientali e psicologici, ed è associata allo sviluppo di moltissime altre malattie croniche non trasmissibili, come tumori, malattie renali e del fegato. L'obesità è poi alla base di diabete e ipertensione, principali fattori di rischio per le maggiori malattie cardiovascolari, come infarto, ictus e insufficienza cardiaca. La cura e il trattamento richiede il coinvolgimento di molteplici figure sanitarie, motivo per cui è importante che le persone che ne soffrono si rivolgano a un centro specializzato per la cura dell'obesità". Aggiunge il presidente Sicob, Società italiana di chirurgia dell'obesità e delle malattie metaboliche, Giuseppe Navarra: "Se è vero che un intervento sugli stili di vita è molto importante nel processo di trattamento del sovrappeso e dell'obesità, è anche vero che può risultare insufficiente o fallimentare, nel lungo periodo. Questo perché l'obesità è una patologia complessa e multifattoriale. Bisogna sfatare l'idea che si tratti di una colpa da parte di chi ne è affetto. Questa è la ragione per cui l'approccio terapeutico dovrebbe essere sempre accompagnato dalla figura del medico. Infatti non esiste un approccio valido per tutti, perché il trattamento deve essere 'cucito' sul singolo paziente in base a età, sesso, condizione fisica ed eventuali comorbidità presenti, elaborato sulla base della condizione fisica, della storia e degli obiettivi di dimagrimento della persona".
Per aiutare a intraprendere il giusto percorso, è disponibile all'interno del sito 'Novo Io' una sezione 'Centri specializzati' in cui è disponibile l'elenco dei centri accreditati Sio per la cura dell'obesità. Con un solo 'clic' sarà possibile vedere dove e a chi rivolgersi in ogni regione d'Italia e trovare tutte le informazioni di contatto. Inoltre, per facilitare il percorso all'interno della piattaforma, sarà possibile avere consulenze con professionisti specializzati e dedicati in grado di assicurare massimo supporto e fornire corretta informazione sull'obesità. La piattaforma digitale presenta altre 2 sezioni: un'area dedicata alla corretta informazione sulla malattia, attraverso news, articoli di approfondimento, suggerimenti e consigli scientificamente validati da un board di esperti, e una sezione per coloro che stanno già affrontando un percorso di cura, con materiali come articoli, video, risorse scaricabili e i contatti del numero verde e del customer care dedicato.
"Novo Nordisk è vicina alle persone con obesità e si impegna a dare un aiuto concreto attraverso diverse attività di sensibilizzazione e di supporto - afferma Alfredo Galletti, Vice President e General Manager di Novo Nordisk Italia - Per questo abbiamo voluto realizzare uno spazio virtuale dove le persone potessero trovare tutte le informazioni utili, scientificamente corrette ma accessibili, grazie anche al coinvolgimento di digital opinion leader, medici esperti in grado di creare contenuti semplici e chiari per tutti. Il portale è stato realizzato all'interno del programma internazionale 'Driving Change in Obesity', che vuole favorire la corretta informazione sull'obesità e combattere lo stigma di cui sono colpite le persone con obesità, proponendosi così di cambiare il modo in cui viene vista, prevenuta e trattata questa malattia cronica". Da oggi, 27 febbraio, è live anche la nuova campagna social 'World Obesity Day Hero film' per combattere lo stigma di cui sono colpite le persone con obesità.
(Adnkronos) - "Un voto privo di ipocrisia, privo di parallelismi arditi quanto inefficaci, di voli pindarici e vergognose ricostruzioni come solo lo svilimento culturale di certi partiti di opposizione può concepire -rivedica Simona Loizzo, della Lega- Ricordare significa passare il testimone da una generazione all’altra e il dovere di conoscere quello che è stato è fondamentale. Perché se la peste si è spenta, l’infezione ancora serpeggia”.
"Molti ragazzi potranno vedere ciò che è successo e capire l'orrore. Un gesto che conferma da parte nostra l'affetto incondizionato per il popolo ebraico e per ciò che ha dovuto subire", commenta Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera. "Vanno fortemente incentivati i viaggi delle scuole superiori, bisogna spiegare, far riflettere con lezioni in classe, dedicare tempo e riflessioni al viaggio a cui si andrà incontro, che sarà un viaggio durissimo", sottolinea da Forza Italia Rita Dalla Chiesa, relatrice del provvedimento. "L'esperienza del viaggio della memoria -nota Elisabetta Piccolotti, di Avs- è un'opportunità cruciale per le giovani generazioni, affinché possano confrontarsi con la tragicità di eventi storici che non appartengono solo al passato, ma che ci interpellano anche nel presente".
