Giuseppe Calicchio iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Milano nell'inchiesta che dovrà accertare eventuali negligenze nella gestione durante l'epidemia. Sotto indagine per gli stessi reati risultano anche i legali rappresentanti e della Sacra Famiglia di Cesano Boscone e 3 persone ai vertici del Don Gnocchi
Il direttore generale del Pio Albergo Trivulzio, Giuseppe Calicchio, è indagato dalla procura di Milano nell’inchiesta sulle oltre 100 morti nella residenza per anziani dell’istituto che si sono verificate dall’inizio dell’epidemia di coronavirus. I reati ipotizzati – come anticipato dal Corriere della Sera – sono epidemia colposa e omicidio colposo.
Il fascicolo è uno dei tanti, quasi una quindicina in tutto, che la procura milanese ha aperto sulla gestione delle Rsa milanesi e nati da denunce di lavoratori e familiari di anziani morti. In tutte queste indagini gli inquirenti stanno iscrivendo nel registro degli indagati i nomi dei vertici. Sotto inchiesta per gli stessi reati risultano anche i legali rappresentanti della Sacra Famiglia di Cesano Boscone e i vertici del Don Gnocchi. In particolare, in quest’ultimo istituto geriatrico risultano indagati direttore Antonio Dennis Troisi, la direttrice sanitaria Federica Tartarone e l’amministratore della coop Ampast, Papa Waly Ndiaye.
Nell’inchiesta sul Pio Albergo Trivulzio, come nelle altre sulle case di riposo, si dovranno verificare soprattutto eventuali carenze nei protocolli interni e dei dispositivi di sicurezza, come le mascherine – alcuni dipendenti hanno raccontato che veniva impedito loro di usarle nei primi giorni dell’epidemia – e la gestione di pazienti trasferiti dagli ospedali nelle residenze.
Il pool guidato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano – e che vede tutti i pm impegnati nelle indagini sulle case di riposo – ha iniziato in questi ultimi giorni a iscrivere i vertici delle varie strutture nel registro degli indagati. Un passaggio ovviamente “dovuto, tecnico e formale”, come viene precisato, per dare il via a interrogatori e alla raccolta di testimonianze. “Come chiarito dagli stessi inquirenti, si tratta di un atto dovuto per procedere nelle indagini”, puntualizzano dalla Fondazione Don Gnocchi.
Sul caso del Pio Albergo Trivulzio, affidato ai pm Mauro Clerici e Francesco De Tommasi, dovrà comprendere se e quante delle oltre 100 morti – si parla di 150 ospiti deceduti – sia collegabili all’epidemia e ad eventuali negligenze della struttura. Una cifra simile anche al Don Gnocchi, struttura che ha sempre ribadito, però, che non c’è stata alcuna “negligenza” in relazione ai casi di contagi.
Tra i casi al centro delle indagini anche quelli della Rsa Virgilio Ferrari nel quartiere Corvetto di Milano, della ‘Anni Azzurri’ in zona Lambrate, di una casa famiglia nel quartiere Affori e di diverse altre, i cui legali rappresentanti, appunto, come quelli del Trivulzio, del Don Gnocchi e della Sacra Famiglia, saranno a breve indagati per poter fare accertamenti sui contagi tra il personale e tra gli ospiti. Anche in questo caso dovranno essere valutate decine e decine di morti, per un totale di centinaia in tutte le residenze su cui si indaga. Due fascicoli, quello sulla Rsa di Mediglia e un altro su una casa di riposo di Melegnano, sono stati aperti e trasmessi, invece, per competenza alla procura di Lodi.