Società

Più del virus dal sangue blu mi preoccupa che la Protezione Civile bussi alla mia porta

Si dice che al peggio non c’è fine, quindi immagino siate tutti convinti che esso sia rappresentato dal perfido Coronavirus e invece vi sbagliate, perché il peggio è appena giunto: sono tornato con il mio blog, dopodiché non so cos’altro possa accadere.

Siete rimasti scioccati? Pensavate di esservi liberati di me? Effettivamente mi sono trovato a un passo da tutto ciò, ma non camminando è davvero un’impresa compierlo, per cui eccomi qui. Probabilmente mi avrete dato per desaparecido e vi sarete certamente chiesti: “Ma che fine ha fatto il Cafagna?”. Sono consapevole di essere sparito e per questo vi chiedo venia, ma ho passato gli ultimi due anni ad accettare il peggioramento delle mie condizioni, le cui conseguenze mi accompagneranno vita natural durante: del resto da una malattia degenerativa (salutiamo tutti la francesina, che ci segue sempre) non possiamo mica aspettarci rose e fiori, ma più facilmente spine e dolori.

Purtroppo i piccanti racconti dal “paradiso della passera” si sono conclusi, ma non demordete poiché prossimamente torneremo a parlare di sesso e amore. Prima, però, vi devo il reportage sul mio interminabile ricovero del 2018 – quello che mi ha catapultato nella dimensione del disabile grave non plus ultra -, mentre oggi tratteremo un argomento originale e inedito: infatti concentreremo tutti i nostri neuroni sul virus dal sangue blu (altrimenti come si spiega la corona?) e lo faremo per mezzo della nuova serie Netflix “La Francesina ai tempi del Coronavirus”.

Tanto per cominciare è inutile che vi dica quanto io sia persona a rischio – forse ne sono addirittura il manifesto vivente – dal momento che all’ignobile virus basterebbe scorgermi anche da lontano e senza occhiali per fare di me un necrologio.

Non a caso è dallo scorso novembre che mi sono messo in quarantena; sì, non ho messo ruota fuori casa da allora: sei mesi. Siete almeno rimasti a bocca aperta? E questo non perché, come potrebbero pensare i soliti maligni, la francesina mi stia iniziando a presentare il suo conto più caro, bensì perché credo di aver sviluppato poteri da veggente che mi hanno consentito di prevedere il futuro prossimo.

Colgo l’occasione, che codesto post mi offre, per invitarvi a seguire il mio esempio: fate come me, restate a casa e non muovetevi per alcuna ragione. Uscite solo se avete un valido motivo per farlo, perché se è invalido è meglio lasciar perdere… e se lo dico io c’è da fidarsi.

Fate come me, non stringete la mano a nessuno: essendo molto maleducato, è dal 2003 che non la stringo ad anima viva (neanche morta, intendiamoci) e guardate come mi sono mantenuto bene. Fate come me, non andate a correre: un tempo ero solito svolgere questa attività con tenacia, perseveranza e costanza, e guardate adesso come sono messo male.

Infine per evitare di fare la conoscenza del Coronavirus e per eccesso di sicurezza ho deciso di restarmene a letto sotto le coperte per gran parte della giornata: voglio vedere se sua maestà riesce a stanarmi qua sotto. Adesso i maligni di cui sopra staranno pensando: questa decisione è solo frutto della sua pigrizia. Addirittura più pigro di prima? E va bene lo ammetto, hanno ragione loro: e per una volta i maligni sono stati quasi benigni (salutiamo tutti il sommo Roberto, che sicuramente non ci segue).

Se poi devo essere sincero fino al midollo osseo, più che il virus dal sangue blu a preoccuparmi seriamente sono la Protezione Civile e la Croce Rossa: vi rendete conto che posseggo un saturimetro e, trattenete il respiro (che l’altro casca a pennello), non uno ma ben due ventilatori con tanto di annessi e connessi? E di questi tempi valgono quasi quanto un lingotto d’oro o centinaia di barili di quello nero e sono richiesti alla stregua di un iPhone nel giorno del lancio.

Così passo le mie giornate nel terrore che gli enti di cui sopra bussino alla mia porta. Mi basta, infatti, un leggero fruscio per saltare gambe all’aria, che tradotto per chi si muove poco come me significa spostare le dita dei piedi di un centimetro. Per non parlare di quest’estate quando, complice il caldo, i ventilatori torneranno a essere il desiderio di tutti