"Guardare con i propri occhi le tragiche immagini dello sterminio, della discriminazione e della persecuzione verso milioni di donne e uomini significa dare più forza ai valori della libertà e della democrazia, cardine della nostra Costituzione insieme ai principi dell’eguaglianza e della giustizia sociale”, affermano i deputati Pd Stefano Vaccari, segretario di presidenza della Camera, e Irene Manzi, capogruppo in commissione Cultura, sottolineando l'ok del Governo all'ordine del giorno che lo impegna a sostenere e finanziare i viaggi della memoria anche nei luoghi collocati nel territorio italiano.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "Alla base del nostro impegno nelle malattie rare c'è la consapevolezza che per molte di queste, spesso, non è disponibile una terapia. Scegliere di intraprendere questo percorso per la nostra azienda ha significato impegnarsi con coraggio e responsabilità, per fare la differenza nella vita dei pazienti con patologie ancora poco conosciute e non adeguatamente trattate. E' un percorso che implica programmi di ricerca orientati alla personalizzazione delle terapie, attraverso l'identificazione delle caratteristiche genetiche dei pazienti, per rispondere alle loro specifiche esigenze. Siamo consapevoli che l'assistenza alle persone affette da malattie rare debba essere costantemente migliorata. Per questo Ucb lavora a stretto contatto con tutti gli attori del sistema salute, per creare collaborazioni e partnership con comunità di esperti, associazioni di medici e pazienti, per trovare soluzioni adeguate ai loro bisogni. Il nostro obiettivo è quello di trasformare la vita di ogni singola persona con una malattia rara, sviluppando farmaci innovativi, migliorando la diagnostica ed esplorando nuovi approcci al trattamento. Ogni passo avanti nella ricerca può significare un miglioramento concreto nella vita delle persone". Così Federico Chinni, amministratore delegato di Ucb Pharma Italia, in occasione della Giornata mondiale delle malattie rare che si celebra il 28 febbraio.
La farmaceutica è tra i sostenitori della campagna #UNIAMOleforze lanciata da Uniamo, la Federazione italiana malattie rare, che ha l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sull'importanza della ricerca per le persone con malattie rare, tema della stessa Giornata mondiale.
Oltre 2 milioni di persone in Italia vivono con una malattia rara, affrontando sfide enormi e percorsi segnati dall'incertezza. La speranza di una diagnosi, di un trattamento, di un futuro migliore è ciò che sostiene chi è colpito da queste patologie. Purtroppo, solo il 5% delle circa 8 mila malattie rare conosciute ha oggi un trattamento disponibile. Grazie ad anni di studi e ricerche - si legge in una nota - Ucb Pharma è in grado di offrire soluzioni alle persone che vivono con alcune malattie rare, in particolar modo legate al sistema nervoso centrale e immunologico, in modo da fornire delle risposte efficaci alle necessità dei pazienti e delle loro famiglie. Si tratta della sindrome di Dravet e di Lennox-Gastaud (forme rare di encefalopatie dello sviluppo ed epilettiche) e della miastenia gravis (malattia autoimmune che coinvolge la giunzione neuromuscolare). Sono inoltre in corso studi per lo sviluppo di trattamenti contro la Cdkl5, un'altra encefalopatia dello sviluppo ed epilettica, e il deficit da TK2, malattia mitocondriale ultra-rara.
"Le malattie rare - spiega Chinni - richiedono un approccio multidisciplinare altamente specializzato e una diagnosi il più possibile precoce, obiettivi purtroppo difficili da raggiungere a causa della rarità dei casi e della varietà dei sintomi. Tuttavia, il riconoscimento tempestivo è essenziale per avviare trattamenti che possano migliorare la qualità della vita e rallentare la progressione della malattia. Oltre agli aspetti medici e terapeutici, tuttavia, il benessere psicologico e sociale dei pazienti affetti da malattie rare è un obiettivo cruciale. Il percorso che i pazienti e le loro famiglie devono affrontare nella gestione quotidiana della malattia è complesso e gravoso - sottolinea - La creazione di reti assistenziali integrate, la formazione continua della comunità medico scientifica e la condivisione delle informazioni scientifiche sono passi fondamentali per affrontare le sfide legate alle malattie rare. E' fondamentale che le istituzioni, i medici e le associazioni di pazienti collaborino per organizzare percorsi efficaci e funzionali tra ospedale e territorio, rispondendo così meglio alle necessità quotidiane di pazienti e famiglie".
La Giornata delle malattie rare "rappresenta anche un'opportunità per sollecitare la politica sanitaria a intraprendere azioni concrete per migliorare la qualità della vita dei pazienti con malattie rare - conclude Chinni - Ogni paziente, indipendentemente dalla rarità della malattia o dalla sua residenza, deve poter ricevere la diagnosi, il supporto e le terapie appropriate per la propria condizione".
Roma, 27 feb. (Adnkronos/Labitalia) - Airbnb ha annunciato che sei organizzazioni non profi t italiane sono state recentemente selezionate per essere tra le beneficiarie dell’Airbnb Community Fund, che quest’anno sosterrà oltre 160 organizzazioni impegnate a fare la differenza in più di 30 Paesi su sei continenti. Lanciato nel 2020, l’Airbnb Community Fund è un programma da 100 milioni di dollari pensato per sostenere direttamente le comunità locali e le persone che vi abitano. Ogni anno, Airbnb dona a organizzazioni che supportano e rafforzano le comunità in tutto il mondo, includendo contributi realizzati in collaborazione con gli host locali in molte di queste realtà.
