Si è sbloccato il caso delle cosiddette “mascherine fantasma” nel Lazio. Ma non si ferma la polemica politica. Sono arrivati questa notte, a quasi un mese dall’affidamento, i primi 800mila dispositivi di protezione individuale dei 9,5 milioni di pezzi commissionati dalla Regione alla Ecotech srl. Ad annunciarlo è stato il governatore Nicola Zingaretti, a margine di una conferenza stampa sulla cosiddetta ‘fase 2’ nel Lazio: “Ne arriveranno altri 6 milioni nei prossimi giorni”, ha assicurato il presidente. La partita, del costo complessivo di 35,9 milioni di euro, era stata assegnata – con la massima urgenza – alla piccola società di Frascati il 16 marzo, con l’impegno di effettuare la spedizione entro il 18 marzo e completare la consegna entro il 30 marzo. Ma a quella data nessuno degli obblighi era stato espletato, nonostante gli 11 milioni di euro già anticipati. Addirittura, uno dei voli cargo annunciati, all’arrivo in Italia dalla Cina si era rivelato vuoto. Tanto che il capo dell’agenzia di protezione civile del Lazio, Carmelo Tulumello, aveva provveduto, con determina del 2 aprile, a revocare in danno l’affidamento, utilizzando toni anche piuttosto duri, definendo la Ecotech “totalmente inaffidabile” e parlando di “spregio delle più elementari regole di diligenza”.

Il contratto di novazione e la lettera dei legali – La vicenda ha scatenato la bagarre politica. Lega e Fratelli d’Italia hanno parlato di “truffa” e “fregatura”, mentre l’ex presidente della Regione, Francesco Storace, ha paragonato la vicenda al celebre sketch di Totò e della vendita della Fontana di Trevi. L’8 aprile, mentre la Corte dei Conti apriva un fascicolo sul caso , il colpo di scena. Lo studio legale Quadri di Milano, in rappresentanza di Ecotech, ha inviato all’Ente una nota in cui “rappresentava le difficoltà avute dalla stessa per realizzare la fornitura” e dove svelava che la società svolgeva il ruolo di intermediario per la Exor Sa, un’azienda di Lugano controllata e “capitalizzata” dalla milanese Bi International. Quest’ultima, sempre secondo la nota dello studio legale, aveva già assicurato a Ecotech la disponibilità in totale di 20 milioni di mascherine “tutte della marca 3M”, promettendo il completamento della fornitura “entro 5/10 giorni”. A quel punto, la Regione Lazio ha deciso di annullare le determine di revoca e procedere a una nuova rassegnazione. Stesso prezzo, stesse condizioni, solo una proroga alla scadenza. “Stiamo lavorando giorno e notte, con dedizione, per portare a termine il nostro lavoro”, ha dichiarato il direttore generale di Ecotech, Sergio Mondin.

Exor Sa: “Ecotech leggera, ma l’Italia ha problemi con le dogane” – Ma cosa è accaduto? Perché tutto questo ritardo? Ilfattoquotidiano.it ha raggiunto telefonicamente Paolo Antonio Balossi, direttore generale della Exor Sa e patron della Bi International, che ha dato parte della responsabilità alla burocrazia italiana. “Invito il governo e il ministro Luigi Di Maio – ha affermato – a fare qualcosa per snellire le pratiche doganali italiane. È capitato che fra Svizzera e Italia abbiamo dovuto aspettare anche 4 giorni lavorativi”. Balossi poi ammette che “ho saputo solo l’8 aprile che il committente di questa partita di mascherine era la Regione Lazio”, sostiene che “pur nella buona fede, secondo me Ecotech ha peccato di leggerezza”. Alla domanda su come mai le rassicurazioni richieste dalla Regione Lazio non siano arrivate in tempi utili ma soltanto dopo l’esplosione del caso mediatico, il patron di Exor Sa si trincera dietro la ‘privacy’: “Non voglio entrare nel merito della trattativa fra Ecotech e Regione, riguardo a modalità e costi, né sono tenuto a dire quando c’è stato il primo contatto fra Exor e Ecotech. Parleranno i documenti”.

Lite fra Pd e opposizioni. Fdi attacca: “Fateci vedere i documenti” – Il caso rischia comunque di tenere banco anche nei prossimi giorni. Il segretario regionale del Pd, Bruno Astorre, attacca: “I gufi di destra chiedano scusa”. Ma le opposizioni non mollano, con Sergio Pirozzi, presidente della Commissione emergenze, che ha convocato Tulumello in audizione urgente. Lega e Fratelli d’Italia chiedono di conoscere i criteri con i quali si è provveduto a individuare Ecotech come intermediario di una società svizzera Exor – a sua volta importatore di prodotti altrui – non presente nelle liste Consip. Vengono poi chiesti i motivi della conferma del prezzo unitario delle mascherine, nonostante i ritardi e la stipula, nei giorni scorsi, di un contratto con la Goldbeam Company di Hong Kong che ha permesso di risparmiare 1 euro a pezzo sulle mascherine Ffp2 (2,60 euro contro i 3,60 della Ecotech). Infine, Fratelli d’Italia vuole “vedere la bolla di acquisto della merce” arrivata nella notte fra venerdì e sabato così da “poter controllare che il contratto sia stato rispettato e la merce corrisponda a quella annunciata”.

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