Ogni anno, Airbnb collabora con gli host per individuare le problematiche più importanti/prioritarie e molte delle organizzazioni non profit a cui verranno destinate le donazioni. Gli host di Airbnb sono profondamente legati alle loro comunità: coinvolgendoli in questo processo decisionale, Airbnb punta a far sì che il Community Fund generi un impatto locale significativo. Come negli anni precedenti, gli host hanno contribuito ad assegnare la maggior parte delle sovvenzioni proponendo e votando le organizzazioni a cui destinare i fondi.
Ad oggi, l’Airbnb Community Fund ha distribuito su indicazione degli host oltre 36 milioni di dollari a organizzazioni in quasi 70 Paesi. Le donazioni dell’Airbnb Community Fund di quest'anno sono state distribuite tra luglio 2024 e l'inizio del 2025. Airbnb collabora con partner specializzati nell'assegnazione di fondi per garantire le verifiche necessarie e facilitare i pagamenti a molte organizzazioni non profit beneficiarie.
Le sovvenzioni dell’Airbnb Community Fund di quest'anno sono state destinate a organizzazioni impegnate in tre ambiti identificati dal Consiglio degli Host di Airbnb come prioritari per la comunità globale degli host: emancipazione economica, sostenibilità ambientale e lotta contro abusi e sfruttamento. Le organizzazioni in Italia che riceveranno donazioni sono: la Grande Casa (Milano, Lombardia), che supporta donne, minori, giovani, migranti e persone vulnerabili promuovendone l’integrazione sociale e professionale; la Cooperativa Sociale Vite Vere Down Dadi (Padova, Veneto), che fornisce servizi socio-educativi a persone con sindrome di Down e altre disabilità intellettive, attraverso progetti innovativi volti al benessere individuale e al raggiungimento dell’autonomia.
E ancora: la Cooperativa Sociale Incontro Onlus (Mandello del Lario, Lombardia), che aiuta persone con disabilità fisiche o mentali nella ricerca di un impiego tradizionale; la Fondazione Asilo Mariuccia Onlus (Milano, Lombardia), che supporta donne con figli e minori non accompagnati che hanno subito violenza, offrendo percorsi mirati al recupero dell’autonomia e all’inserimento lavorativo.
Infine: Giacimenti Urbani (Milano, Lombardia), che promuove l’economia circolare, la riduzione degli sprechi di risorse, il consumo di energie rinnovabili e l’efficienza energetica, oltre a diffondere la cultura del riuso, riciclo e riparazione; D.i.Re Donne in Rete contro la violenza (Roma, Lazio), che gestisce una rete di case rifugio e centri antiviolenza e organizza iniziative e progetti di ricerca sulla violenza maschile sulle donne.
“Il bene della persona e il valore che essa porta in sé sono ciò che la Cooperativa Incontro intende difendere, sostenere, promuovere. Ringraziamo per la generosa donazione che sarà un significativo sostentamento alla nostra realtà che accoglie soggetti svantaggiati con disabilità intellettiva psichica o fisica, supportandoli, aiutandoli a superare i loro limiti, a collaborare gli uni con gli altri in un ambiente sano e dinamico con lo scopo e la speranza che poi riescano a inserirsi o reinserirsi nel mondo del lavoro”, ha dichiarato Antonio Magatti, presidente di Incontro.
Spiega Emanuela Baio, presidente Fondazione Asilo Mariuccia: “Ringraziamo a nome di tutta la Fondazione Asilo Mariuccia la Community di Airbnb per aver scelto di sostenere le nostre progettualità più innovative. La Fondazione da oltre 120 anni accoglie, tutela e supporta donne con figli minorenni che hanno subito diverse forme di violenza (psicologica, fisica, economica) e minori stranieri soli. Il nostro obiettivo è il reinserimento nella società da persone libere. Grazie alla progettualità finanziata, la donazione contribuirà alla realizzazione di un programma di lavoro molto ambizioso che ci vede molto coinvolti per i prossimi anni".
"Il progetto - prosegue - si chiama 'Un porto nuovo' e prevede interventi volti a ristrutturare la storica sede di Portovaltravaglia, in provincia di Varese, realizzando due nuove comunità (10 posti letto ciascuna); un nuovo centro educativo diurno (14 posti); cinque nuovi laboratori di educazione per almeno 35 giovani; un nuovo polo sportivo attivato e utilizzato dai partners e dalla comunità locale. La previsione è quella di ospitare giornalmente circa 90 ragazzi tra residenziali e diurni. L'inizio dei lavori è pianificato per marzo 2025. Un passo importante verso l’inclusione sociale che è possibile solo grazie alla forza della collaborazione tra privato sociale, terzo settore, aziende e istituzioni”.